Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Haelen

12 Agosto 1914

Gli avversari

Johannes Georg von der Marwitz (Stolp, 7 luglio 1856 - Wundichow, 27 ottobre 1929)

È stato un generale tedesco. Appartenente alla cavalleria comandò, dal 1915 al 1918, varie grandi unità dell'esercito imperiale. Nacque in Pomerania ed entrò nell'esercito nel 1875. Dal 1883 al 1886 frequentò l'Accademia militare. Fino al 1900 comandò un reggimento di cavalleria, diventando quindi capo di Stato Maggiore del XVIII Corpo d'armata. Prima dello scoppio della Prima guerra mondiale era ispettore generale dell'arma di cavalleria. Col grado di maggior generale fu assegnato nel 1914 al fronte occidentale, e prese parte contro l'esercito belga alla battaglia di Haelen, il primo scontro di cavalleria del conflitto, precedente di pochi giorni la più vasta battaglia delle Frontiere. Il suo corpo di cavalleria servì egregiamente a proteggere il fianco della 1ª Armata in ritirata dopo la Prima battaglia della Marna. Nel dicembre 1914 il gruppo di cavalleria di Marwitz fu disciolto e questi fu trasferito sul fronte orientale dove prese il comando del neoformato XXXVIII Corpo d'armata della riserva, e lo guidò nella Seconda battaglia dei Laghi Masuri, nei primi mesi del 1915. Fu quindi trasferito nei Carpazi al comando di un corpo speciale di sciatori, combatté al fianco degli austroungarici contro i russi. Ricevette l'onorificenza Pour le Mérite il 7 marzo 1915. Dopo un periodo di malattia nell'autunno dello stesso anno, Marwitz tornò sul fronte occidentale al comando del VI Corpo d'armata, per poi passare nuovamente ad est, in tempo per l'arresto dell'Offensiva Brusilov nel giugno 1916. Il 6 ottobre divenne aiutante di campo di Guglielmo II, ma lasciò l'incarico nel dicembre per prendere il comando della 2ª Armata sul fronte occidentale. Nel novembre del 1917 si difese contro i britannici nella battaglia di Cambrai, che vide il primo impiego di massa dei carri armati. Nel settembre 1918 prese il comando della 5ª Armata, che tenne sino al termine del conflitto. Dopo la guerra si ritirò a vita privata.


Barone Léon de Witte de Haelen, nato Léon de Witte (Ixelles, 12 gennaio 1857 - Meer 15 luglio 1933)

Ufficiale dell'esercito belga e Generale che ha servito durante la I guerra mondiale, è particolarmente noto per aver comandato la divisione di Cavalleria belga nella battaglia di Haelen del 1914. Il De Witte entrò nella Reale Accademia Militare nel 1874 e venne promosso sottotenente nel 1878. Nel 1880, chiese il trasferimento alla cavalleria e così venne inviato al 2° Chasseurs à Cheval dove conseguì il cosiddetto Brevet d'état-major (BEM) nel 1887, mentre successivamente, nello specifico tra il 1906 e il 1910, servì come comandante del 1° Reggimento Guide. Ottenne il comando della 2a brigata di cavalleria tra il 1910 e il 1913 ed era al comando della divisione di cavalleria di recente creazione, quando il Belgio fu invaso dalla Germania nel 1914, ma venne promosso a tenente generale nell'agosto 1914, solo 6 giorni prima della battaglia di Haelen. La vittoria belga in quella battaglia, soprannominata la "Battaglia degli Elmi d'argento", in considerazione degli elmi da cavalleria lasciati dai tedeschi sul campo di battaglia dopo il combattimento, fu un importante episodio della campagna, ed un avvenimento storico per il Belgio intero. Nel 1915, il Barone de Witte, fu nominato Ispettore Generale della Cavalleria, ruolo che ha ricoperto fino al 1919.

La genesi

Il 3 agosto il governo belga rifiutò l'ultimatum tedesco mentre il governo britannico garantiva sostegno militare per il Belgio che doveva sostenere la probabile invasione da parte della Germania. Il Belgio troncò le relazioni diplomatiche con la Germania e quest'ultima, come ovvia conseguenza, dichiarò guerra al Belgio. Le truppe tedesche attraversarono la frontiera belga tra il 4 e 5 agosto ed attaccarono Liegi. Una settimana dopo l'invasione tedesca, la cavalleria tedesca aveva già operato tra Hasselt e Diest, che minacciava il fianco sinistro dell'esercito sul Gette. Lo Stato Maggiore del Belgio scelse la località di Haelen come un luogo per ritardare l'avanzata tedesca e dare il tempo alle proprie forze di fanteria per completare una ritirata ordinata verso ovest. In considerazione di questa scelta, la divisione di cavalleria belga, agli ordini del Barone De Witte venne spostato da St. Trond a Budingen e quindi a Haelen, così da allungare il fianco sinistro belga. Nel frattempo, al II Corpo di Cavalleria tedesco, del generale Georg von der Marwitz, venne ordinato di condurre ricognizioni verso Anversa, Bruxelles e Charleroi ed entro il 7 agosto lo stesso II Corpo aveva trovato che l'area della linea da Diest a Huy era libera da truppe belghe e alleate. Le posizione delle truppe belghe e francesi era stata stimata dagli alti ufficiali tedeschi, in una zona compresa tra Tirlemont e Huy, così, Marwitz avanzò a nord, direttamente contro le unità della cavalleria belga, che si erano, come detto, ritirate verso Diest.

L'11 agosto, quindi, i grandi corpi di cavalleria, artiglieria e fanteria tedesca erano stati visti dagli scout della cavalleria belga (le Guide), nella zona che va da St. Trond a Hasselt e Diest; così il comando belga anticipò l'avanzata tedesca verso la stessa via di Hasselt e Diest. Per bloccare questa stessa avanzata, la divisione di cavalleria belga, comandata dal tenente generale Léon de Witte, venne inviata a guardia del ponte sul fiume Gette, nello specifico in località Haelen ("Halen"). Durante un incontro serale, il de Witte fu convinto a combattere con un'azione che verteva su forze smontate, nel tentativo di negare il vantaggio numerico tedesco. Il Generale de Witte, quindi, aveva presidiato tutti gli incroci sul Gette, a Diest, Haelen, Geet-Betz e Budingen, ed utilizzò Haelen come avamposto concentradovi un battaglione di ciclisti (conosciuti come "Diavoli Neri") e fece smontare la propria cavalleria alle spalle del paese tra Zelck e Velpen e nella frazione di Liebroeck come linea di ultima resistenza nel caso in cui Haelen fosse presa dai tedeschi.

La battaglia

La cavalleria tedesca non cominciò a muoversi fino al 12 agosto a causa della stanchezza dei cavalli provocata dal caldo estivo intenso e dalla mancanza di avena. La 2° divisione di cavalleria del generale von Krane avanzò attraverso Hasselt mentre la 4° divisione di cavalleria sotto il tenente generale von Garnier avanzava con Alken a Stevort. Il comando belga scoprì, grazie ai messaggi radio intercettati, che le truppe tedesche stavano avanzando verso la posizione del de Witte e inviò la 4° Brigata di Fanteria belga per rafforzare la stessa divisione di cavalleria. Marwitz ordinava, nel frattempo, alla 4° divisione di cavalleria tedesca di attraversare il Gette e alle ore 8.45 in contemporanea con l'avanzata del 7° e del 9° battaglione Jäger. Un'avanguardia tedesca, avanzando da Herk-de-Stad si trovò sotto il fuoco delle truppe belghe e circa 200 soldati belgi improvvisarono una postazione difensiva fortificata nella vecchia fabbrica di birra in Haelen, ma furono costretti ad abbandonarla rapidamente quando i tedeschi schierarono l'artiglieria da campo.

In tutto questo, ingegneri belgi avevano fatto saltare il ponte sul Gette ma la struttura cedette solo in parte ed i tedeschi catturarono circa 1.000 prigionieri nemici nel centro di Haelen. La linea di difesa belga era posizionata in uno stretto passaggio ad ovest di Haelen, l'unico verso occidente, in un terreno che dava solo una visuale assai ostacolata per gli attaccanti. La 17° e 3° Brigata di Cavalleria assistirono la Jäger a sud di Haelen, cosa che permise all'artiglieria di essere portata ai margini del villaggio stesso. Ma gli attacchi che vennero profusi nei campi di grano al di là di Haelen furono respinti con molte vittime, ed alcune unità cavalleria si trovarono intrappolate nel recinzioni create con il filo spinato. Anche la Jäger venne respinta, nonostante il sostegno congiunto del 2° Guardie Machine Mitraglieri e dei tiratori scelti della cavalleria smontata. Verso la fine della giornata, in considerazione dei pochi progressi e delle conseguneti perdite, il Marwitz decise di ordinare la ritirata: la 2° divisione di cavalleria si ritirò verso Hasselt mentre la 4° si ritirò ad Alken. Sebbene salutata come una grande vittoria belga, la sconfitta nella battaglia di Haelen non ebbe molta rilevanza per i comandi tedeschi, che conquistarono quasi interamente il Belgio nei successivi due mesi di guerra. La battaglia fu in seguito soprannominata la Battaglia dei Caschi d'argento (Battle of Silver helmets) per via del casco argentato indossato dai corazzieri tedeschi in battaglia. In tutto i tedeschi contarono 150 morti, 600 feriti e circa 200-300 prigionieri; il numero di cavalli morti venne valutato attorno a circa 400, mentre le perdite belghe furono pari a circa 500.

Le conseguenze

Con la vittoria di Haelen, il piccolo esercito belga si trovò in uno stato d'animo vincente! Anche se questa vittoria significava poco su una scala più ampia: in effetti centinaia di migliaia di fanti tedeschi erano in marcia contro la linea di difesa sul fiume Gette. Il 17 agosto, uno squadrone di Guide belge, gli scout d'elite della stessa Cavalleria belga, fu inviato a visionare i movimenti della marcia tedesca attraverso la strada Borgloon-Sint-Truiden. Le Guide belge presero con sé dei piccioni, così da poter rimanere in contatto con il proprio quartier generale che era sito dietro il fiume Gette, senza però farsi udire o scoprire dal nemico. Ma, purtroppo per loro, a differenza dei tedeschi, questi cavalleggeri erano ancora vestiti con le loro uniformi colorate in stile XIX secolo: verde scuro con pantaloni rossi violacei e colbacchi neri. Così quando scelsero di riposarsi per qualche ora nei pressi di una taverna popolare tra i boschi di Bernissem, essi pensarono di essere sufficientemente nascosti dai colori degli alberi. Nel frattempo, la principale forza tedesca aveva invaso la città di Sint-Truiden e dei villaggi circostanti senza incontrare alcuna resistenza. Un battaglione di Leibgrenadiere cercò riparo in una struttura scolastica, tenuta dai padri Assunzionisti, a solo un miglio di distanza dalle guide belghe che stavano riposando. Improvvisamente, verso le due del pomeriggio, una sentinella tedesca di guardia notò gli accesi colori dei cavalleggeri belgi e corse per dare l'allarme ai suoi ufficiali. In un primo momento, i comandanti rifiutarono di credergli, ma quando videro anch'essi con i propri occhi i cavalli non montati ed i cavalieri belgi giocare a carte, bere e riposarsi, ordinarono un attacco a sorpresa. Per quelle unità tedesche era il battesimo del fuoco. La maggior parte di loro era nervosa, ma il giovane comandante del plotone tedesco, Friedrich von Guretzky-Cornitz, era ansioso di ingaggiare finalmente il nemico in battaglia. Poche settimane dopo, questo tenente di 22 anni e nipote del generale di fanteria Hans von Guretzky-Cornitz venne ucciso in azione dagli inglesi del BEF nei pressi di Mons, ricevendo comunque la croce di ferro. I belgi, ignari di tutto quanto si muovesse contro di loro, non ebbero alcuna possibilità di fuga. Dieci di loro vennero uccisi o morirono nella locanda stessa data alle fiamme dai tedeschi. Anche il vecchio oste Alfons Lassaut morì nella locanda, si dice a colpi di baionetta. Il giorno seguente, dopo un secondo scontro con la fanteria tedesca vicino Nieuwerkerken, il barone de Witte, leader dello squadrone belga, riuscì a stento ad attraversare il Gette a piedi. Solo 22 uomini e quattro cavalli dei suoi originali 120 cavalieri erano ormai sopravvissuti. Il suo luogotenente, Adelin de Menten de Horne, caduto da cavallo durante la fuga nei boschi di Bernissem boschi, perse conoscenza e venne fatto prigioniero, insieme con il sergente capo. Le altre Guide belge in fuga vennero inseguite inesorabilmente da altri plotoni di fanteria tedesca.

Il giorno dopo, i padri Assunzionisti seppellirono le Guide cadute e i loro cavalli morti sul posto, anche se alcuni volti sono stati mutilati dai maiali affamati che correvano liberi, ed alcuni cadaveri vennero saccheggiati da civili locali senza scrupoli. Il seguente febbraio i cadaveri venivano decentemente sepolti in un luogo d'onore nel cimitero dal Saint-Genevievechurch, nel centro del villaggio di Zepperen. Nel bel mezzo dell'occupazione tedesca, questa cerimonia permise alle persone di esprimere i propri sentimenti patriottici ed una grande folla partecipò alle esequie. La stampa belga dell'epoca raccontò così: Otto soldati giovani e coraggiosi morti lontano dai loro cari e hanno ottenuto un posto nel sacro suolo di Zepperen. Nel 1924, dieci anni dopo l'evento, i corpi vennero trasferiti al cimitero di guerra belga nei pressi Haelen.



Bibliografia:
Hector Lambrechts, "La leçon d'une crise: considérations sociologiques", Utrecht, 1918. Verschenen te Berlijn onder te titel Grundursachen und Grundlehren des Weltkrieges.
William Parmentier, "Historique du 1er régiment de Guides" 1830-1930, s.l., (1928-1930)
Zepperen in "Twee Grote Oorlogen", Remacluskring, Zepperen, 1994, p. 10-66
Freddy Vandenbroucke, "De noodlottige confrontatie tussen de burgerwacht van Sint-Truiden en de Leib-Huzaren", in: "Schrapnel. The Western Front Association België vzw", eerste kwartaal 2009, p. 3-16, met appendix 3: "Zepperen: strijdtoneel der cavaleristen", p. 14-15