Ars Bellica

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L'Impero romano al momento della sua massima espansione

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Le legioni di Traiano, agli inizi del II secolo, si volsero in due direzioni: la Dacia, che fu ridotta a provincia nel 107, e le regioni di confine con il Regno dei Parti. Ma in quelle regioni Traiano, nel 116, riuscì appena ad avviare l'organizzazione di tre nuove province (Armenia, Assyria, Mesopotamia). Il suo successore, Adriano, decise, nel 117, di rinunciare ai nuovi territori, per evitare che il mondo romano entrasse in conflitto con i potenti dell'Asia, ed avviare quella politica di coesistenza con l'Oriente che proseguì per oltre un secolo.
Nella cartina il verde scuro indica l'estensione dell'impero dopo l'arretramento deciso da Adriano; il secondo colore le province asiatiche in cui penetrarono tra il 115 e il 116 le legioni di Traiano; il verde chiaro il Regno partico. Sulle coste della Crimea si estendeva un regno "protetto" (Regnum Bosphori). Le "Torri" indicano le principali guarnigioni stabili poste al di fuori dei confini.

La coesistenza tra i quattro imperi nel II secolo

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La cartina presenta (con molte approssimazioni) la situazione che si determinò nel II secolo d.C., quando Adriano rinunciò alle nuove regioni conquistate ai confini della Persia, e venne costituendosi tra i quattro grandi imperi fondati sull'economia schiavistica uno stato di coesistenza. I quattro imperi, nei quali pressochè si esaurivano gli organismi statali dell'epoca, sono, oltre a quello romano (rosso), quello persiano dei Parti (blu), quello indiano dei Kushana (verde), quello cinese degli Han (giallo). E' indicata la via della seta (rossa), che da Ch'angàn, attraverso Kutsha e Baktra, raggiungeva Ctesifonte ed Antiochia e da qui a Roma, con una deviazione verso Minigara. Un'altra via per i traffici (nera), dal porto cinese di Fanju, attraverso le acque dell'Indonesia e di Ceylon, raggiungeva Minigara, e da qui, attraverso le coste dell'Arabia Sabea e di Aksum, giungeva sino a Petra ed Antiochia. E' indicata la regione dove gli incontri tra mondi così remoti furono più frequenti (la Baktriana). Sono indicati, scritti in rosso, ai margini dei grandi imperi, alcuni organismi statali minori: in Asia il Regno di Silla (in Corea), il Fu-Nan, Chola, Ceylon e l'Arabia Sabea; in Africa il Regno di Meroe e il Regno di Aksum; in Europa il Regno di Tara in Irlanda e il Regno del Bosforo. Inoltre la regione africana ove fiorì, sin dal V secolo a.C., la "cultura" di Nok. In nero sono indicate le maggiori popolazioni asiatiche ancora allo stato nomade, destinate a sconvolgere nei secoli successivi l'assetto del mondo antico, dai ceppi Unni ai Mongoli o Tartari.

La diffusione del cristianesimo nei primi decenni del IV secolo

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Le zone più scure indicano le regioni dell'impero dove, nell'età di Costantino, circa la metà della popolazione era cristianizzata. Il secondo colore indica le zone di rilevante diffusione del cristianesimo (in particolare in Egitto e nel territorio di Cartagine). Il colore più chiaro, le zone di scarsa diffusione. Le zone non colorate, le regioni ove il nuovo culto ancora non era penetrato. La cartina conferma che la diffusione del cristianesimo era relativamente scarsa; e indica le località ove furono emanati gli editti e dove ebbero luogo i principali concili ecumenici: da Milano a Tessalonica, da Nicea a Costantinopoli ad Efeso a Calcedonia. La freccia indica la direzione in cui si propagarono i seguaci dell'eresia nestoriana, condannata nel concilio di Efeso. In effetti i nestoriani, dopo aver trovato rifugio nell'impero persiano, raggiunsero la remotissima Cina, ove la loro diffusione è testimoniata dalla stele di Singanfu. Nella carta è indicata la definitiva divisione dell'Impero tra Arcadio ed Onorio (linea nera verticale), nel 395. Dal 402 la capitale dell'Impero d'Occidente fu trasferita a Ravenna.

I Principali regni romano-barbarici nel 526

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La carta, che corrisponde alla morte di Teodorico, indica la situazione prima che si inizi il tentativo di restaurazione da parte di Giustiniano. I primi stanziamenti nella penisola iberica furono di genti sveve e vandale. Seguì la penetrazione dei Goti, con lo stanziamento dei Goti occidentali (o Visigoti) in Spagna e dei Goti orientali (od Ostrogoti) in Italia. Sopravvisse per qualche tempo un regno svevo (o dei Suebi) nella Spagna occidentale. Estranei alle invasioni germaniche debbono considerarsi i regni brettoni, che si formarono sia nella Bretagna minore che nella maggiore (Galles), ove le antichissime popolazioni celtiche resistettero all'ondata germanica, recuperando l'autonomia perduta con la conquista romana.