Fu presto ben chiaro, sin dal secolo XIX, che gli Stati Uniti non si presentavano come un'area arretrata e bisognosa di passare attraverso varie fasi evolutive prima di arrivare al capolinea della complessa civiltà europea, ma costituivano una via originale e autoctona allo sviluppo economico e sociale. L'esistenza di una frontiera mobile a Ovest e di un immenso territorio vergine da conquistare, aperto allo spirito d'avventura di pionieri e di coloni, ha costituito uno straordinario fattore propulsivo nella storia del XIX secolo. Verso la metà del secolo, infatti, gli stati aderenti all'Unione erano ormai più di trenta e occupavano un territorio sconfinato che andava dall'oceano Atlantico alla zona dei Grandi Laghi e scendeva lungo la valle del Mississippi sino a raggiungere da una parte il golfo del Messico e dall'altra l'oceano Pacifico. L'indipendenza del Texas prima (1836) e la guerra con il Messico poi (1846-48) avevano infatti trasformato in territorio statunitense anche il Sudovest. Conseguenza principale di questo fenomeno fu che lo sviluppo dell'agricoltura dell'Ovest e del Sud poté procedere di pari passo, senza eccessivi squilibri, con il pur impetuoso sviluppo dell'industria del Nordest. La produzione rurale riusciva infatti a sopperire con la quantità delle terre disponibili all'arretratezza delle tecniche impiegate dai coloni.
Sul piano economico e sociale, tuttavia, gli Stati Uniti si trovarono a essere divisi in tre zone nettamente distinte: il Nord del dinamismo imprenditoriale e del lavoro operaio, il Sud delle grandi piantagioni e del lavoro schiavo, l'Ovest degli agricoltori e degli allevatori. Il conflitto non si fece attendere, anche se fu provvisoriamente arginato con il compromesso del Missouri del 1820 che stabilì, al parallelo 36°30', la linea di demarcazione tra stati non schiavisti e stati schiavisti. Con l'arrivo del nordista Lincoln alla presidenza, nel 1860, il conflitto prima latente precipitò e si verificò la secessione degli stati confederati del Sud. Quel che seguì, a partire dal 1861, fu una guerra civile assai sanguinosa che vide, per la prima volta, il pieno impiego a scopi bellici dei mezzi della grande industria e in particolar modo delle ferrovie, adibite al trasporto delle truppe e delle armi pesanti. Dopo una prima fase favorevole agli eserciti confederati, il Nord, forte di un potenziale economico superiore, prese il sopravvento e nel 1865 uscì vittorioso; il paese, con l'abolizione della schiavitù e con l'emancipazione dei neri, poté essere strutturalmente unificato. Si era in un certo senso conclusa la seconda tappa della rivoluzione americana. La ricostruzione, condotta nel Sud in un clima sociale ovviamente difficile, stimolò nondimeno un grande slancio industriale e produttivo. Alla fine del secolo, gli Stati Uniti potevano vantarsi, a buon diritto, di essere entrati nel novero delle grandi potenze. Si rivelarono, tra l'altro, un colossale «crogiuolo di fusione» (melting pot) etnico e razziale, in grado di assorbire una massiccia immigrazione di forza-lavoro dall'Europa (e successivamente dall'Asia), dando ai nuovi arrivati sbocchi lavorativi e opportunità di vita. Dopo l'arrivo di Inglesi, Irlandesi e Tedeschi, nella seconda metà dell'Ottocento e all'inizio del secolo successivo fu la volta delle popolazioni dell'impero asburgico, degli Scandinavi, degli Italiani, degli Ebrei, dei Polacchi, dei Russi e, sulle coste del Pacifico, degli Asiatici. Si può del resto calcolare che una ventina di milioni di persone raggiunsero gli Stati Uniti tra il 1870 e il 1920.
Battaglie
28 novembre 1862
Nel tentativo di recuperare il terreno perso durante la campagna di Pea Ridge con l'obbiettivo di respingere le forze nordiste di nuovo in Missouri, il generale Thomas Hindman spostò il suo esercito di 11.000 soldati a Fort Smith, Arkansas, e si preparò per superare le Boston Mountains per occupare la parte nord-occidentale dello stato. Ad attenderlo c'era Blunt con 5.000 unionisti. Hindman inviò Marmaduke con 2.000 soldati di cavalleria per tenere impegnato Blunt mentre lui attraversava le montagne. Blunt anticipò Hindman intercettando la cavalleria sudista che, colta di sorpresa, fu costretta a ritirarsi precipitosamente.
1 - 3 Luglio 1863
Le forze dell'Unione nordista sconfiggono la Confederazione del Sud, segnando al contempo la definitiva scomparsa dell'economia agricola fondata sulla manodopera servile.
29 novembre 1863
La battaglia di Fort Sanders è stato uno degli scontri determinanti nella Campagna di Knoxville e nella Guerra di secessione americana. Gli assalti Confederati del Generale James Longstreet non riuscirono a sfondare le linee difensive Unioniste del Generale di divisione Ambrose Burnside portando l'assedio di Knoxville ai suoi ultimi giorni. Il loro attacco all'alba è stato descritto come "crudele e raccapricciante per gli standard del XIX secolo". L'assedio di Fort Sanders è stata una delle sconfitte confederate più imponenti dell'intera Guerra di secessione, più che altro nelle proporzioni: i confederati soffrirono ben 813 vittime rispetto alle 13 dell'Unione. La combinazione di questa sconfitta e della notizia che Bragg era stato sconfitto a Chattanooga determinava l'effettiva fine dell'assedio di Knoxville.
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