Battaglie In Sintesi
29 agosto 1914
Nato da insigne famiglia militare prussiana, von Bülow si arruolò nell'esercito durante la guerra austro-prussiana del 1866; nella guerra franco-prussiana del 1871 servì come capitano nello Stato Maggiore. Nel 1884 fu promosso colonnello e assegnato al 9º Reggimento di fanteria della Guardia. Nel 1897 divenne direttore del dipartimento centrale del ministero della Guerra. Fu comandante del III Corpo d'armata dal 1903 sino alla nomina ad ispettore della 3ª Armata nel 1912, poco prima dello scoppio della Prima guerra mondiale.
Assegnato alla 2ª Armata nell'agosto 1914, comandò l'invasione del Belgio catturando la fortezza di Namur il 22-23 agosto 1914. Avanzando in Francia, von Bülow sconfisse la 5ª Armata francese a Charleroi il 23-24 agosto, e ancora a Saint-Quentin il 29-30 dello stesso mese. Quando la 2ª Armata, insieme con la 1ª Armata del generale Alexander von Kluck, si avvicinò a Parigi dal 31 agosto al 2 settembre, von Bülow, preoccupato per la vasta breccia che si era venuta a creare fra le due armate in avanzata, ordinò a von Kluck di dirigere la 1ª Armata sulla propria sinistra perché offrisse sostegno all'ala destra della 2ª. Questa decisione tuttavia provocò la deviazione di von Kluck a sudest di Parigi, invece che a nordovest come previsto dal Piano Schlieffen e compromise l'offensiva. Di fronte poi al contrattacco alleato che si insinuò nella breccia (battaglia della Marna, 5-12 settembre), le due armate dovettero ritirarsi sull'Aisne. Fu promosso feldmaresciallo nel gennaio dell'anno successivo; dopo aver accusato un attacco cardiaco due mesi dopo, fu messo a riposo all'inizio del 1916. Si stabilì a Berlino dove morì il 31 agosto 1921.
Charles Louis Marie Lanrezac nasce a Pointe-à-Pitre, in Guadalupa, il 31 luglio 1852, rampollo di una famiglia della piccola nobiltà tolosana, i de Quinquiry d'Olive, emigrati ad Amburgo durante il periodo del Terrore, seguente alla Rivoluzione francese. Suo padre, Auguste Lanrezac, era ufficiale della fanteria di marina. Per poter studiare Charles Lanrezac ricevette una borsa di studio dal Prefetto della Manica, mentre suo padre era di guarnigione a Cherbourg. Frequentò il Prytanée national militaire di La Flèche, passando poi al'Ecole impériale spéciale militaire de Saint-Cyr nel settembre 1869, classificandosi 75º su 250 ammessi. Come sottotenente ricevette la sua prima destinazione nel 1870, assegnato al 13º Reggimento di fanteria. Durante la guerra franco-prussiana, si ritrovò assegnato al XV Corpo d'Armata, appartenente all'Armée de la Loire. Partecipò al combattimento di Coulmier, il 9 novembre 1870, e poi ai combattimenti attorno ad Orleans, il 24 novembre. Il suo comportamento gli valse la promozione al grado di tenente a titolo provvisorio e la Croce di Cavaliere della Légion d'Honneur. Nel gennaio 1871, il suo Corpo d'armata raggiunse l'Armée de l'Est del generale Charles Denis Bourbaki con la missione di liberare Belfort e prendere i prussiani alle spalle in Alsazia. Partecipa ai combattimenti attorno a Héricourt dal 15 al 17 gennaio, portandosi poi su Besançon per proteggere la ritirata del'Armata, sfuggendo all'internamento in Svizzera, e combattendo infine a Larnod il 20 gennaio. Alla fine della guerra riprende i suoi studi presso l'École spéciale militaire de Saint-Cyr, al termine dei quali viene assegnato al 30º Reggimento di fanteria di Annecy. Viene promosso capitano il 21 febbraio 1876 e trasferito al 24º Reggimento di fanteria a Parigi. Ottiene il brevetto di ufficiale di Stato maggiore nel 1879. Viene nominato professore aggiunto d'arte militare presso l'École spéciale militaire di Saint-Cyr, passando poi cinque anni in Tunisia in seno alla brigata d'occupazione, appartenente al 113º Reggimento di fanteria. Al suo ritorno in patria diviene professore di tattica presso l'École supérieure de guerre, ed è promosso comandante di battaglione (chef de bataillon) nel luglio 1892. Nel 1898 viene promosso tenente colonnello e nominato direttore degli studi dell'École supérieure de guerre. Nel 1901 viene promosso colonnello e assume il comando del 119º Reggimento di fanteria.
Nel marzo 1906 diviene comandante ad interim della 43ª Brigata di fanteria a Vannes, e fu promosso generale di brigata nel giugno dello stesso anno. Professore, poi comandante in seconda, dell'École de Guerre, Charles Lanrezac fu uno dei più fini strateghi, ma anche il meno ascoltato, alla vigilia della Prima guerra mondiale. Si oppose all'uso sistematico e predeterminato dell'offensiva ad oltranza e preconizzò un ricorso più frequente alla manovra ragionata, così motivando: Se ogni comandante di unità subordinata ha il diritto di lanciarsi a testa bassa contro il primo avversario che gli capita a tiro, il comandante in capo è impossibilitato ad esercitare la minima azione direttiva. Si attribuisce a lui la formula: Attaquons, attaquons...comme la lune!. Nel 1911 viene promosso generale di divisione, e nel 1912 è elevato al rango di generale di corpo d'armata, assumendo il comando dell'XI Corpo d'Armata di Nantes. Nell'aprile 1914 sostituisce il generale Joseph Simon Gallieni alla testa della 5ª Armata (di mobilitazione) francese, prendendo il suo posto anche all'interno del Supremo Consiglio di Guerra. Tale armata, forte di ben cinque Corpi d'Armata, in base al Piano XVII elaborato dal generale Joseph Joffre era posizionata all'estrema ala sinistra dello schieramento francese. Il suo comando era indubbiamente il più difficile del fronte occidentale, in quanto doveva incontrate l'ala destra avvolgente dell'esercito tedesco che travolse rapidamente la resistenza dell'esercito belga, cooperando nel contempo con la British Expeditionary Force britannica posizionata sul suo fianco sinistro. Allo scoppio delle ostilità, Lanrezac tentò insistentemente di attirare l'attenzione del generalissimo Joffre sul pericolo di una penetrazione tedesca a nord della Mosa e della Sambre attraverso il Belgio. Joffre credeva che l'esercito francese dovesse eseguire il Piano XVII indipendentemente da quello che potesse succedere in Belgio, ma Lanrezac finì per convincerlo e poté portare le proprie truppe (290.000 uomini) sul fronte di Charleroi. Ma i pessimi rapporti con il comandante della British Expeditionary Force, generale Sir John French, segnarono non solo il proseguimento della sua carriera ma anche una parte della guerra stessa. Dopo i fallimenti in coabitazione con French, Lanrezac fu silurato il 3 settembre 1914 e rimpiazzato da Franchet d'Esperey. Amareggiato dalla sostituzione Lanrezac rifiutò nel 1917 il posto di maggior generale dell'esercito che gli propose Paul Painlevé, allora ministro della guerra. Dopo la guerra pubblicò un pamphlet contro Joffre. Poco tempo prima di morire, ricordando quel doloroso periodo Lanrezac scrisse: Al posto del generale Joffre, avrei agito come lui; non avevamo lo stesso modo di vedere le cose, né del punto di vista tattico, né del punto di vista strategico; non potevamo intenderci.... ero molto deciso a non attaccare il generalissimo, perché non avevo il diritto di giudicare i suoi atti sulle altre parti del campo di battaglia. Il 29 agosto 1924 il Maresciallo Philippe Petain, decorandolo con la Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore, lo riabilitò pienamente. Si spense a Neuilly-sur-Seine il 18 gennaio 1925.
Il 27 agosto 1914 Joffre stabilì di organizzare una posizione di resistenza fra Marna e Aisne, collegata a sinistra con la posizione di Craonne-Laon-La Fère-corso della Somma. Sulla Somma doveva per il 28 riunirsi la 6ª armata destinata ad agire offensivamente contro la destra tedesca. Divisioni territoriali avrebbero poi prolungato lo sbarramento sino al mare. Per dar tempo alla 6a armata di concentrarsi, Joffre ordinò alla 5ª armata di contrattaccare i Tedeschi una volta raggiunta la zona di Vervins (sud dell'Oise). Ma il 27 stesso Joffre seppe che gl'Inglesi, che operavano a ovest della 5ª armata, incalzati dall'avversario, avevano abbandonato San Quintino. Quindi Joffre ritenendo i Tedeschi stanchi e indeboliti ordinò alla 5ª armata di passare l'Oise in direzione di San Quintino per dare un colpo d'arresto alle truppe che inseguivano gl'Inglesi e impedire che esse minacciassero la zona di sbarco della 6ª armata.
La 5ª armata (Lanrezac) doveva coprirsi sulla destra, verso Guise, col minimo di forze. Il Lanrezac mandò contro San Quintino le divisioni di riserva 59ª e 63ª, il XVIII corpo d'armata e il III corpo d'armata. Contro Guise lasciò il X corpo d'armata sostenuto sulla destra dalla 51ª divisione di riserva e da una divisione di cavalleria. In riserva il I corpo d'armata e una divisione del XVIII corpo d'armata. In tutto 13 divisioni di fanteria. Il passaggio dell'Oise doveva iniziarsi il 29 mattina.
La 2ª armata tedesca (Bülow) - in totale 8 divisioni - era divisa in due gruppi: il VII corpo d'armata e il X corpo d'armata di riserva col corpo di cavalleria intorno a San Quintino; una quindicina di chilometri più a est il X corpo d'armata e la Guardia che avevano passato con qualche contrasto l'Oise alla sera del 28. Il tempo non aveva consentito ricognizioni aeree: il corpo di cavalleria non aveva potuto passare l'Oise. Bülow aveva ordinato per il 29 la prosecuzione dell'inseguimento verso SO. In conseguenza il mattino del 29 la divisione di testa del VII corpo d'armata e il corpo di cavalleria continuarono nella marcia in direzione SO., mentre il X corpo d'armata di riserva veniva completamente sorpreso a sud di San Quintino: le truppe fecero però risolutamente fronte all'attaccante e, aiutate poi da mezza divisione del VII corpo d'armata, ricacciarono i Francesi sull'Oise. Il III corpo d'armata francese prima di passare il fiume era stato attaccato dal X corpo d'armata tedesco, talché aveva fatto fronte verso nord. Tanto il III quanto il X corpo d'armata francese, per quanto sostenuti sulla destra dalla 51ª D. R. e dalla cavalleria, perdettero terreno di fronte al X corpo tedesco e alla Guardia, ma riuscirono ad arrestarli e a infliggere con l'artiglieria perdite notevoli.
Il Lanrezac ordinò al I corpo d'armata di rinforzare il III e X corpo d'armata: il I corpo d'armata avanzò senza però giungere a stretto contatto con la fanteria nemica. I Tedeschi in complesso mantennero a sud di di Guise le posizioni conquistate il mattino. L'affermazione della relazione ufficiale francese che i Tedeschi abbiano dovuto ripassare l'Oise in seguito a un grande contrattacco del I, III e X corpo d'armata è insussistente. Bülow per il giorno 30 ordinò che X e Guardia tenessero fermo (la Guardia era autorizzata a ripassare, occorrendo, l'Oise). Il gruppo di destra, VII e X R., doveva attaccare la linea dell'Oise a SE. di Guise. Il von Kluck (1ª armata) richiesto di concedere l'aiuto del IX corpo d'armata accordò una sola divisione. Ma nella notte Joffre aveva ordinato la ritirata. L'ordine però giunse al Lanrezac alle 8 del 30. Le truppe erano quindi in movimento per attaccare in direzione di Guise, ma siccome da questa parte i Tedeschi non avanzavano fu possibile ai Francesi di disimpegnarsi facilmente. Le truppe sull'Oise invece furono attaccate, ma riuscirono a disimpegnarsi, salvo la 38ª divisione coloniale che dopo una tenace resistenza a Ribemont ebbe perdite gravissime. I Tedeschi non furono però in condizioni d'inseguire.
Questa battaglia dimostra che i Francesi erano in grado di far fronte, ma non di attaccare a fondo truppe tedesche anche inferiori di numero; e dimostra una volta di più che la ricerca dell'aggiramento a ogni costo aveva prodotto per i Tedeschi la mancata cooperazione della 14ª divisione il 29 e di una divisione della 1ª armata il giorno 30. Inoltre, Parigi era ormai vicina e, nel campo alleato, dopo l'esaltazione di Guise gli animi ricaddero nel cupo abbattimento seguito all'inizio della ritirata generale dalle frontiere. Quanto alla Sesta Armata di Manoury, sorpresa dalla destra di von Kluck presso Amiens mentre era ancora in fase di concentrazione, essa venne sconfitta e respinta con gravi perdite, sicché anche la speranza di attestarsi sulla Somme, all'estrema ala sinistra francese, svanì bruscamente.
Bibliografia:
"La grande storia della Prima Guerra Mondiale", Martin Gilbert, Mondadori 2000
"La Grande guerra. Una storia globale", David Stevenson, Rizzoli 2004