Battaglie In Sintesi
4 Dicembre 1759
Riordinò l'esercito dopo la guerra di successione austriaca e fondò (1752) l'accademia militare di Wiener Neustadt. Durante la guerra dei Sette anni ebbe il comando supremo delle forze asburgiche dopo la sconfitta di Leuthen, e batté i Prussiani a Kolin (1757), a Hochkirch (1758) e a Maxen (1759). Fu quindi presidente del consiglio aulico di guerra.
Educato, secondo precise disposizioni del padre, con la massima severità, accanto allo studio accurato della più recente storia europea e dell'economia politica, fu sottoposto ai più duri esercizi militari, nonostante Federico manifestasse un vivo interesse per le lettere e per la filosofia, seppe formarsi una cultura letteraria, grazie anche alla complicità del precettore, il calvinista francese Duhan de Jandun. Sposatosi nel 1733 con la principessa Elisabetta Cristina di Brunswick-Lüneburg-Bevern, da cui non ebbe eredi, e ritiratosi nel castello di Rheinsberg, ebbe nuovamente l'occasione di dedicarsi allo studio delle lettere, circondandosi di letterati e di pensatori, fautori delle nuove idee illuministiche. Succeduto al padre il 31 maggio 1740, alla morte dell'imperatore Carlo VI seppe trar profitto dalla difficile posizione in cui era ridotta l'Austria in seguito alla contrastata successione di Maria Teresa per muoverle guerra con l'intento di entrare in possesso della Slesia. Dimostrandosi geniale condottiero, occupò Breslavia il 3 gennaio 1741 e conseguita la vittoria di Mollwitz (10 apr.), ottenne da Maria Teresa, stretta dai nemici da ogni parte, con la convenzione di Klein-Schnellendorf (9 ott.) la Bassa Slesia. Ripresa quindi la guerra, con il trattato di Breslavia (11 giugno 1742) ottenne anche l'Alta Slesia e la contea di Glatz. La morte di Carlo VII di Baviera e le mai sopite speranze di Maria Teresa di ricuperare la provincia perduta, spinsero Federico nel 1745 a una nuova guerra contro l'Austria. Le vittorie prussiane di Hohenfriedberg, di Soor e di Hesselsdorf furono il preludio alla pace di Dresda del 25 dicembre: Maria Teresa confermò a Federico il possesso della Slesia, mentre il re di Prussia riconobbe come imperatore il di lei marito, Francesco I. Ma l'alleanza fra Austria e Francia (trattato di Versailles, 1756), fino ad allora nemiche, convinse Federico, già alleato dal 16 genn. dello stesso anno all'Inghilterra, a prevenire il concentrico attacco asburgico-borbonico, sostenuto anche dalla Russia. Ebbe così inizio la guerra dei Sette anni.
In questo lungo periodo di guerra, F. rivelò in pieno le sue qualità di organizzatore e di condottiero, per le quali occupa un posto preminente nella storia dell'arte militare. Dalla guerra dei Sette anni Federico era uscito con il paese prostrato. Con nuova genialità seppe promuovere l'opera di ricostruzione; favorì l'agricoltura e l'industria, riprese la colonizzazione e la bonifica delle regioni depresse. Non trascurò tuttavia di salvaguardare il prestigio e la posizione di rilievo che aveva procurato in Germania e in Europa al suo regno a prezzo dei sacrifici sopportati durante la guerra dei Sette anni. Estese ancora il suo dominio alla Prussia occidentale in virtù della prima spartizione della Polonia (1772), e sui principati di Ansbach e di Bayreuth in seguito alla guerra di successione di Baviera (pace di Teschen, 1779). Sospettoso dell'Austria, promosse nel 1785 una lega dei principi tedeschi (Fürstenbund) per costituire un contrappeso alla politica di Giuseppe II nell'Impero. Né fu solo uomo politico e grande condottiero di eserciti, ma anche generoso sebbene incostante protettore di artisti, filosofi, letterati. Ammiratore di Voltaire, intrecciò con lui una fitta corrispondenza, e lo volle con sé a Berlino nel triennio 1750-53: dopo questo soggiorno, tuttavia, i loro rapporti si guastarono. Cultore della musica, fu valente flautista e anche compositore. Abbellì Berlino e Potsdam di chiese, palazzi, castelli e altri edifici. Fu raccoglitore assiduo di opere d'arte prevalentemente francesi e rispondenti al gusto del lieto e del piacevole, che poi confluirono nel Kaiser-Friedrich-Museum di Berlino.
Il Re prussiano, Federico II non ebbe del tutto vita facile contro i "cugini" austriaci in questo conflitto. Egli conobbe una prima sconfitta per mano austriaca nella battaglia di Kolín in Boemia, il 18 giugno 1757, che portò anche all'occupazione della Slesia e di Berlino. Un mese dopo, il 5 dicembre 1757, fu invece il momento della rivincita sugli austriaci, guidati da Carlo di Lorena, sconfitti nella battaglia di Leuthen, a seguito della quale il re prussiano riconquistò la Slesia perduta.
Una volta riconquistate le posizioni perdute, Re Federico poté dedicarsi alla condotta delle operazioni belliche con più accortezza, soprattutto perché ormai gli schieramenti in campo erano molto meglio delineati. L'area del conflitto si estendeva dal fiume Reno ad occidente fino ai confini con la Polonia ad oriente, ovvero per tutta la Germania. Così, mentre Ferdinando di Brunswick teneva impegnati i francesi sul fronte occidentale, Re Federico aveva come avversari, sul fronte orientale, gli austriaci sostenuti dalla Russia, oltre che dalla Svezia e dall'esercito imperiale. Anche se doveva affrontare il nemico in condizioni di inferiorità numerica, almeno aveva il "vantaggio" di doversi occupare di un solo fronte.Dopo un difficile successo contro i russi nella battaglia di Zorndorf, il 25 agosto 1758, Federico II, seppur capace di impedire il congiungimento delle armate russe e austriache, non riuscì ad evitare, nell'anno successivo, la sconfitta a Kunersdorf (12 agosto 1759), il che portava l'esercito prussiano, già provato, ad un difficile confronto, nel dicembre successivo, con le armate austriache, galvanizzate dal successo con la certezza di poter infliggere, in tempi brevi, un'altro colpo pesante all'esercito del piccolo ed agguerrito stato prussiano. Il luogo prescelto per l'offensiva austriaca si trova nelle vicinanze di una cittadina della Sassonia in cui era situato uno strategico ponte per l'attraversamento del fiume Elba: Meissen, passata alla Prussia appena 15 anni prima.
Il 21 novembre 1759, il generale prussiano Hülsen era a Dippoldiswalde quando venne informato della capitolazione di Finck dopo la sconfitta di Maxen. Così, si ritirò subito a Freiberg mentre Federico II inviava 4 battaglioni per Mohorn in modo tale da mantenere le comunicazioni con Hülsen aperte.
Il conte Leopold Daun, nel frattempo, mosse il grosso dell'esercito austriaco nei pressi di Dresda, mentre il Reichsarmee si ritirò a Franconia, dove si accampò per l'inverno. Nel frattempo, Federico prendeva posizione di fronte gli austriaci. La sua avanguardia (9 Battaglioni, 24 squadroni) era al Kesselsdorf, la sua prima linea (23 Battaglioni) tra Wilsdruff e Limbach, la seconda linea (8 Battaglioni) tra Blankenstein e Meissen mentre la sua terza linea (28 squadroni) vicino Herzogswalde. La riserva di Federico (11 Battaglioni, 35 squadroni), sotto il comando di Hülsen, si trovava vicino a Freiberg. Infine Federico inviò un distaccamento agli ordini di Dierecke (6 Battaglioni e 1.000 cavalieri) sulla riva destra del fiume Elba, di fronte a Meissen, per presidiare la strada che va da Torgau a Berlino.
Alla fine di novembre, improvvisamente, Daun ordinò un attacco contro l'isolato distaccamento di Dierecke. Nel farlo, richiamò anche il Corpo agli ordini di Beck (6086 uomini circa) da Zittau; inoltre, dal momento che Dierecke occupava una posizione molto vantaggiosa sulle alture di Zaschendorf e Spaar, Daun decise di rinforzare il Corpo di Beck con i 5 Battaglioni e i 500 carabinieri sotto il comando di Pellegrini. Nella notte del 2 dicembre a 3, il Corpo di Beck, così rinforzato partì verso posizioni di Dierecke.
Il 3 dicembre alle 02:00, Beck aveva raggiunto Weinböhla esattamente di fronte alla posizione di Dierecke ma non attaccò subito a causa della vantaggiosa posizione in cui si trovavano prussiani. Nel frattempo Dierecke, appena informato dei rinforzi al Corpo di Beck decise di iniziare a schierarsi in preparazione allo scontro, considerando anche che non poteva aspettarsi alcun tipo di rinforzo visto che si trovava sul lato "sbagliato" del fiume Elba. Al chiaror di luna, le sue truppe presero posizione: 2 battaglioni si stabilirono di fronte Bohnitzsch, le sue altre unità formarono una linea tra le colline di Spaar-Gebirge vicino Zaschendorf. Considerato lo schieramento nemico, Beck non voleva rischiare un assalto frontale. Preferì, invece, inviare il corpo ai comandi di Pellegrini, insieme a due cannoni da 12 libbre, da Gröben a Proschwitz così da permettere alla sua artiglieria di bersagliare le linee prussiane da una posizione migliore.
Appena la linea austriaca si era formata, entrambe le parti si cannoneggiarono vicenda senza produrre molti effetti. Nel frattempo la temperatura diminuiva e i soldati accesero dei fuochi sul campo per riscaldarsi. A poco a poco, l'artiglieria austriaca piantata a Proschwitz costrinse i due battaglioni prussiani stabiliti sul primo Fürstenberg a tornare a Rotweinberg e Nieder Fehra.Le posizioni prussiane erano ormai troppo sotto pressione ed era quindi tempo di ritirarsi. Inoltre gli austriaci godevano di una superiorità numerica pari a circa 3-1 e si stavano preparando per un attacco.
La sera del 3 dicembre , il re Federico, informato della situazione dal tenente Götzen, inviò un piccolo rinforzo di due battaglioni (Prinz Ferdinand o reggimento Alt Braunschweig) con 6 cannoni pesanti per sostenere Dierecke. Questo rafforzamento prese posizione sulla riva sinistra del fiume Elba a nord ed a sud di Meissen. La sua artiglieria a tacere i cannoni austriaci piantati a Proschwitz li costrinse a tornare a Zscheila da dove ripresero il loro cannoneggiamento.
Nella notte tra il 3 e il 4 dicembre, il ponte Meissen venne disrutto; Dierecke traghettò così parte delle sue truppe attraverso l'Elba congelato. La sua cavalleria andò per prima, seguita dall'artiglieria pesante con la fanteria che chiudeva la marcia.
Il 4 dicembre, la traversata dell'Elba non era ancora terminata quando arrivò la luce del giorno. Gli ultimi battaglioni prussiani furono costretti a ritornare sui propri passi per Rotsweinberge, sulla riva destra del fiume Elba. All'alba, Beck inviò il colonnello Zettwitz a capo di 4 Corpi di granatieri, 1 battaglione di Banal-Grenzinfanterieregiment (Reggimento di Fanteria di frontiera) e il tenente-colonnello Lumago con i 2 battaglioni di fanteria di Joseph Esterházy per attaccare frontalmente le unità rimanenti di Dierecke isolate sulla riva destra, mentre il colonnello Riese con 1 battaglione scelto di fanteria Warasdiner-Sankt Georger Grenzer avanzava attraverso Broschwitz verso la parte arretrata delle loro posizioni. Da parte sua, il generale Nauendorf ed i suoi ussari presero possesso del "bagaglio" prussiano in Nieder Spaar dopo aver respinto indietro le truppe prussiane che lo proteggevano. Il primo assalto dei granatieri e dei 2 battaglioni Grenzer fu respinto.Quasi subito, sei battaglioni di linea austriaci furono pronti a lanciare un altro attacco. Tuttavia, il colonnello Zettwitz insieme a Riese attaccarono nuovamente, e senza sparare un colpo, presero d'assalto il villaggio di Kapellenberg alla baionetta.
Dierecke combatté ferocemente per oltre 2 ore, concedendo abbastanza tempo per far attraversare il fiume a tutti i propri i propri reggimenti. A quel punto le truppe Grenzer attaccarono i restanti 3 battaglioni di Dierecke da ogni lato, ferendo lo stesso generale prussiano e costringendolo ad arrendersi con tutti e 3 i suoi battaglioni. Durante la lotta , si distinse particolarmente il 2° battaglione del Banal-Grenzinfanterieregiment.
Durante questo combattimento, gli austriaci hanno perso solo 1 ufficiale e 81 uomini, mentre 3 ufficiali e 112 furono i feriti (questi dati probabilmente tengono conto solo delle perdite subite il 4 dicembre). Beck e Pellegrini catturarono il general-maggiore von Dierecke insieme con 49 ufficiali e 1.494 uomini provenienti da:
Fanteria Kanitz (1 battaglione);
Fucilieri Hauss;
Fanteria Anhalt-Bernburg (un solo battaglione era stato catturato).
Vennero inoltre catturati:
8 pezzi di artiglieria da 12 libbre;
4 Cannoni da 6 libbre;
2 Cannoni da 3 libbre;
1 obice;
10 carri di munizioni.
Federico ebbe l'esercito disfatto, disperò definitivamente della sua sorte, e solo l'indecisione e il disaccordo degli avversari lo salvarono dalla rovina. L'anno successivo Austriaci e Russi occuparono rispettivamente la Sassonia e il Brandeburgo, e per tre giorni la stessa Berlino. Malgrado la vittoria di Federico a Torgau (3 novembre 1760), la situazione restava quasi insostenibile, quando sopravvenne la morte della zarina Elisabetta e l'ascesa al trono di Pietro III, grande ammiratore di Federico, che abbandonò l'Austria stringendo poco dopo un patto di alleanza con la Prussia, con la quale firmò la pace nel maggio 1762. Il 21 luglio 1762 Federico batté ancora una volta gli Austriaci a Burkers dorf e meno di un anno dopo, il 15 gennaio 1763, anche Maria Teresa si rassegnò a porre termine al conflitto con la pace di Hubertsburg. Federico era salvo, la Slesia era rimasta alla Prussia.