Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Assedio di Aleppo

luglio - ottobre 637

Il comandante arabo

Khalid ibn al-Walid ibn al-Mughira (La Mecca, 592 - Homs o Medina, 642)

Capo guerriero arabo musulmano appartenente al clan egemonico meccano coreiscita dei Banu Makhzum. Khalid è considerato il miglior uomo d'armi del periodo islamico classico, tanto da essere normalmente ricordato come la "Spada dell'Islam" (Sayf al-Islam). Prima della sua conversione, avvenuta nell'anno 6 dell'egira, corrispondente al 627, Khalid guidò i pagani di Mecca alla squillante vittoria di Uhud contro le forze musulmane dei fuoriusciti Meccani (Emigrati, Muhagirun) e dei convertiti di Medina (Ansar), tutti sotto il comando del profeta dell'Islam Maometto che, in quell'occasione, fu addirittura ferito. La sua conversione costituì perciò un importante acquisto per la Umma islamica e Khalid, anche sotto le nuove bandiere, si distinse militarmente, senza mai dover registrare alcuna sconfitta. Se infatti egli era presente alla rotta musulmana di Mu'ta, si deve ricordare che egli era in quell'occasione appena il quarto nella catena di comando. Già sotto il califfo Abu Bakr, Khalid ebbe l'incarico di ricondurre all'obbedienza di Medina le tribù che, con la morte di Maometto, se n'erano distaccate. Con l'aiuto di 'Ikrima ibn Abi Jahl egli condusse in porto una non facile guerra (a torto o a ragione definita della "ridda", cioè dell'"apostasia"), sconfiggendo il "falso profeta" Musaylima. Il successivo califfo 'Omar ibn al-Khattab - che non apprezzava il suo carattere ancora assai simile a quello del pagano intriso dei tradizionali valori della muruwwa e che gli rimproverava quanto accaduto dopo la vittoria di 'Aqraba', quando aveva costretto a unirsi a lui in matrimonio la vedova del capo nemico al-Malik b. Nuwayra, - Khalid operò fruttuosamente in Mesopotamia, conquistando la capitale dei Lakhmidi al-Hira, e avviò le operazioni contro la Persia sasanide, portate a compimento dal capo beduino dei Banu Bakr ibn Wa'il al-Muthanna ibn Haritha e dal Compagno Sa'd ibn Abi Waqqas. A Khalid fu infine affidato il comando delle operazioni in Siria (Abu baker invio una lettera personale da parte sua in cui disse per portare a compimento la campagna militare in Siria, ho deciso che Khaled diventasse capo dell'esercito anche se so che te sei migliore di lui, ma lui è più abile di te nel campo militare, salute e che Allah ci guidi alla giusta strada) Abu ubayda Aljarah amico e sodale del califfo,(ad Abu ubayda Aljarahfu dato il titolo di uomo di fiducia da parte del profeta) . In Siria conseguì una serie di vittorie e di fruttuosi accordi che gli spalancarono le porte della regione e di tante città, fra cui Damasco. Determinante, assai più della vittoria di Ajnadayn, la prima vittoria arabo-islamica contro formazioni regolari bizantine, la Campagna del Yarmuk in cui si compì la definitiva sconfitta bizantina e la Siria fu acquisita.

La genesi

L'esercito musulmano, sotto il comando della "spada dell'Islam", al-Walid, dopo aver catturato Damasco (635) e Gerusalemme (638), marciò verso nord, sempre più in profondità nei territori della Siria bizantina. Dopo aver preso le molte piccole e grandi città, sia Abu ibn Ubaidah al-Jarrah che lo stesso Khalid al-Walid si incontrò a Qinnasarin, e, una volta congiunte le forze marciarono verso Aleppo, dove, ad attenderli, c'era guarnigione imperiale agli ordini dell'ufficiale comandante Gioacchino. Aleppo (la moderna Halab, la più grande città al confine tra Siria e Turchia) era una delle città più grandi nel mondo, conosciuta nell'antichità anche con il suo nome greco Beroia, era un punto di commercio strategico tra il Mediterraneo e i ricchi mercati della Mesopotamia, ma soprattutto era conosciuta per essere il punto finale della famosissima "via della seta", snodo commerciale su cui furono fondate, a partire dall'era arcaica, autentiche fortune economiche.

La battaglia

Ma proprio per l'importanza ricoperta dal sito, la città di Aleppo era difesa da una grande cinta murata e da un forte più piccolo ma virtualmente imprendibile, sito fuori dalla città, su una collina. Eppure, nonostante, vista la posizione di relativa forza e vantaggio in cui si trovava la guarnigione di Aleppo, all'arrivo degli arabi, il comandante Bizantino, Gioacchino, scelse di lottare contro l'esercito musulmano in campo aperto, fuori dalla sicurezza delle potenti mura della città. La sua inspiegabile mossa venne immediatamente punita, e così lo stesso comandante imperiale sonoramente sconfitto, fu costretto a ritirarsi in con fretta all'interno della cinta muraria. Nei mesi che seguirono questo scontro, Gioacchino tentò molte altre sortite nel tentativo di rompere l'assedio, fallendo ogni volta; il primo scontro aveva ormai sottratto delle forze che risulteranno fondamentali a Gioacchino, il quale, confidando forse in futuri aiuti dall'imperatore (che non arrivarono mai) aveva frettolosamente pensato di poter respingere con un solo scontro le forze islamiche invece di optare per una resistenza che potenzialmente avrebbe potuto, se non respingere, ma quantomeno fiaccare pesantemente scorte, effettivi e morale degli arabi. Invece, come prevedibile, Gioacchino non ricevette nessun segnale d'aiuto dall'imperatore Eraclio, e quindi, nell'ottobre del 637, i greci si arresero ai musulmani, a condizione che ai soldati della guarnigione fosse fatta salva la vita. Secondo fonti musulmane, Gioacchino, al termine dell'assedio, si convertì all'Islam insieme ai suoi 4000 soldati greci. Il suo valore ed il suo coraggio come ufficiale bizantino non vennero mai messi in discussione ne' dagli storici islamici ma neanche dagli stessi storici imperiali.

Le conseguenze

Agli arabi si aprì uno dei più importanti siti commerciali del Mediterraneo e con esso un enorme afflusso economico iniziò a refluire nelle tasche dei musulmani. La perdita di Aleppo, quindi, non rappresentava solo un avanzamento dell'Islam dal punto di vista esclusivamente geografico, ma rendeva l'avversario dei bizantini, in quell'area, sempre più potente anche economicamente. Inoltre, un'aurea di imbattibilità iniziava a circondare le armate della "spada dell'Islam", cosa che continuerà ad avvantaggiarlo nella sua marcia siriana, che ora vedeva come prossimo obiettivo la città di Antiochia.