Battaglie In Sintesi
31 Agosto 1823
Primogenito del conte d'Artois, poi re Carlo X di Francia, e di Maria Teresa di Savoia. Fu Re titolare di Francia, per pochi minuti, col nome di Luigi XIX, ma non regnò mai effettivamente.
Il 10 giugno 1799 sposò la cugina Maria Teresa Carlotta, unica erede sopravvissuta di Luigi XVI. Nel 1824 il padre divenne re e lui Delfino di Francia. Nel 1823 guidò la spedizione di Spagna, condotta dal Regno di Francia di Luigi XVIII al fine di ristabilire il potere assoluto del re Ferdinando VII, che si concluse con la battaglia del Trocadero.
Nel 1830, a seguito della rivoluzione (le "Tre Giornate gloriose") Carlo X abdicò a favore del nipote Enrico, conte di Chambord, che pochi minuti dopo ottenne la rinuncia scritta anche dello stesso Luigi Antonio. La Camera dei Pari di Francia non ratificò le due abdicazioni successive e chiamò al trono il cugino Luigi Filippo: perciò il 2 agosto dello stesso anno, Luigi Antonio andò in esilio con la famiglia. Il tempo risolse le varie interpretazioni che dividevano il campo borbonico. Se la morte del padre Carlo X, avvenuta nel 1836, contribuì ad incrementare i diversi punti di vista, coi legittimisti più intransigenti che vedevano in Luigi Antonio il nuovo sovrano col titolo di Luigi XIX, mentre quelli legalisti si richiamavano al testo abdicatario per riconoscere in Enrico il vero pretendente, la morte di Luigi Antonio in esilio nel 1844 senza eredi ricucì lo scisma, con Enrico a quel punto unico erede sotto tutti i punti di vista.
Giureconsulto e uomo politico liberale, fu fervente costituzionalista nel triennio liberale, fervore che lo portò anche ad essere tra i partecipanti allo scontro di Trocadero. Graziato, in seguito fu al comando di alcuni corpi liberali in Andalusia durante la Prima guerra Carlista (1833 - 1840). Ministro degli Interni nel 1840, in quanto sostenitore di Baldomero Espartero, fu arrestato ed esiliato nel 1843 all'avvento al potere del generale Narvaez. Nel 1846 tornò in patria e pronunciò alla Camera eloquenti discorsi contro il governo dello stesso Narvaez. Fu nominato presidente della "Real Academia de Jurisprudencia y Legislacion" fino al 1857, venne poi nominato senatore, ruolo che rifiutò in virtù delle proprie idee liberali.
Tornato in Spagna nel 1814, alla fine della Guerra di Indipendenza, Ferdinando VII, mantenne il suo ruolo di monarca fino al 1820, in cui nel gennaio il generale Riego si ribellò a Las Cabezas de San Juan proclamando il valore e l'"autorità" della Costituzione del 1812. Data questa situazione Fernando VII giurò sulla Costituzione di Cadice il 7 marzo, evento che diede inizio al triennio liberale 1820-1823. Questo non piacque alle monarchie europee che cercano di soffocare ogni accenno di liberalismo che poteva compromettere i regimi assolutistici stabiliti: già al Congresso di Vienna si era deciso di combattere per mantenere il legittimismo delle monarchie.
Al Congresso di Verona, nel 1822, alla Francia venne affidato il compito di "soccorrere" il re Ferdinando VII, che mostrò il proprio sostegno per l'invasione, da parte francese, del territorio spagnolo il 7 aprile 1823. Il popolo spagnolo, che già quindici anni prima aveva combattuto eroicamente i soldati della stessa nazione, questa volta non vide alcuna ragione per mostrare la sua forza, tanto che i cosiddetti "Centomila Figli di San Luigi ", attraversarono parte del territorio spagnolo come fosse una passeggiata militare. L'invasione dei 100.000 figli di San Luigi fu l'interferenza più formidabile negli affari interni di un paese dai tempi di Napoleone; la Spagna si trovò ad affrontarla perché fu tra i pochi paesi europei a cercare una svolta liberale nel periodo della Restaurazione, in perfetto disaccordo con l'assolutismo regnante nel resto del continente.
Come risposta all'invasione di stampo ancien regime, il governo liberale spagnolo si spostò verso il sud della penisola (da Madrid a Siviglia), e come precauzione, il ramo esecutivo venne inviato nella città di Cadice, considerata una piazzaforte sufficientemente resistente da reggere l'attacco dell'esercito francese. Il re, ovviamente, si rifiutò di approvare le mosse del governo, ma alla fine venne anch'egli "accompagnato" nel capoluogo di provincia. Le truppe francesi impiegarono solo tre mesi per attraversare tutto il territorio spagnolo ma, almeno questa volta, i realisti non causarono il terrore ed il disastro inflitto alla Spagna 13 anni prima dall'esercito di Napoleone.
Nel luglio 1823, arrivarono a Puerto Real. Il Duca d'Angouleme, a capo dell'esercito invasore, dimostrò di essere sottile e pratico nelle decisioni. Durante i tre mesi dell'assedio di Cadice, impose una tassa sui residenti di Puerto Real, che costrinse anche a rifornire l'esercito francese. A Cadice si erano preso seri provvedimenti per impedire la riproduzione degli eventi accaduti durante guerra d'indipendenza: ossia non far bombardare la città dalle stesse posizioni del precedente coflitto, Matagorda e Trocadero. A tal fine era stato costruito il Forte di San Luigi alla fine dell'isola di Trocadero, dotandolo di un importante presidio militare. La costruzione di questo forte, previsto inizialmente come una difesa impenetrabile, non ha soddisfatto le aspettative liberali; infatti non impedì il passaggio delle truppe agli ordini di Angouleme. Le truppe francesi infatti erano troppo superiori a quelle spagnole sia per risorse umane (100.000 francesi contro circa 2.000 spagnoli liberalisti) che per risorse militari, tanto da far pendere la bilancia della battaglia nettamente a favore francese.
Nonostante la cautela operativa, il primo assalto francese, partito il 16 luglio 1823, non diede i risultati sperati vista la tragica ma eroica difesa della guarnigione spagnola. Tra le 06:00-07:00 vi fu un incontro tra i rappresentanti delle due forze in campo in cui il comando francese negoziò per sospendere le ostilità e rimuovere i morti e feriti. Ma verso la fine di agosto, il 31 per la precisione, i francesi attaccarono a sorpresa il forte di Trocadero alla baionetta, sfruttando una bassa marea. L'assalto finale fu tragico per gli spagnoli, vissuto tra confusione e disordine. In seguito venne preso anche il villaggio di Trocadero, grazie ad un assalto sul fianco. Dopo quest'azione, l'esercito francese riuscì a catturare circa 1700 soldati liberali spagnoli.
Una volta presa Trocadero, le batterie di Fort St. Louis vennero usate per bombardare Cadice. Angouleme e una parte del suo esercito puntò sull'isola di León, che venne presa senza incontrare alcun tipo di resistenza e da dove poté iniziare l'attacco francese a Cadice attraverso l'istmo che collega l'isola stessa con la città. Dopo 3 settimane di bombardamenti la città di Cadice dovette arrendersi, il 23 settembre, e rilasciare il re Ferdinando ai francesi.
Una volta conclusesi le ostilità, il 2 ottobre, la monarchia assoluta era stata ripristinata in Spagna e, lo stesso re, dopo aver inizialmente optato per l'amnistia ai ribelli decise una serie di efferate repressioni nei confronti di coloro che gli si erano sollevati contro: 30.000 liberali furono uccisi e almeno altri 20.000 vennero imprigionati. Ebbe così inizio quello che è normalmente ricordato come la Década Ominosa (1823-1833), caratterizzata da una durissima repressione dei liberali, che si sarebbe risolto, dopo la morte del sovrano, nelle successive Guerre Carliste.
Ma lo scontro a Trocadero ebbe una forte risonanza internazionale. La battaglia di Trocadero è stato uno degli eventi che hanno scatenato, negli Stati Uniti d'America, la proclamazione della dottrina Monroe (2 dicembre 1823), volta a salvaguardare le Americhe da eventuali interventi delle potenze europee.
La caduta di Trocadero è stata commemorata a Parigi, con la Place du Trocadéro, nelle vicinanze del Bois de Boulogne; mentre il duca di Angouleme, il vincitore della battaglia, venne onorato con il titolo di "Principe di Trocadero".