Battaglie In Sintesi
3 Dicembre 1800
Figlio di Pietro Leopoldo granduca di Toscana (Leopoldo II Imperatore) e di Maria Luisa infanta di Spagna, fratello dell'imperatore Francesco I d'Austria. Spinto dal fratello, coltivò inizialmente ambizioni militari che svanirono dopo la sconfitta di Hohenlinden (1800), diresse (1805-09), non perfettamente, la lotta d'indipendenza dei Tirolesi contro Napoleone. Nel 1811 fondò a Graz il Museo di storia naturale e l'Istituto superiore Iohannaeum. Con la rivoluzione del 1848 contribuì alla caduta di Metternich e fu vicario dell'imperatore. Lo stesso anno l'Assemblea nazionale germanica, riunita a Francoforte sul Meno, lo prescelse come Reichverweser, vicario dell'impero, carica che mantenne fino allo scioglimento dell'assemblea (dicembre 1849), ritirandosi poi a vita privata a Graz.
Generale francese dal 1793, nel 1796 ebbe il comando dell'esercito del Reno e della Mosella durante la marcia sul Danubio e su Vienna. A causa dell'insuccesso del generale J.-B. Jourdan a Würzburg, fu costretto alla ritirata. Sospettato di scarso zelo per la repubblica, fu collocato a riposo. Richiamato per la campagna d'Italia (1799), ricondusse in patria le armate francesi, battute dagli eserciti della seconda coalizione. In occasione del colpo di stato del 18 brumaio, raggiunse un accordo con Napoleone ed ebbe ancora il comando dell'esercito del Reno (120.000 uomini), mentre Napoleone dovette rassegnarsi a un'armata di 40.000 uomini; fu Moreau a infliggere il colpo di grazia agli Asburgo, in specie con la vittoria di Hohenlinden (1800). Deluso nell'aspirazione d'essere il capo militare della repubblica, Moreau si volse contro Bonaparte e fu condannato (1804) a due anni di reclusione per i suoi contatti con G. Cadoudal e Ch. Pichegru. Commutatagli la pena detentiva nell'esilio, emigrò in Spagna e in America. Dopo la campagna napoleonica di Russia tornò in Europa, e lo zar Alessandro I lo nominò suo aiutante di campo e consigliere. Fu colpito a morte durante la battaglia di Dresda mentre collaborava con le armate della sesta coalizione.
Generale francese, Maresciallo dell'Impero e Conte dell'Impero sotto Napoleone, marchese sotto il regno di Luigi XVIII.
Fu per oltre due anni a Roma a studiare pittura, ma la Rivoluzione lo convertì alla spada. Eletto il 1° novembre 1792 capitano dei Cacciatori repubblicani, un anno dopo era generale di divisione. La familiarità con la lingua italiana gli valse, nel 1798, il comando delle truppe francesi d'occupazione a Roma, le quali si erano ammutinate contro Massena e avevano creato un comitato di comando. Il Gouvion-Saint-Cyr ristabilì la disciplina fra i soldati e fece argine alle concussioni dei reggenti francesi, obbligandoli a restituire il mal tolto. Fu perciò richiamato in Francia e corse pericolo di cadere in disgrazia del Direttorio. Ma l'anno seguente, nella sfortuna delle armi francesi rinviato in Italia, batté gli Austriaci a Cuneo, ritardando l'investimento di Genova. Ebbe poi, per qualche tempo, importanti comandi all'armata del Reno sotto gli ordini del Moreau; fu nel 1801 alla testa dell'armata del Portogallo e poi ambasciatore a Madrid, e nel 1803 al comando dell'armata d'occupazione del litorale del regno di Napoli (Golfo di Taranto). Ebbe una parte cospicua come comandante di corpo d'armata in tutte le guerre dal 1808 al 1812, ma solo dopo la campagna di Russia ottenne il bastone di maresciallo per la vittoria riportata a Polotsk sul Wittgenstein. Nel seguente anno, per mancanza di munizioni e viveri, fu costretto, dopo validissima difesa, a capitolare a Dresda: e rimase prigioniero. Alla prima restaurazione si mise al servizio di Luigi XVIII, che alla ricomparsa di Napoleone gli diede il comando delle truppe regie raccolte ad Orléans. Durante i Cento Giorni si tenne in disparte: e alla seconda restaurazione fu ministro della Guerra e poi della Marina. Fu organizzatore d'eccezione e dotò la Francia d'istituzioni militari rimaste sostanzialmente immutate per lunghi anni, fra cui la legge sul reclutamento e l'organizzazione del corpo di Stato Maggiore.
I suoi scritti fecero testo per gran tempo nelle scuole militari. Notevoli fra gli altri: Journal des opérations de l'Armée de Catalogne en -1808-09 (Parigi 1821); Memoires sur les campagnes des armées du Rhin et du Rhin et Moselle (1829); Memoires pour servir à l'histoire militaire sous le Directoire, le Consulat et l'Empire (1831); Maximes de guerre. Remarques, conseils, observations sur l'art militaire (Parigi 1875).
Dopo il rigetto delle proposte di pace fatte da Bonaparte, Primo Console, all'Inghilterra e all'imperatore d'Austria, e prima ancora che le armi francesi riportassero in Italia la clamorosa vittoria di Marengo, due armate si fronteggiavano in Germania: una austriaca comandata dal generale Kray, e una francese agli ordini del generale Moreau, l'emulo di Bonaparte. Questi, prima ancora che il Primo Console valicasse il San Bernardo, batteva in più combattimenti gli Austriaci, li rigettava su Ulma e investiva questa fortezza. Indi passava il Danubio e minacciava le comunicazioni del nemico con la Boemia. La tregua di Parsdorf, stipulata un mese dopo quella di Alessandria in Italia, segnò una sosta di quattro mesi nelle operazioni, che, riprese il 26 novembre 1800, condussero alla battaglia combattuta il 3 dicembre.
Le forze combattenti (50 mila Austro-Bavaresi contro 56 mila Francesi) erano la metà circa di quelle in armi, essendo le altre distaccate nel Tirolo e in altre regioni. Gli Austriaci, passati al comando dell'arciduca Giovanni, credendo, sembra, i Francesi in ritirata, si avanzarono speditamente su quattro colonne, in una regione frastagliata e coperta, tra l'Inn e l'Isar, lungo le due direttrici che da Mühldorf e da Wasserburg vanno a Monaco: ivi urtarono contro i Francesi, schierati dinanzi a Hohenlinden e attorno al gran parco reale di Ebersberg.
Sulla strada Erding-Hohenlinden si radunano le divisioni Legrand, Bastoul e Ney (dell’armata di Grenier), la divisione Grouchy dell’armata di Moreau, con l’ala sinistra a Hòrlkofen e l’ala destra a sud di Hohenlinden. Le divisioni Richepanse e Decaen (dell’armata di Moreau) sono all’estrema destra dirette a Mattenboett.
All’estrema destra la divisione Richepanse oltrepassa San Cristoforo ed è attaccata sul fianco destro da una colonna austriaca proveniente da Albaching (ore 7:00) ma secondo gli ordini prosegue la marcia su Mattenboett lasciando alla divisione Dicaen che la segue il compito di trattenere gli austriaci da San Cristoforo.
Frattanto le altre divisioni sono attaccate frontalmente. Davanti la divisione Grouchy una grossa colonna austriaca esce dalla foresta di Hohenlinden, a cavallo della strada di Mattenboett (ore 8:00). Poco dopo anche la divisione Ney è impegnata dagli austriaci provenienti da Isen che cercano di sboccare dalla foresta a nord di Hohenlinden. Gli austriaci sono ricacciati nel bosco e rimangono indecisi sul da farsi, subendo il contrattacco francese.
Richepanse giunge a Mettenboett dove incontra un forte nucleo di cavalleria austriaca, che trattiene lanciando la sua meno numerosa cavalleria divisionale, mentre la fanteria è inviata contro il fianco destro austriaco, ancora su più colonne nel bosco, cattura un convoglio di artiglieria e carriaggi (87 pezzi e 300 veicoli) e raggiunge una colonna austriaca in disordine, già impegnata frontalmente da Ney e Groucy. La colonna austriaca è dispersa.
Inseguiti attraverso i boschi, gli Austriaci perderono 16 mila uomini, di cui 11 mila prigionieri; i Francesi 2500.
Questa decisiva vittoria, assieme a quella di Napoleone Bonaparte nella Battaglia di Marengo, mise fine alle guerre della Seconda coalizione. Nel mese di febbraio 1801 l'Austria firmò il Trattato di Lunéville accettando il controllo francese sulla valle del Reno e la creazione degli stati satelliti della Repubblica Batava in Olanda e della Repubblica Cisalpina in Italia.