Battaglie In Sintesi
24 - 25 Luglio 1904
Il giovane Stakelberg discendeva da un'antica famiglia nobile appartenente all'etnia tedesca del Baltico (Stackelberg); suo padre era il barone Karl Stakel'berg (1816-1909), proprietario terriero in Estonia, allora provincia dell'impero russo. Stakel'berg, figlio cadetto della famiglia, fu ammesso nel 1862 alla Scuola militare Nicola I di Mosca, uscendone tenente di cavalleria. Dal 1874 al 1876 Stakel'berg fu uno dei comandanti del Reggimento cosacchi di Semirece e si distinse durante la conquista del Khanato di Khiva, una delle tappe principali della conquista dell' Asia centrale; successivamente partecipò alla spedizione di Kokand del 1875, sotto il generale Kostantin von Kaufman: Stakel'berg fu gravemente ferito durante il combattimento, rischiando la vita più di una volta e, tratto in salvo con difficoltà, fu proposto per numerose decorazioni, rifiutandole però tutte. Durante la guerra fu anche catturato dai turchi, consegnandosi spontaneamente per salvare la vita di uno dei suoi uomini ma venne liberato prima della fine del conflitto. Questo episodio lo rese celebre in tutto l'esercito, specialmente nelle truppe cosacche, che lo considerarono un eroe.
Promosso capitano ed in seguito maggiore e tenente colonnello, il 16 agosto 1886 ricevette il comando del XXV Reggimento Dragoni a Kazan', detenendolo fino al 5 dicembre 1890. In occasione della promozione a colonnello, il 3 dicembre 1897 fu assegnato alla XV Divisione di Cavalleria dei Cosacchi del Transcaspio. Stakel'berg comandò la X Divisione di Cavalleria durante la repressione della rivolta dei Boxer e durante l'occupazione della Manciuria; dopo la guerra fu promosso maggior generale e comandante in capo del II Corpo d'Armata siberiano e successivamente, nel 1902 del I Corpo di cavalleria. Dal 5 aprile 1904, durante la guerra russo-giapponese Stackelberg comandò il I Corpo Siberiano, composto quasi esclusivamente da cosacchi e tartari, comandando il contingente russo alla battaglia di Te-li-Ssu, venendo però sconfitto dal generale giapponese Yasukata Oku. Ignorando gli ordini del comandante in capo Kuropatkin, inesperto e indeciso, Stakel'berg riuscì però a riabilitarsi scacciando la Seconda Armata Giapponese, una delle poche vittorie dell'esercito russo durante la guerra. Venne però presto battuto nuovamente dal generale Oku durante la battaglia di Sandepu, riuscendo però a ritirarsi senza contrarre troppe perdite. Rifiutando di obbedire agli ordini dell'incapace Kuropatkin. Stakel'berg venne rimosso dal comando per insubordinazione e rimandato a San Pietroburgo. Nonostante ciò venne insignito dell'Ordine di San Giorgio per i suoi meriti e si ritirò dall'esercito. Il barone Stakel'berg è considerato uno degli ultimi generali russi della vecchia scuola, carismatico, amato dai soldati e coraggioso comandante di cavalleria pronto a mettere e repentaglio la sua vita.
Generale giapponese, nato il 19 novembre 1849, morto a Tokyo il 18 luglio 1930. Capitano nel 1872, si distinse due anni dopo nella repressione della rivolta provocata dai reazionari. Generale di brigata nel 1885, fu inviato l'anno seguente in Europa per studi militari e, al suo ritorno in patria, fu promosso generale di divisione. Nella guerra contro la Cina (1894) ebbe il comando della 1ª divisione, che operò molto attivamente e con pieno successo in Manciuria, ottenendone in compenso il titolo di barone e il comando della Guardia imperiale. Nel 1903 generale d' armata, ebbe nella guerra scoppiata l'anno seguente contro la Russia il comando della 2ª armata, il quale, raccoltasi nel porto coreano di Chemulpo (Jinsen) e imbarcata su 80 piroscafi, prese terra ai primi di maggio 1904 nella penisola del Liao-tung. Di lì l'Oku forzò in aspro combattimento l'istmo di Nan-shan, poi combatté vittoriosamente alla battaglia di Tashihchiao. Alla successiva battaglia di Liao-yang l'armata dell'Oku ebbe l'arduo compito di attrarre su di sé il maggior peso delle forze russe per agevolare la manovra d'un'altra armata giapponese all'estremo est del campo di battaglia. Infine, alla battaglia di Mukden sferrò tenaci e cruenti attacchi contro l'ala destra russa per dare tempo all'armata giapponese di Nogi, proveniente da Port-Arthur, di attuare una larga manovra aggirante di quella stessa ala nemica.
Dopo le prime operazioni, come a Telissu, la II armata giapponese a sinistra, la I a destra e la IV al centro, iniziarono l'avanzata concentrica contro il grosso delle forze russe. Da questo momento la strategia giapponese si sviluppò con ancora maggiore complessità di mezzi e di manovre. La II armata procedette lungo l'asse della ferrovia trans-mancese, segnando alcuni tempi d'arresto, resi necessari dal coordinamento dell'avanzata di concerto con le altre armate e per organizzare al meglio la logistica. Il 7 luglio il generale Oku aveva il grosso delle truppe a sud di Kai-Chow (Puyang, provincia di Hanan, R.P.C.) a contatto tattico con la difesa russa che attaccò e respinse due giorni dopo in condizioni simili a quelle di Wa- Fang-Kou. Stakelberg prese una nuova posizione a Ta-Shih-Kiao (l'odierna Dashiqiao, 25 Km a S.O. della città di Haicheng, oggi è un quartiere della città di Liaoning) il cui controllo era essenziale per limitare ulteriori progressi delle truppe giapponesi verso Liao-yang e Mukden; anche qui fu attaccato da Oku, che si era proposto di agevolare con questa azione lo sblocco dai monti della IV armata di Nozdu.
Il generale Oku abbandonò la prudenza ordinando un attacco frontale alla III, V e VI divisione, lasciando la IV divisione come riserva. La battaglia iniziò alle ore 05:30 del 24 giugno 1904 con una serie di colpi di artiglieria, con il passare del tempo la temperatura del campo di battaglia salì fino a 34 °C rendendo arduo il lavoro dei soldati russi, più sofferenti al calore perché non abituati al caldo. Stakel'berg chiese ripetutamente il permesso di ritirarsi prevedendo una disfatta e infatti i giapponesi iniziarono ad attaccare in massa circa a mezzogiorno cioè nel periodo di maggior calore della giornata. Alle 17:30 i giapponesi avevano perso numerosi soldati e non erano riusciti a conquistare nessuna posizione duratura. Alle 22:00 circa la V divisione giapponese lanciò l'attacco determinante che invertì le sorti della battaglia riuscendo a sfondare le stanche e spossate linee nemiche, a quel punto Stakelberg riuscì a far ritirare il suo esercito senza gravi danni nonostante il fuoco aperto dai giapponesi sui russi in ritirata. Nel pomeriggio del giorno successivo la città era completamente in mano ai giapponesi e tutti i russi l'avevano evacuata.
Stakelberg ancora una volta era riuscito a far ripiegare le proprie truppe sotto il fuoco nemico. Per quanto riguarda le perdite, ci sono diversi conteggi, ma un consenso storico generale le indica in circa un migliaio per parte. Con l'occupazione della città i giapponesi si impadronirono di un eccellente porto di incalcolabile utilità come nuova base di approvvigionamenti.
Bibliografia:
"La guerra nell'Estremo Oriente 1904-1905", L. Dal Verme, Roma 1906
"La guerra russo-giapponese", V. Carpi, Torino 1906-07
"La guerra ruso japonesa", M. J. Lagos, Buenos Aires 1905
"The Russo-Japonese War", fully illustrated, W. Jikemura, Tokyo 1905
"La guerra russo-giapponese (1904-1905) attraverso le testimonianze dei corrispondenti della stampa e degli addetti militari italiani.", in "Storia d'Europa" XXIV ciclo, Andrea Crescenzi, Sapienza, Roma 2010-2011