Battaglie In Sintesi
305 a.C.
Fu eletto console nel 305 a.C., con il collega Lucio Postumio Megello. Entrambi i consoli si diressero nel Sanni, dirigendosi però in zone diverse, Postumio a Tiferno e Minucio a Boviano. Postumio, che comandava la colonna orientale, superò e batté una forte resistenza sannita a Tiferno, prima di rincongiungersi con le truppe guidate da Minucio. I due eserciti romani, così riuniti, si scontrarono contro i Sanniti nella battaglia di Boviano, che risultò decisiva per l'esito finale della seconda guerra sannitica. Livio riporta come per alcuni autori, Minucio rimase ucciso nella battaglia di Boviano.
Console (305 a. C.), vinse i Sanniti; nel secondo consolato (294) vinse i Sanniti e gli Etruschi e trionfò contro il volere del senato; dedicò il tempio della Vittoria; console per la terza volta (291), sconfisse nuovamente i Sanniti (conquista di Cominium e di Venusia); poiché, in seguito a questa vittoria celebrò il trionfo di propria autorità, il Senato lo punì con un'ammenda.
Tito Livio ricorda Stazio Gellio come comandante delle difese sannite contro l'esercito romano che convergeva in due colonne, comandate rispettivamente dai consoli Tiberio Minucio Augurino e Lucio Postumio Megello, verso la roccaforte di Bovianum. Gellio fu sconfitto e cadde prigioniero dei Romani insieme a numerose insegne militari del suo esercito.
Lo stesso anno ebbe come dittatore Publio Cornelio Scipione, e Publio Decio Mure in qualità di maestro di cavalleria. I due presiedettero le elezioni consolari (compito per il quale erano stati nominati, in quanto nessuno dei due consoli aveva potuto allontanarsi dal fronte). Vennero eletti consoli Lucio Postumio e Tiberio Minucio. Questi consoli per Pisone seguono a Quinto Fabio e a Publio Decio, saltando però il biennio durante il quale abbiamo riferito che i consoli furono Claudio con Volumnio e Cornelio con Marcio. Non è chiaro se Pisone li abbia dimenticati nel redigere gli annali, oppure se abbia omesso di proposito i due consolati, ritenendoli privi di fondamento. Nel corso dello stesso anno ci furono incursioni da parte dei Sanniti nella pianura Stellate in Campania. Entrambi i consoli vennero inviati nel Sannio, dirigendosi però in zone diverse, Postumio a Tiferno e Minucio a Boviano. Il primo scontro avvenne a Tiferno, agli ordini di Postumio: alcuni autori sostengono che i Sanniti vennero sconfitti in maniera netta e che furono fatti 20.000 prigionieri; altri invece che le parti si allontanarono dopo una battaglia dall'esito rimasto incerto, che Postumio, fingendo di aver paura, marciando di notte andò a nascondere le sue truppe sui monti, e che i nemici gli tennero dietro, accampandosi a due miglia di distanza da lui in una posizione ben protetta. Il console, volendo dare l'impressione di aver scelto quella zona per porre l'accampamento fisso, in quanto sicura e ricca (come in effetti era), in un primo tempo fece dotare il campo di difese, attrezzandolo con ogni tipo di materiale. Dopo avervi lasciato una massiccia guarnigione armata, nel pieno della notte guidò lungo il percorso più breve possibile le sue truppe equipaggiate alla leggera fino a raggiungere il collega, accampato di fronte a un altro esercito nemico.
Là, su consiglio di Postumio, Minucio attaccò battaglia, e poiché lo scontro andò avanti nell'incertezza fino a giorno inoltrato Postumio aggredì all'improvviso con le sue forze ancora fresche i nemici ormai stremati. E così, visto che i Sanniti non riuscivano a fuggire per la stanchezza e le ferite riportate, furono uccisi tutti dal primo all'ultimo, mentre i Romani catturarono ventuno insegne, dirigendosi poi verso l'accampamento di Postumio. Qui i due eserciti vincitori, gettandosi sui nemici demoralizzati per le notizie ricevute, li travolsero costringendoli alla fuga e catturando ventisei insegne militari, più il comandante dei Sanniti Stazio Gellio, molti altri uomini ed entrambi gli accampamenti. Il giorno successivo venne iniziato l'assedio di Boviano, catturata anch'essa in breve tempo, e i due consoli che tanta gloria avevano conquistato con quelle imprese celebrarono il trionfo. Alcuni autori sostengono che il console Minucio, riportato nell'accampamento con una ferita molto grave, morì sul posto, e che per sostituirlo venne nominato console Marco Fulvio il quale, subentrando a Minucio nel comando del suo esercito, avrebbe conquistato Boviano.
Nel corso di quell'anno Sora, Arpino e Cesennia vennero nuovamente strappate ai Sanniti, mentre una grande statua di Ercole venne collocata in Campidoglio e lì consacrata. Durante il consolato di Publio Sulpicio Saverrione e di Publio Sempronio Sofro, i Sanniti - nel desiderio di porre fine alla guerra o di ottenere una tregua - inviarono a Roma ambasciatori per discutere la pace. Alle loro suppliche venne replicato che, se i Sanniti non avessero di frequente richiesto la pace continuando in realtà a preparare la guerra, si sarebbe potuto stipulare un trattato di pace con una semplice discussione tra le due parti in causa. Ma ora che le parole a tale riguardo si erano dimostrate vane, era necessario starsene ai fatti. Il console Publio Sempronio si sarebbe recato di lì a poco nel Sannio con un esercito, e non gli sarebbe certo potuto sfuggire che intenzioni avessero i Sanniti, se bellicose o pacifiche. Chiarito ogni aspetto, avrebbe riferito al senato. Che quindi i delegati seguissero il console al suo rientro dal Sannio. Quell'anno, poiché un esercito romano che l'aveva percorso in lungo e in largo aveva trovato il Sannio in condizioni pacifiche ed era stato generosamente rifornito dalle genti del posto, ai Sanniti venne di nuovo concesso il trattato di pace di una volta.
Bibliografia:
"Ab Urbe Condita", Tito Livio, Libro IX