Con la guerra dell'oppio (1839-42) e con il successivo trattato di Nanchino, che obbligò la Cina ad aprire al commercio con l'estero diversi porti, ebbe inizio la penetrazione europea, e britannica in particolare, nel territorio cinese. La Cina fu successivamente scossa da diverse rivolte, da quella T'ai-p'ing, esplosa verso la metà del secolo, a quella dei Boxers di fine secolo: ma il carattere xenofobo di tali movimenti non produsse un sentimento nazionale politicamente efficace e in grado di resistere al predominio commerciale e militare dell'Occidente.
Alla sfida di quest'ultimo, nell'Estremo Oriente, seppe invece rispondere il Giappone che, grazie alla restaurazione imperiale Meiji (che consentì all'imperatore di assumere il controllo di tutto il territorio nazionale) e al declino della Cina, si avviò a una industrializzazione accelerata e protetta proprio dal diffuso e generalizzato ossequio nei confronti dei valori tradizionali e dei rapporti feudali. In India, «perla» del colonialismo britannico, la rivolta dei reggimenti di sipahis nel 1857-58 mise in forse per molti mesi l'egemonia inglese, ma alla fine, domati i ribelli, la corona britannica si sostituì anche formalmente alla dinastia Moghul, esautorando nel contempo la Compagnia delle Indie che nei decenni precedenti aveva via via imposto la sua autorità nel governo del paese. In Indocina, infine, la penetrazione francese cominciò negli anni 50: a partire dal 1862 la penisola venne progressivamente occupata. La rivalità anglo-francese lungo il fianco sudorientale del continente portò all'occupazione della Birmania da parte della Gran Bretagna e del Laos da parte della Francia. L'urto delle potenze europee aveva portato al dominio coloniale diretto sull'Asia meridionale, all'indipendenza sempre più formale della Cina (inoccupabile per le dimensioni del suo territorio) e alla sua trasformazione del Giappone in potenza con ambizioni egemoniche nell'area del Pacifico. Nel nord del continente asiatico, l'impero russo, non senza scontrarsi con la Gran Bretagna, aveva proseguito la sua marcia e aveva collegato Mosca al porto di Vladivostok con gli oltre novemila chilometri della ferrovia Transiberiana. Intanto, la frontiera mobile degli Stati Uniti si avventurava oltre la terraferma e proseguiva il suo slancio con l'annessione delle Hawaii e l'imposizione di una sorta di protettorato su Cuba e su altre isole caraibiche, nonché sulle lontane Filippine. Due oceani, l'Indiano e il Pacifico, oltre l'Atlantico, si aprivano ora irreversibilmente al circuito mercantile delle potenze occidentali: l'Asia era il gigantesco centro di questo processo mondiale.
Nel continente africano nel frattempo, l'Algeria era già stata occupata nel 1830 dalle truppe francesi. Il declino dell'impero ottomano consentì poi l'occupazione della Tunisia da parte della Francia nel 1881 e dell'Egitto, che pure rimase formalmente indipendente, da parte della Gran Bretagna nel 1882. Il fianco orientale del continente, d'altra parte, dopo la costruzione del canale di Suez (inaugurato nel 1867), fu sottoposta all'influenza della Gran Bretagna, che poté così assicurarsi una piena egemonia nell'area dell'oceano Indiano tra Africa ed India. Nel sud del continente, la colonia del Capo, britannica dopo le guerre napoleoniche, entrò in conflitto con gli stati boeri (popolati dai discendenti dei coloni olandesi) e li inglobò dopo una guerra sanguinosa (1899-1902) nell'Unione Sudafricana. I Francesi, invece, guadagnarono gran parte del fianco nordoccidentale e l'Africa equatoriale, dove ingaggiarono lunghi conflitti con i regni islamici presenti in quell'area. Anche i Tedeschi (Togo, Camerun, Africa del Sudovest, Africa orientale tedesca) e i Belgi (Congo) parteciparono alla spartizione del continente che la Conferenza di Berlino del 1884-85, sancendo il principio della effettiva occupazione, aveva regolato. La resistenza araba ed africana fu ovunque sanguinosamente repressa e solo nel Sudan, contro gli Anglo-Egiziani, ebbe successo, con il Mahdi Mohammed Ahmed, per un periodo abbastanza lungo (1885-98). La riconquista del Sudan fu anche all'origine dell'incidente di Fashoda e della conseguente frizione anglo-francese, cui si aggiunsero rivalità franco-tedesche nel nord del continente (Marocco) e dissidi anglo-tedeschi nel sud (guerra anglo-boera). Alla fine del secolo, solo la Libia, il Marocco e l'Etiopia erano ancora indipendenti. La Francia e l'Italia s'incaricheranno di occupare anche questi territori.
Battaglie
7 febbraio 1842
La battaglia di Debre Tabor avvenne i 7 febbraio 1842 durante il periodo di Zemene Mesafint , in cui diversi signori della guerra in Etiopia combatterono per la supremazia. La battaglia fu un tentativo di Dejazmach Wube Haile Maryams, di rovesciareil sovrano etiope, Ras Ali II. Ras Ali vinse la battaglia con pesanti perdite, ma non fu in grado di mantenere la sua posizione di potere a lungo termine nonostante la sua vittoria.
4 marzo 1895
La disciplina, le preparazione e l'armamento dell'esercito giapponese furono tra le cause della vittoria nipponica nel conflitto con il colosso cinese sotto la dinastia Qing. La battaglia di Yingkou ne è un esempio lampante.
15 settembre 1950
La riuscita dell'operazione di Inchon frustrò il tentativo della Corea dei Nord di imporsi sulla Corea del Sud, contrassegnando la prima efficace azione militare patrocinata dalle Nazioni Unite.
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