Battaglie In Sintesi
Maggio - Dicembre 640
Capitano e uomo di stato arabo del primo periodo dell'età musulmana. Nato alla Mecca e ostile dapprima all'Islam, si convertì nell'8 ègira (629-30 d. C.), quando Maometto aveva già assodato la propria potenza, ma non si era ancora impadronito della Mecca; accostandosi al futuro trionfatore proprio alla vigilia della vittoria, Amr mostrò di possedere fin da allora quel sicuro intuito del momento propizio che non gli venne mai meno neppure in seguito e gli valse la fama del "più astuto tra gli Arabi" (dahiyat al-Arab), se non pur quella di uomo fornito di scrupoli morali e religiosi. Prese parte, sotto i califfi Abu Bekr e Omar, alla conquista della Palestina, e di li mosse, a quanto pare più di proprio impulso che per ordine ricevutone, a quella dell'Egitto, che tolse ai Bizantini con fulminea rapidità (19-21 ègira = 640-42), donando al nascente impero islamico una delle sue più ricche provincie. Rimasto in Egitto come governatore, fu deposto da Othman; si tenne tuttavia estraneo al movimento di ribellione contro questo califfo e alla uccisione di lui; dopo questa, destreggiandosi abilmente nella lotta tra Mu'awiyah e Ali, mercanteggiò il proprio appoggio al primo, cui riconquistò l'Egitto, togliendolo ai partigiani di Ali, e ottenendo in compenso di riaverne il governo senza controllo da parte del potere centrale (37 ègira = 657-8). Di lì, durante i primi anni del califfato di Mu'awiyah, riprese la graduale conquista dell'Africa settentrionale, già iniziata durante il suo primo governo e che doveva più tardi esser condotta a termine dai suoi successori. Morì, secondo le testimonianze più attendibili, nel 43 ègira (663-4). Amr ibn al-As è una tra le figure più caratteristiche di quei Meccani di straordinario talento militare e politico che il fermento dell'espansione islamica mise in evidenza, portandoli di colpo dall'oscurità della vita araba alla parte di attori della storia mondiale. La tradizione pietistica musulmana dà di lui un giudizio severo, pur rammentando che in punto di morte egli si mostrò sinceramente religioso; i cristiani di Palestina e di Egitto, che lo conobbero conquistatore e governatore, ne lodarono la moderazione, la tolleranza, l'equità. Pura leggenda è quella che gli attribuisce l'incendio della biblioteca di Alessandria. Un suo figlio, Abd Allah, quasi a contrasto con la mondanità del padre, è celebrato come uno dei più devoti asceti della seconda generazione musulmana.
Amr riteneva che la conquista dell'Egitto sarebbe avvenuta in breve tempo, ma poi si rese conto che le sue previsioni erano errate. Persino a Pelusium e Bilbeis, i Musulmani avevano incontrato una certa resistenza: l'assedio di Pelusium era durato due mesi e quello di Bilbeis un mese. A Babilonia, città di certo più grande e più importante delle due citate in precedenza, ci si doveva aspettare una resistenza su scala più larga. Dopo la caduta di Bilbeis i Musulmani avanzarono fino a Babilonia, presso l'odierna Cairo, che cominciarono ad assediare verso il maggio del 640. Babilonia era una città fortificata, le cui difese erano state rinforzate dai Bizantini in vista dell'assedio. Al di fuori della città, era stato scavato un fossato, mentre fu posizionato una grande forza nell'area tra il fossato e le mura cittadine. Il forte era un massiccia struttura alta 60 piedi con mura spesse più di 6 piedi e costellate da numerose torri e bastioni.
I 4.000 soldati musulmani assaltarono la città per due mesi, ma tutti i loro assalti vennero respinti, anche a causa della superiorità numerica bizantina (alcune fonti islamiche narrano che l'esercito bizantino a difesa di Babilonia era circa sei volte più numeroso dell'esercito musulmano). Intorno al maggio 640, 'Amr aveva inviato un distaccamento per impadronirsi della città di Fayoum. I Bizantini avevano anticipato questa mossa, e avevano fatto fortemente presidiare le strade conducenti alla città. Avevano inoltre provveduto a fortificare la loro guarnigione nella città limitrofa di Lahun. Quando i Musulmani compresero che Fayoum era troppo ben difesa per essere espugnata con facilità, si diressero verso il deserto occidentale dove si impadronirono di tutto il bestiame e degli animali che potevano prendere. Si diressero quindi a Oxyrhynchus (Per-Medjed), che fu sconfitta. Gli Arabi ritornarono quindi nel Basso Egitto seguendo il corso del Nilo. Nonostante negoziazioni infide tra gli arabi e Cyrus, il Patriarca di Alessandria, la cittadella contenne fuori dalle proprie mura il nemico, fino a che la morte dell'Imperatore Heraclius fece crollare ogni speranza di rinforzi e con essi della salvezza per la citta'. Dopo che le negoziazioni erano andate a vuoto, i musulmani presero l'iniziativa il 20 dicembre, quando, con un assalto notturno, un'unita' scelta di guerrieri arabi, condotti da Zubair, riuscirono a scalare il muro, ad uccidere le guardie ed ad aprire le porte della citta' cosi' da lasciar entrare l'intero esercito musulmano. La città di Babilonia fu cosi' catturata dai musulmani il 21 dicembre 640, usando tattiche simili a quelle che furono usate da ibn di Khalid Walid a Damasco. La fortezza cadde dopo un assedio totale di 7 mesi. Teodoro, il comandante militare greco dell'Egitto ed il suo esercito riuscì a salvarsi, scappando verso l'isola di Rauda durante la notte. Dopo la cattura di Babilonia, la strada ad Alessandria era aperta.
Dopo Babilonia, come detto, la strada per Alessandria e per il resto dell'Egitto era aperta; ma cio' che vi era di piu' importante era che ancora una volta i califfi si stavano dimostrando non solo audaci nelle impresi ma anche in grado di temporeggiare e di trovare soluzioni tatticamente corrette in relazione agli ostacoli opposti dai bizantini.
Bibliografia:
"The Arab Conquest Of Egypt", Alfred Butler, Oxford At The Clarendon Press 1902