Battaglie In Sintesi
20-25 Agosto 1914
Generale di artiglieria, allo scoppio della prima guerra mondiale comandò il corpo d'armata di riserva della guardia: diresse l'espugnazione di Namur (22-28 agosto 1914). Mandato sul fronte orientale col suo corpo d'armata nella "battaglia invernale" ai Laghi Masuri, protesse efficacemente il fianco all'8ª armata; nel luglio 1915, come comandante di un gruppo di armate, diresse l'attacco contro l'esercito russo che portò alla rottura della linea del Narew. Dall'autunno 1915 comandò l'11ª armata contro la Serbia e più tardi la 2ª in Francia; nel febbraio 1918 ebbe il comando di un gruppo d'armate sul fronte di Verdun. Scrisse: Meine Führer tätigkeit im Weltkriege, 1914-16 (1929).
Allo scoppio della prima guerra mondiale era governatore di Namur che difese nell'agosto 1914, con il concorso francese, contro i Tedeschi; con le truppe sottratte alla cattura partecipò nell'ottobre successivo alla battaglia dell'Yser. Nel 1918, nel corso dell'offensiva generale sferrata dagli Alleati, fu a capo dell'armata belga del Nord con la quale prese parte alla battaglia di Fiandra ed entrò a Ostenda (18 ottobre).
Il Belgio è uno di quei paesi moderni formatisi dalla convenienza politica. Sulla base delle antiche province del sud Paesi Bassi, le Fiandre e le aree valloni di Artois, è stato istituito come una barriera tra la Francia, i Paesi Bassi e gli stati che si andarono ad unire per formare la nazione tedesca. La neutralità belga venne garantita dal trattato del 1839, firmato da tutti i paesi che alla fine sarebbero diventati i principali belligeranti della Grande Guerra del 1914-1918. Negli ultimi decenni del XIX secolo, la fortuna belga andò crescendo. Capitalizzando la sua posizione nel cuore dei traffici europei, come luogo di scambio internazionale, e le grandi fonti di ricchezza naturale come carbone e ferro, la sua popolazione crebbe esponenzialmente e il suo benessere economico sbocciò negli anni appena antecedenti alla guerra. Militarmente, si credeva, da parte delle grandi potenze del tempo, che le forze belghe fossero di poco conto, perché, praticamente, non aveva nessun esercito vista la sua perpetua neutralità. Nel corso di tutte le crisi diplomatiche degli inizi del XX secolo, il Belgio rimase sempre in disparte, concentrandosi più sullo sviluppo delle sue recenti acquisizioni in Africa centrale, tra le più ricche dal punto di vista minerario dell'intero continente, e per far rendere al massimo il suo periodo d'oro industriale. In quel momento, quindi, aveva ben poco senso una qualsiasi azione militare imminente da parte belga. In questa accogliente atmosfera, gli organi diplomatici belgi non riuscirono a sensibilizzare il proprio governo sul fatto che la sicurezza nazionale si stava progressivamente indebolendo in quanto continuava ad affidarsi alle tradizionali garanzie date dalla neutralità. L'ambasciatore francese a Bruxelles veniva sempre più isolato, soprattuto in seguito al fatto che sia il Ministero degli Esteri belga che gli esponenti dell'alta società stabilirono in maniera crescente sempre più trattati con enti tedeschi. Tutto questo portò, nel 1910, la Germania a superare la Francia come il più importante partner commerciale del Belgio. 'La Belgique Moderne', pubblicato nel 1910 dal francese Henri Chauriaut rimarcava la rapidità della penetrazione culturale tedesca nella vita belga. Particolarmente i cattolici fiamminghi erano molto impressionati dalla disciplina e dalla moralità tedesca. Intellettuali belgi cominciarono allora a passare più tempo in Germania che alla Sorbona, a Parigi. Inevitabilmente così la politica e l'opinione pubblica belga erano, negli anni immediatamente prima della guerra, molto pro-tedeschi. Solo una categoria rimasta fermamente pro-francese: la classe ufficiale. Essi infatti ereditavano la lingua e la cultura francese, e fu da questa classe che emersero gli avvertimenti, che si dimostrarono corretti, a proposito dei pericoli della crescente influenza tedesca.
È stato in gran parte grazie al Re Leopoldo II e Albert che il Belgio riuscì ad avere un tipo di esercito efficace per il 1914. I due re non solo erano nella posizione di essere forti monarchi costituzionali sostenuti da successioni di deboli governi nazionali, ma soprattutto, erano, costituzionalmente, i comandanti in capo delle forze armate. Leopoldo aveva agito responsabilmente, in seguito alla guerra del 1870 e considerando l'evidente crescita della potenza tedesca in Europa, fece partire sia la costruzione delle fortezze sulla Mosa, a Namur e Namur, sia una legge che decretava la crescita dell'esercito con un sistema di servizio nazionale che coinvolgeva oltre 100.000 uomini. Il paese non riuscì a rispondere efficacemente al decreto, così un ulteriore legge venne approvata nel 1902, affidando la responsabilità principale della difesa ai volontari. A dispetto di un forte sostegno democratico-cristiano per l'espansione militare, il partito di governo cattolica vacillava. Il popolo belga non erano militarista, e c'era poco, in termini di propaganda interna che li 'invogliasse' in quel senso.
Un'altra legge venne approvata nel 1909, questa volta limitando servizio ad un figlio per famiglia. In questo modo, e insieme ad altri tipi vari di 'incentivi', che potevano abbreviare il periodo di servizio, l'esercito poteva contare a quel punto su circa 33.000 elementi per ogni anno. La durata, proposta, del servizio differiva dall'arma di appartenenza, ma in tutti i casi era lunga appena per formare un uomo, figuriamoci per dargli un'esperienza militare importante:
. Fanteria 15 mesi
. Artiglieria 21 mesi
. Cavalleria 24 mesi
Tutti gli uomini erano poi tenuti in riserva attiva, per un servizio totale di 15 anni.
Nel 1912, il capo del governo cattolico, Charles de Broqueville (che si era unito alla Camera nel 1892 come un anti- militarista, e che poi nel 1909 non approvò la legge sulla coscrizione) annunciò che una riforma militare profonda era necessaria per la nazione belga. Era una copia del piano di espansione dell'esercito tedesco relativa allo stesso anno, ma, ovviamente, ridotta nelle dimensioni. Nel 1913, la clausola che portava solo un figlio per nucleo familiare in servizio venne revocata. Secondo autorevoli storici à stato calcolato che ci sarebbe voluto almeno fino al 1918 per avere a disposizione un esercito di 340.000 uomini ben addestrati, numero di riferimento considerato come minimo necessario per difendere il paese da un attacco serio.
L'esercito belga nel luglio 1914 era forte di circa 190.000 unità ed organizzato come un esercito di campo con sei divisioni, più le guarnigioni delle fortezze situate su Anversa, Namur e Namur. L'esercito contava su circa 14.000 soldati professionisti in ferma, mentre il resto era diviso tra unità in servizio di leva e riserva. È interessante notare che l'esercito belga nel 1839 era composto da ben 100.000 uomini, potendo contare però sulla metà della popolazione rispetto al primo decennio del XIX secolo). Gli effetti delle leggi militari sul rafforzamento dell'esercito, furono comunque di forte impatto, come può essere visto nella composizione di questa lista in cui vengono indicati le forze in aggiunta anno per anno dell'esercito belga:
. 1906-9 13.000 uomini all'anno
. 1910 - 17.000 uomini all'anno
. 1911 - 19.000 all'anno
. 1912 - 21.000 all'anno
. 1913 - 33.000 all'anno
Così, con un potenziale totale di 144.000 uomini disponibili per l'esercito circa 40.000 non divennero reclutabili nell'agosto 1914 per vari motivi. Circa 104.000 uomini servirono nell'esercito nel 1914, a cui vanno aggiunti i 14.000 soldati regolari del tempo. Inoltre, le fortezze di Namur, Namur e Anversa erano presidiate da 5.000 elementi fissi come guarnigione oltre ai 60.000 'anziani' delle classi 1899-1905. Il saldo del totale, prima riportato (190.000) era composto da personale, ufficiali e unità di supporto vari. L'armamento e le attrezzature dell'esercito riflettono decenni di rigorose attenzioni al budget finanziario. In tutto erano disponibili solo 93.000 fucili e 6.000 spade, dato di suo già abbastanza grave in considerazione degli effettivi, ma il vero problema in termini di armamento era rappresentato dalla scarsità di artiglieria. C'erano solo 324 cannoni oltretutto obsoleti, e un misero numero di 102 mitragliatrici. Un decreto del 15 dicembre 1913, emesso come reazione all'aumento delle tensioni e alla chiara intenzione di Re Alberto di adottare una posizione difensiva neutrale, faceva partire ordini per le moderne apparecchiature di artiglieria. Gli ordini di artiglieria pesante vennero affidati all'azienda Krupp, in Germania. Inutile dire che, Krupp ritardò le consegne e quindi, i belgi scesero in campo con un solo tipo di arma che rientrava nei parametri di moderna artiglieria leggera e comunque con un quantitativo minimo. Ma i problemi non erano finiti. Non c'era praticamente nessun mezzo di trasporto meccanizzato, l'esercito si basava ancora sul cavallo; c'erano anche gravi carenze per il genio militare, attrezzature minori e persino uniformi, tant'è che l'amministrazione non riuscì ad attrezzarsi per l'espansione delle classi 1913 e 1914.
Mentre la crisi 1914 si andava accentuando, un osservatore neutrale, che avesse dovuto valutare la capacità dell'esercito di difendere il paese, avrebbe trovato poco spazio all'ottimismo in campo belga. In primo luogo, vi erano disaccordi ai massimi livelli sulla strategia da adottare, anche se quasi tutti erano d'accordo sulla posizione neutrale difensiva. Certo, si andava incontro alla probabilità di essere invasi da Germania e Francia, ma le due superpotenze intendevano scontrasi con le strategie che erano tutt'altro che segrete. Queste divergenze, negli altri quadri militari belgi, permase ancora nell'inoltrato anno 1914. Allo scoppio della guerra infatti, non una decisione significativa era stata presa sul dispiegamento dell'esercito, indipendentemente che il Belgio fosse attaccato dalla Germania o dalla Francia. Il governo di de Broqueville si aggrappava ostinatamente alla speranza che fossero rispettati i trattati di neutralità, fino al momento in cui le truppe tedesche stavano attraversando il confine. In campo belga, non è stato semplicemente compreso cosa sarebbe successo quando le garanzie del 1839 sarebbero diventate senza valore.
De Selliers de Moranville, Capo di Stato Maggiore a partire dal 25 maggio, propose di concentrare tutto l'esercito nelle fortezze di Anversa, Namur e Namur lasciando solo una parte delle forze come schermo per ritardare le avanzate nemiche. De Ryckel, aiutante generale, era invece favorevole ad una politica che guardasse ad un forte presidio delle frontiere, soprattutto di fronte a Namur, per poter verificare le forze d'invasione, e solo allora cercare di ripiegare su Anversa, se ritenuto necessario. Il re Alberto stabilì allora che: l'esercito si doveva concentrare sulla riva sinistra della Mosa, preparare una seconda linea lungo il Gette, ed avere base su Anversa. Le decisioni finali vennero adottate il 2 agosto, quando i tedeschi stavano già espandendosi in Lussemburgo. Accanto alla preoccupazione per la strategia vi era la preoccupazione per la condizione dell'esercito belga stesso. Esso infatti non aveva mai combattuto, e praticamente tutta la sua efficacia era concentrata sul buon funzionamento delle guarnigioni di fortezza. Gli ufficiali avevano mai comandato grandi corpi di uomini in campo aperto. Erano anche, nella maggior parte dei casi, terribilmente in contatto con gli uomini, la maggioranza dei quali parlavano fiammingo, non il francese della classe ufficiale stessa. Gli ordini militari invece continuavano ad essere dati solo in francese, il che, aggiunto al dato che oltre il 10% dei soldati semplici erano analfabeti, creava un certo disagio nella catena di comando. Infine, l'esercito belga era in fase di riorganizzazione, con molte unità, brigate, divisioni e personale in via di cambiamento. Questo stato di incertezza amministrativa esisteva ancora quando i tedeschi marciarono sul Belgio nel mese di agosto del 1914.
La posizione militare del Belgio è stata inevitabilmente dettata dalla posizione geografica e politica, in bilico tra le due super-potenze Francia e Germania, che avevano previsto due piani strategici bene definiti tempo prima dell'apertura del conflitto.
La strategia militare francese in Europa era sostanzialmente guidata da due forze:in primo luogo, un appassionato desiderio di riconquistare i territori dell'Alsazia e della Lorena, che erano stato ceduti a buon mercato ai tedeschi dopo il famoso conflitto del 1870; queste due regioni erano state intensamente germanizzata, provocando la repulsione dei francesi, inoltre erano, e sono ancora oggi, ottimi settori per l'agricoltura e l'industria. Per le terre tedesche ad ovest del fiume Reno quelle zone erano di immensa importanza tattica poiché erano regioni industriali di assemblaggio materiali per le truppe, e rappresentavano quindi un bersaglio ovvio per una potenziale offensiva francese. In secondo luogo, l'esercito francese era diventato ossessionato da una dottrina militare che si basava quasi esclusivamente sull'attacco - specialmente l'idea di attacco a oltranza, con stile, con energia, con uno slancio. Questa idea era relativamente nuova, ma era sviluppata a partire dal 1900, guidata dall'insegnamento di Foch e altri presso le scuole ufficiali. Prima di allora, la strategia francese era stata fortemente marcata dal difensivismo, strategia che aveva portato alla costruzione delle fortezze di confine a Maubeuge, Belfort, Verdun, Toul, Epinal e in altre località.
La nuova dottrina portò inesorabilmente alla mancanza francese nell'organizzazione difensiva, e all'assenza di una formazione su come affrontare un nemico che avesse resistito e contrattaccato a sua volta. Questo tipo di mancanza stava per costare caro ai francese nei primi anni della guerra, particolarmente nei primi scontri lungo la frontiera. I piani francesi pertanto collocavano un gran numero di truppe in grado di aggredire l'Alsazia e la Lorena, con il centro di gravità dell'esercito che ruotava di fronte Metz. La prima e la seconda armata, sotto generali Dubail e de Castelnau, sarebbero state dirette verso Colmar, Strasburgo e Metz. I francesi, naturalmente, sapevano che i tedeschi avrebbero attaccato la Francia appena avuta l'opportunità, e volutamente lasciato aperto un canale - i trouée de Charmes - per loro di farlo. Un ampio spazio è stato lasciato tra la Seconda Armata, e la Terza Armata del generale Ruffey di fronte Longwy e al Lussemburgo. Si ipotizzava quindi che i tedeschi sarebbero stati indotti a entrare nel varco, e quindi trattenuti nella zona e distrutta dai forti intorno a Verdun. Il resto dell'esercito prese posizione lungo il confine con il Belgio a nord fino alla vecchia fortezza di Maubeuge, rimanendo sulla difensiva, mentre la Prima e la Seconda armata dovevano avanzare, attraverso le Ardenne. I belgi avevano quindi ragione a preoccuparsi tanto di un attacco sia da ovest che da oriente. La pianificazione francese però non considerava che i tedeschi potessero avanzare attraverso le regioni settentrionali del Belgio (anche se va detto che, Michel, predecessore di Joffre come comandante in capo, aveva postulato questo possibilità che venne ritenuta assurda e divenne una delle cause della sua destituzione). Le distanze erano troppo lunghe, secondo i francesi, perché potesse essere praticata quell'ipotesi, e, naturalmente, violava la stessa neutralità che il suo stesso paese aveva firmato per prima. Quindi solo un sottile schermo di protezione venne lasciato tra Maubeuge e la costa nei pressi di Dunkerque. Il piano francese era di grande semplicità e, a parte piccole modifiche particolari, rimase invariato fino all'inizio delle ostilità. L'ultima revisione del 1912, era il Piano XVII.
Ma l'Intelligence tedesca conosceva, per grandi linee, le intenzioni francesi, fin dal 1897. Fu in questo anno che von Schlieffen, Generale del capo di Stato Maggiore tedesco, aveva trovato il coraggio di articolare la ovvia risposta militare per l'alleanza franco-russa del 1893. Non poteva combattere e battere entrambi contemporaneamente; quindi, contando sulla tradizionale incompetenza russa e sulla loro incapacità di mobilitarsi in massa a causa della mancanza di un sistema ferroviario sufficiente, poteva contare su un breve periodo di tempo in cui per battere il nemico francese. I tedeschi potevano contare sui benefici degli ottimi sistemi ferroviari laterali che vennero costruiti per spostare masse di truppe da una potenziale Francia conquistata fino in Oriente, per battere in seguito i russi. Ma il confine franco-tedesco non era l'ideale per un grande assalto. Gran parte di esso era collinoso, e i francesi avevano lasciato un ampio divario di fronte a Verdun, troppo evidente per attaccarlo in sicurezza. Quindi, solo 40 chilometri circa di fronte erano ideale per l'assalto, uno spazio non sufficiente per un attacco di massa e potenzialmente pericoloso perché poteva lasciare il fianco troppo esposto ad un potenziale contrattacco francese. No, la risposta è stata di muoversi attraverso il Belgio, e marciare su Parigi. Politicamente impossibile, sembrava a von Schlieffen che la possibilità di accerchiamento da parte dell'Alleanza ne giustificasse l'azione. Più tardi, appena nell'Alleanza, divenuta Triplice Intesa, si unì l'Inghilterra, la giustificazione per l'invasione belga era definitiva. La macchina della propaganda tedesca cominciò a suggerire all'opinione pubblica, che quei paesi non ancora allineati, come il Belgio, francesi e inglesi non avrebbero esitato a usarli come loro aufmarschgebiet, o zona trampolino di lancio, per un assalto diretto alla stessa Germania. Così, naturalmente , era solo per motivi di difesa che la Germania avrebbe invaso il Belgio.
Il piano di Von Schlieffen seguiva quindi queste linee guida: l'esercito avrebbe colpito duro e veloce contro la Francia, in un movimento che puntasse direttamente da Nord verso Parigi. Qualora fosse andato tutto bene, l'esercito avrebbe continuato il suo movimento in senso antiorario per piombare alle spalle sul grosso dell'esercito francese soprattutto se quest'ultimo fosse, anche di poco, avanzato in Lorena, visto che i tedeschi avrebbero lasciato una forza molto leggera numericamente parlando a sud di Metz. Per assicurarsi la vittoria, ci sarebbero tre volte il numero di uomini sulla fascia destra tedesca rispetto alla propria sinistra. A questo punto il piano per l'occupazione del Belgio, diveniva fondamentale; il progetto era semplice - mettere fuori combattimento i forti di Namur e Namur e andare avanti il più rapidamente possibile. Fondamentali in questo progetto erano la cattura delle ferrovie, di Bruxelles e la presa di Anversa come varco aggiuntivo, utile per un ulteriore accesso al mare del Nord. Non c'era proprio nessuna possibilità che le sei divisioni dell'esercito belga, così scarsamente attrezzate e organizzate, potessero rivelarsi una minaccia per le potenti armate teutoniche. Gli eserciti di Von Kluck, Von Bulow e Von Hausen dovevano, secondo i piani, muoversi rapidamente in avanti, superando in velocità le resistenze belghe, per poi catturare Parigi. Ma i tedeschi non si resero conto che, al fianco dei belgi, ci sarebbe stata anche la British Expeditionary Force, posizionata di fronte a Maubeuge sulla sinistra dello schieramento francese. Questa disposizione del BEF fu una vera sorpresa per tutti, lo stesso Parlamento britannico non ne sapeva nulla fino a all'ultimo minuto, e d'altronde non c'era ragione di preoccuparsi da parte parlamentare, anche qualora fossero stati a conoscenza dell'operazione. Infatti quattro divisioni di un esercito a cui erano state date alcune dure lezioni dai boeri a pochi anni prima, avrebbero avuto un piccolo impatto sulle operazioni tedesche. Spregevolmente piccolo, come disse il Kaiser.
Ma sopra ogni cosa, la debolezza del Piano Schlieffen stava nella rigidità del calendario, sia nella tempistica programmata per catturare Parigi (operazione quasi riuscita), sia nella sottovalutazione delle difficoltà di approvvigionamento e di comunicazione delle forze finora in avanzamento. In definitiva, questi problemi, furono i responsabili del fallimento del Piano Schlieffen. Le forze alleate potevano spostare le truppe sul fronte, grazie all'uso della ferrovia, molto più velocemente di quanto i tedeschi potevano fare, senza contare la possibilità di inviare rapidamente rifornimenti alimentari ed eventuali truppe di riserva. Inoltre, fattore forse ancora più critico, l'isolamento di Moltke dalla linea del fronte, visto che era arrivato non lontano da Parigi, portò ad una seria ad una serie di decisioni sbagliate e di un indebolimento importante delle forze tedesche nel quadrante a nord. Sfruttando le lacune nel sistema tedesco, francesi ed inglesi furono in grado di terminare rapidamente la guerra di movimento paventata dagli avversari dando inizio alla statica guerra di trincea.
Con l'intensificarsi della crisi, nell'estate del 1914 , sia Piano XVII e il piano Schlieffen cominciarono ad essere attuati. Un enorme numero di uomini vennero mobilitati e iniziarono a prendere posizione. Il 27 luglio, il Belgio cercò di correre ai ripari richiamando i 33.000 uomini della classe 1913 , che erano andati in congedo il 10 luglio. Il 31, venne proclamata la mobilitazione generale, dopo l'annuncio tedesco di Kriegsgefahrzustand alle 13:30 di quello stesso giorno. Il 2 agosto, i tedeschi occuparono il Lussemburgo, senza incontrare alcuna opposizione. Partì così l'ordine, a tutti i posti di frontiera lungo tutte le frontiere belghe, di aprire il fuoco contro tutte le truppe nemiche che cercassero di attraversare il Belgio. Lo stesso giorno, l'ambasciatore tedesco a Bruxelles si presentò al Ministero degli Esteri belga, con una lettera, o meglio, con un ultimatum. Con il pretesto che la Francia stava per attaccare il Belgio, infatti, i tedeschi chiesero il libero passaggio attraverso il territorio belga. La richiesta, o ultimatum, venne brevemente discussa dal Governo belga, che un'ora più tardi la respinse all'unanimità. Il 3 agosto, i francesi iniziarono le ostilità contro la Germania, e Joffre ordinò al VII Corpo di andare avanti per catturare Mulhouse. (Per inciso, il comandante dello stesso VII, il generale Bonneau, tergiversò, impiegando due giorni per raggiungere la città - che era a soli 15 chilometri dalla sua base - e trascurando successivamente ricognizioni e fortificazioni difensive, perdendo così la stessa città appena due giorni dopo). I tedeschi, subito dopo l'occupazione, trasferirono ancora più uomini in Lussemburgo. Fu solo in questo giorno che il quartier generale belga decise finalmente come schierare il proprio esercito. La 3a Divisione del generale Leman venne dislocata a Namur, la 4a, sotto Michel, a Namur, per la difesa ad oltranza. La 1a Divisione lasciò Gent per Tienen, la 2a passò da Anversa a Leuven, la 5a da Mons a Perwez, e la 6a passò a Wavre, provenendo dalla capitale. All'alba del 4, vennero inviati gli ordini alle unità tedesche avanzate: dovevano eseguire il passo successivo del Piano Schlieffen, ossia la distruzione o la cattura di Namur. Unità tedesche attraversarono il confine con il Belgio, in sei punti diversi. Un telegramma venne inviato da un piccolo presidio di confine belga: «dalla 34a Brigata a Gemmenich al generale Leman, comandante della 3 Divisione, a Namur: 'Le terroire Belge avait été envahi par les troupes Allemandes!'». Caduta Liegi, dopo una tenace resistenza che ritardò notevolmente l'avanzata tedesca, era giunto il turno di Namur.
Così come a Liegi, la città di Namur era stata fortificata tra il 1888 e il 1892 sotto la direzione dell'ingegnere militare Brialmont con la costruzione di un anello di fortificazioni che circondavano per intero la città stessa. Si credeva, da parte belga, che i forti, accompagnati dal supporto attivo della fanteria, avrebbero protetto gli attraversamenti dei fiumi Sambre e Mosa dall'invasione tedesca. In maniera simile a Liegi, i forti stavano a circa cinque chilometri dal centro della città, ed erano nove in totale (quindi una differenza in termini di distanza dal centro cittadino e in numero totale). Infine forti erano collegati, come a Liegi, da trincee e filo spinato, anche se le condizioni di quest'ultimo non erano ottimali.
Von Bülow ordinò al Generale Gallwitz, comandante del Corpo della Riserva della Guardia, di condurre l'attacco su Namur con Angriffsgruppe, mentre la Terza Armata doveva rimanere a protezione contro un eventuale attacco degli Alleati tra Namur e Givet. Nel frattempo, l'artiglieria pesante ed alcune unità del genio, ancora stanziate a Liegi, furono inviati a Namur lungo la valle della Mosa portando con loro l'esperienza guadagnata nell'operazione contro i forti di Liegi. Von Bülow arrivò alla sede centrale di Gallwitz 20 agosto ed insisté che la Divisione di Riserva muovesse ulteriormente a nordovest di Namur, per proteggere il fianco sinistro della Seconda Armata che cercava di aggirare la fortezza. Per far questo, la divisione di Gallwitz doveva attraversare il fiume ad Andenne ma i "borghesi" belgi ne rimandarono il passaggio tramite un combattimento stradale. La 3ª Divisione di Guardia fu invece dirottata a Hingeon da un contrattacco belga da Cognelée. Sull'argine meridionale, nel frattempo, l'XI Corpo tedesco respinse improvvisi attacchi belgi, arrivò ai suoi punti di raggruppamento e stabilì la propria posizione di fianco a Florée. Ma l'artiglieria Tedesca arrivò tardi e così il bombardamento fu posticipato al 21 agosto.
Dopo una ricognizione 19 agosto, Gallwitz decise, di attaccare la parte nord-orientale della fortezza con la Terza Divisione di Guardia tra Hingeon e Vezin ed il lato orientale con la Prima Divisione della Riserva della Guardia situato ad Andenne. L'artiglieria d'assedio, una volta giunta, doveva essere piazzata nei settori opposti: Marchovlette, Maizeret ed Andoy. Il piano era ben strutturato, ma i belgi avevano usato il tempo impiegato nell'assedio di Liegi per consolidarte le fortificazioni di campo costruite tra i forti e, particolarmente nella parte più vulnerabile del perimetro difensivo di Namur: ossia la direttrice che va da nord a sud-est.
Il bombardamento iniziò il 21 agosto ma fu subito interrotto dalla nebbia e da mezzogiorno l'artiglieria su nordest e sud-est aveva sparato mettendo sotto pressione solamente i forti Marchovelette, Maizeret, Andoy e la terra che s'interponeva nel mezzo di questi. Nel frattempo la Prima Divisione della Riserva avanzò nell'area di Hemptinne e Meeffe, mentre la Terza si avvicinava ai villaggi di Marchovelette, Gelbressée e Wartet, così come la 22ª Divisione arrivò vicino a Thon, e la 38ª arrivò ad Andenne. Un controllo del terreno a est e sud-est di Namur fece emrgere che essendo assai scosceso era disadatto per un attacco il che portò Gallwitz a pensare ad una finta in quel quadrante ed ordinò alla 38ª Divisione di muoversi dall'argine nord a partire dal giorno successivo. Il tempo piovoso impedì una ricognizione fotografica aerea tedesca ma la 1a e la 38ª Divisione della Riserva erano già destinate ad un attacco tra Daussoulx e Gelbressée, così come la 3ª Divisione rimase in riserva. Il fuoco d'artiglieria fu diretto sul forte Cognelée già dal 22 agosto, mentre i difensori belgi effettuarono due contrattacchi costringendo la 3ª Divisione di Guardia a lottare aspramente vicino a Marchovelette, mossa che costrinse i tedeschi a dilazionare l'attacco fino al giorno dopo. Il bombardamento continuò, coi comandanti d'artiglieria sicuri degli effetti della propria azione, che, nelle loro convinzioni stava devastando i forti belgi, i quali però, secondo le ricognizioni aeree non diminuivano di numero o efficacia.
A questo punto Gallwitz ordinò l'attacco del 23 agosto verso le postazioni nord e nordest, sotto il comando del Tenente-generale von Plüskow il comandante dell'XI Corpo. Il piano prevedeva che appena l'artiglieria da assedio fosse riuscita a sopprimere l'artiglieria da fortezza belga, la fanteria ed il genio dovessero attaccare le difese intermedie tra i forti sostenute dall'artiglieria da campo. Dopo il primo attacco, la frangia settentrionale di Namur sarebbe stata occupata dai tedeschi. Von Plüskow optò per un ulteriore dilazione delle operazioni, almeno fino a quando non fosse stato sicuro che il bombardamento del forte fosse riuscito perfettamente ma Gallwitz rifiutò. L'attacco cominciò alle 9:30 a.m. mentre giunse notizia che la 3ª Divisione di Guardia aveva catturato le difese est di forte Cognelée. Plüskow così ordinò al resto delle unità nel suo settore di attaccare. Alle 11:15 a.m. le difese di forte Marchovelette caddero e anche il fuoco da forte Cognelée cessò. Gli attacchi continuarono lungo l'intero fronte verso Namur, con una brigata della 1a Divisione della Guardia, insieme ad un reggimento della 38ª Divisione avanzavano lungo la strada di Leuze. Con le fortezze di Cognelée e Marchovelette cadute l'attacco al settore nord di Namur arrivò all'obiettivo alle 4:00 p.m.
La 14ª Divisione di Riserva attaccò verso forte Emines e Suarlée per deviare il fuoco belga dall'attacco principale, mentre la 22ª Divisione bersagliò forte Maizeret ed Andoy fino al pomeriggio, quando, alle 5:00 p.m., Gallwitz spedì un inviato al comandante della guarnigione di Namur, per chiedere la resa della città e dei forti rimanenti dalle 7:00 p.m. oppure la città e la cittadella sarebbero state inesorabilmente bombardate. Nessuna replica fu data fino al termine massimo, ma, per evitare una battaglia stradale durante la notte successiva al termine dell'ultimatum tedesco comincì solamente un bombardamento su cittadella e parte meridionale della città. Il bombardamento cessò dopo quindici minuti appena alcune delle truppe stanziate nel nord della città si spinsero oltre le linee dei binari ferroviari. Gallwitz ordinò al resto della fanteria di avanzare verso Sambre e Mosa che erano indifesi; le residue truppe belghe catturate nella città riportarono che la 4a Divisione belga si era ormai ritirata a sud quando l'attacco Tedesco aveva colpito più duramente la linea delle fortezze. Durante la notte le truppe Tedesche mantennero le loro posizioni, pronte per riprendere l'attacco la mattina seguente.
I Tedeschi ripresero l'attacco il 24 agosto alle 5:00 a.m. e l'artiglieria pesante (Grande Berta inclusa) riprese il bombardamento di forte Emine e Suarlée. Le truppe teutoniche nella città ripararono i ponti sulla Mosa e Sambre. Forte Maizeret era già caduto il giorno prima davanti alla 22 Divisione e Gallwitz quindi ordinò alla 38ª Divisione di avanzare a sud-ovest di Namur, per attaccare forte Malonne e St. Héribert. La 3ª Divisione di Guardia doveva prendere il resto della città e la 1ª Divisione della Riserva doveva proteggere l'artiglieria posizionata a nord della Mosa, per il bombardamento di forte Emines e Suarlée. La 14ª Divisione di Riserva doveva prevenire un'eventuale fuga a ovest o sud-ovest dei belgi e la 22ª Divisione una volta presi i forti Andoy e Dave, avrebbe dovuto avanzare al di là della Mosa. La 3ª Divisione di Guardia prese il resto di Namur durante la mattina ed insieme cadde forte Andoy. Malonne fu presa con un rapido assalto mentre, durante la serata, la 38ª Divisione prese sia forte St. Héribert che forte Emines. I forti Dave e Suarlée vennero catturati il 25 agosto.
L'esercito belga aveva perso 15,000 unità di cui 10,000 erano appartenenti alla sola 4ª Divisione che successivamente si unì più a sud alla Quinta Armata francese. La divisione fu trasferita a Le Havre e poi da mare ad Ostenda, arrivandovi il 27 agosto e ricongiungendosi con l'esercito di campo ad Anversa. La storiografia Ufficiale Tedesca registrò la cattura di 5,700 prigionieri belgi e francesi, la cattura di dodici pezzi d'artiglieria da campo e che elementi della 4ª Divisione che aveva lasciato la fortezza all'ultimo momento furono catturati a sud di Namur. I tedeschi avevano perso 900 unità, di cui però solo 300 risultarono come uccisi.
La lezione di Liegi era stata assimilata dai tedeschi. L'attacco su Namur era stato più veloce, ebbe bisogno di meno truppe ed era stato meno costoso in termini di vite umane germaniche, nonostante le tre settimane che i difensori ebbero a disposizione per prepararsi alla difesa. I tedeschi invertirono le tattiche usate a Liegi ed aspettarono i pezzi d'artiglieria d'assedio (provenienti in treno) per bersagliare preliminarmente i forti che circondavano Namur. Durante la notte del 24 agosto, il Corpo della Guardia della Riserva e l'XI Corpo furono inviati a sud per riunirsi alla 2ª e 3ª Armata. L'avanzata tedesca proseguiva, ora più rapida, ma con un ritardo accumulato che si sarebbe fatto sentire in seguito. Se già in precedenza si fosse usato in campo tedesco una ratio d'assedio come quella vista a Namur, probabilmente il Piano Schlieffen avrebbe avuto un pieno successo dando un altro corso all'intera Prima guerra mondiale.