Battaglie In Sintesi
24 gennaio 1915
Ammiraglio tedesco, nato a Weilheim (Baviera) il 13 settembre 1863. Promosso sottotenente di vascello nel 1884, percorse l'intera carriera e, contrammiraglio nel 1911, ebbe il comando delle forze navali d'esplorazione e delle siluranti. Vice-ammiraglio nel 1915, comandò le navi tedesche alla battaglia del Dogger Bank; ammiraglio nel 1918, tenne il comando in capo delle forze navali d'esplorazione, indi delle forze d'alto mare. Come conseguenza della sua partecipazione alla battaglia dello Jütland, gli fu conferita la medaglia al merito di guerra e il titolo nobiliare. Fu collocato a riposo il 13 dicembre 1918. Morto ad Altona-Othmarschen il 25 maggio 1932.
Uno tra i più noti ammiragli della marina inglese, nato a Borodale (Irlanda) il 17 gennaio 1871; entrò in marina a 13 anni, fu ufficiale nel 1889, tenente di vascello nel 1893. Nel 1897, durante la guerra nel Sudan, imbarcato su una cannoniera del Nilo per cooperare con l'esercito, agli ordini del Kitchener, dimostrò molto ardimento e perizia, e così pure si distinse nelle operazioni sul Nilo del 1898.
Anche in Cina, nella campagna contro i Boxers del 1900, egli diede prove di ardimento, segnalandosi nella difesa di Tien-tsin, e in seguito, nominato comandante della brigata navale inglese che venne inviata in aiuto della spedizione Seymour, contribuì alla liberazione di quella città. Per tutti i segnalati servigi compiuti, fu nominato capitano di vascello nel 1900, a soli 29 anni. Promosso nel 1910 contrammiraglio, venne nel 1912 chiamato quale segretario navale del primo lord all'ammiragliato (Churchill). Nel 1914, promosso vice-ammiraglio, fu nominato comandante degl'incrociatori della grande flotta. Partecipò allo scontro di Helgoland del 28 agosto 1914; il 24 gennaio 1915, al comando delle forze navali inglesi al Dogger Bank, concorse all'affondamento del Blücher. Il 31 maggio 1916, quale comandante della flotta degl'incrociatori, partecipò alla battaglia del Jutland e nel novembre dello stesso anno ebbe il comando della Grand Fleet, col grado di ammiraglio. Una grande notorietà gli derivò a causa delle aspre polemiche scatenatesi in Inghilterra, dopo la fine della guerra, pro e contro l'opera sua. Dal 1919 al 1927 il Beatty, creato conte, fu primo lord dell'ammiragliato.
Tra la fine del dicembre 1914 e il gennaio 1915, i tedeschi, compirono alcune incursioni sulla costa orientale britannica, attraverso operazioni di bombardamento di alcune città, al fine di attirare la Home Fleet in uno scontro decisivo, poiché in quel periodo le due flotte avevano raggiunto un rapporto di parità (18 navi monocalibro inglesi contro 17 navi tedesche). L'ammiraglio Friedrich von Ingenohl, decise di impiegare un'altra volta gli incrociatori da battaglia della Hochseeflotte, allo scopo di attaccare le navi nemiche che si fossero trovate a Dogger Bank (bassofondo del Mare del Nord, che in alcuni punti ha una profondità di soli 13 m. e che prende il nome dalla parola olandese che identifica i pescherecci dogge; distante solo 100 Km dalla costa inglese del Northumberland). Per quest'operazione si decise di impiegare la I divisione incrociatori, formata da: 3 incrociatori da battaglia (Moltke, Seydlitz, e Derfflinger); 1 incrociatore corazzato, il Blucher, 3 incrociatori leggeri e 18 cacciatorpediniere al comando dell'Ammiraglio Franz von Hipper. Le navi dovevano partire la sera del 23 gennaio, navigare tutta la notte e trovarsi all'alba del 24 all'angolo Sud Est di Dogger Bank, quindi da lì invertire la rotta e attaccare tutte le navi militari e mercantili incontrate sulla via del ritorno. Nello stesso tempo dai porti inglesi, si mosse una squadra navale, formata da 5 incrociatori da battaglia del I e II Battle Cruiser Squadron (Lion, Tiger, Princess Royal, New Zealand e Indomitable) 7 incrociatori leggeri e 35 cacciatorpediniere al comando dell'Ammiraglio David Beatty. Per capire la rapidità della reazione inglese, occorre fare un passo indietro. Il 28 agosto 1914, in una delle primissime azioni intraprese dalla flotta tedesca nel mar Baltico, l'incrociatore leggero tedesco Magdeburg, si era incagliato a poca distanza dal faro di Odensholm.
Sebbene gli ufficiali si affrettassero a buttare in mare i cifrari, uno di questi fu recuperato dai Russi, i quali provvidero a inviarne una copia agli alleati inglesi. Alle luci dell'alba del 24 gennaio Beatty, ordinò alle proprie unità di allargarsi, al fine di rastrellare un'area maggiore. Nel frattempo le unità germaniche si avvicinarono in avanguardia, mediante gli incrociatori leggeri Graudenz a Stralsund. Nello stesso tempo gli altri incrociatori, il Rostock e il Kolberg, si disposero rispettivamente a destra e a sinistra. Ogni incrociatore era accompagnato dai caccia. Alle 7.15 gli incrociatori inglesi Aurora e Undaunted, avvistarono l'incrociatore tedesco Kolberg, tra quest'ultimo e l'Aurora, vi fu uno scambio di colpi che causarono a entrambi solo pochi danni, ma l'incrociatore Aurora segnalò all'Ammiraglio Beatty di aver impegnato il nemico. Alle 7.50 gli incrociatori da battaglia tedeschi, furono avvistati a circa 14 miglia. L'ammiraglio Hipper, preferì proseguire la navigazione, poiché nell'incerta luce dell'alba, non si riuscivano a distinguere bene le forze nemiche. In un primo momento furono avvistati circa 6 incrociatori leggeri inglesi e molti cacciatorpediniere. Pertanto, Hipper ritenne che tali forze non fossero tanto difficili da affrontare. Tuttavia, un successivo avvistamento dallo Stralsund indicò che dietro alle prime forze, si distinguevano i fumi di circa 8 navi maggiori. A questo punto l'Ammiraglio Hipper comprendendo di trovarsi di fronte a forze similari, decise di invertire la rotta e dirigersi verso le proprie basi, distanti solamente 150 miglia. L'inversione di rotta lasciò il Blucher, come unità serrafila, e a questo incrociatore corazzato l'Ammiraglio, diede libertà di aprire il fuoco. Alle 8.15, le due forze contendenti continuarono a navigare per file parallele con quelle tedesche a proravia delle inglesi. Beatty, ordinò di aumentare la velocità a 27 nodi, e poi a 29 nodi. Ben sapendo che questa velocità poteva essere mantenuta per breve tempo, e avrebbe lasciato alle spalle l'Indomitable e il New Zealand, che erano in grado di raggiungere solo 27 nodi.
Il Lion aprì il fuoco contro il Blucher dalla distanza di 18.000 m, a seguire anche il Tiger e il Princess Royal aprirono il fuoco verso il Blucher. Le navi tedesche risposero al fuoco, ma entrambi erano disturbati dal fumo dei propri fumaioli. Il Lion diresse il fuoco verso il Moltke. I tedeschi invece concentrarono il fuoco sul Lion, nave ammiraglia e prima della formazione nemica. Alle 9.43, un colpo da 343 mm centrò la parte poppiera dell'incrociatore Seydlitz, perforando il ponte superiore e la corazza della torretta inferiore. L'esplosione causò l'accensione delle cariche pronte all'impiego. L'incendio che si sviluppò, arrivò al deposito munizioni, causando anche l'esplosione dei depositi della torre sopraelevata. L'ammiraglia tedesca, fu salvata da un sottufficiale che nonostante i volantini fossero arroventati riuscì ad aprire le valvole di allagamento. Il Seydlitz, era rimasto senza le torri poppiere e aveva imbarcato 600 tonnellate d'acqua. A questo punto ritenendo ormai prossima la fine fu ordinato di accelerare al massimo il tiro dei cannoni rimasti. Due minuti dopo il Lion fu centrato da un colpo da 305 mm. che attraversarono la corazzatura di uno dei depositi munizioni, ma fortunatamente non esplose. Nove minuti dopo fu centrata la torre prodiera inferiore, mettendo fuori uso un cannone. Poi una granata da 280 mm. sparata dal Seydlitz, perforò la corazza del Lion, provocando l'allagamento dell'officina e mettendo in corto due dinamo. La nave si sbandò leggermente sulla sinistra e la velocità scese a 24 nodi. Intanto i caccia tedeschi formarono una spessa cortina fumogena, che impedì agli inglesi di rilevare la caduta delle salve. Alle 10.18 la distanza fra i due schieramenti era scesa intorno ai 16.000 m. due colpi del Derfflinger colpirono il Lion causandogli gravi danni: una perforò la corazzatura sotto la linea di galleggiamento, provocandone l'allagamento dei doppi fondi prodieri; l'altro colpo perforò la corazza sulla linea di galleggiamento a prora, causando l'allagamento della camera di lancio e dei compartimenti limitrofi.
Alle 10.30 l'Ammiraglio Beatty riuscì a riportare la velocità della sua nave a 26 nodi e lo scontro si riaccese. Il Blucher ricevette dal New Zealand, un colpo da 305 mm. che perforò il ponte corazzato fra le ridotte laterali anteriori, determinando l'incendio delle cariche sistemate in un corridoio che serviva per il passaggio delle munizioni. A centro nave si sviluppò un furioso incendio che mise fuori combattimento il timone, i telegrafi di macchina, i sistemi di direzione del tiro, e le condotte di vapore della sala macchina prodiera. A causa dell'incendio il Blucher ridusse la velocità a 17 nodi. Alle 10.35 e poi alle 10.41, il Lion fu colpito di nuovo da tre proiettili che causarono l'incendio del deposito munizioni e della torre inferiore prodiera. Beatty, verso le 11.00, a causa della segnalazione di un presunto sommergibile ordinò un'accostata a sinistra. L'Ammiraglio Hipper in considerazione della vicinanza delle sue basi, decise giustamente di sganciarsi dallo scontro, lasciando a malincuore il Blucher al suo destino. Intanto l'Ammiraglio Beatty, imbarcato sul Lion, quest'ultimo con le macchine di sinistra in avaria, il telegrafo fuori uso, sbandato di 10° e con una velocità di 15 nodi, segnalò di attaccare la coda del nemico e poi di avvicinarsi. Il contrammiraglio Archibald Moore (secondo in comando), interpretò questi segnali come l'ordine di annientare il Blucher, anziché continuare a impegnare i nemici. Così le navi inglesi si concentrarono tutti sull'incrociatore corazzato Blucher, che alle 13.13, s'inclinò su un fianco e si capovolse.
I tedeschi, trassero molti insegnamenti da questa battaglia: aumentarono le corazzature delle torri e dei depositi munizioni, migliorarono i telemetri e i servizi antincendio. Gli inglesi, dal canto loro, ritennero giusta la strada intrapresa con l'incrociatore da battaglia, e notarono sia la disposizione errata dei depositi munizioni, sia la fragilità delle torri, ma rimase tutto solamente un argomento di discussione, e che li porterà in seguito alla sorpresa dello Jutland.
Tratto da:
"Battle of Dogger Bank",http://www.worldwar1.co.uk/
"Battaglia di Dogger Bank", Virginio Trucco,