Battaglie In Sintesi
2 febbraio 1141
Figlio di Stefano conte di Blois e di Adela, figlia di Guglielmo I. Nato verso il 1097, fu allevato e largamente dotato dallo zio Enrico I, e giurò di accettare come eredi al trono d'Inghilterra e di Normandia la figlia di Enrico, Matilde e il figlio di lei, Enrico. Ma nel 1135 Stefano, aiutato dal clero, s'impadronì del trono, fu riconosciuto in Inghilterra e in Normandia, e da Innocenzo II. Pattuì una tregua con il marito di Matilde, Goffredo d'Angiò (1137); Davide I di Scozia, zio di Matilde, che si era mosso contro di lui, fu sconfitto nelle vicinanze di Northallerton (1138), e furono soffocate varie insurrezioni di baroni. Ma Stefano, che pure nel 1136 aveva con un editto fatto grandissime concessioni alla Chiesa, si rese nemico il clero, perché incarcerò e rifiutò la grazia al justiciar Ruggero vescovo di Salisbury, e al figlio e ai nipoti di lui, che erano pure vescovi e funzionari di stato (1139). Matilde ritornò, molti baroni si unirono a lei, e il fratellastro Roberto di Gloucester fece prigioniero Stefano a Lincoln nel 1141. Il clero lo depose dal trono, però Matilde si attirò presto l'ostilità dei suoi partigiani e Stefano fu liberato e rimesso sul trono (1141). Espulse Matilde e dominò i baroni sia con la corruzione sia con la forza, ma il suo governo era debole e le concessioni fatte al clero e ai baroni resero malfermo il suo potere, mentre d'altra parte egli non aveva qualità amministrative. Sotto di lui l'Inghilterra subì il periodo di maggiore anarchia di tutta la sua storia dopo il 1066. Contese con il clero e con il papa ostacolarono il riconoscimento del figlio di Stefano, Eustachio, e nel 1153 Stefano conchiuse il trattato di Wallingford, per cui rimaneva re sino alla morte (1154). Gli succedette il figlio di Matilde, Enrico.
Figlia di Enrico I, nacque nel 1102 e sposò nel 1114 l'imperatore Enrico V, alla morte del quale tornò in Inghilterra (1126) e fu designata a succedere al padre. Nel 1127 sposò Goffredo d'Angiò dal quale ebbe nel 1133 un figlio che fu poi Enrico II. Ma eletto nel 1135 re d'Inghilterra Stefano, Matilde invase l'Inghilterra nel 1139: con l'aiuto del clero e di alcuni baroni, disfece e catturò Stefano e fu riconosciuta regina nel 1141. La sua durezza spinse però Londra a ribellarsi: Matilde, sconfitta a Winchester, fuggì a Gloucester e liberò Stefano in cambio della liberazione del proprio fratello Roberto di Gloucester (1142). Confinata nella valle del Severn, Matilde perdette nel 1147 ogni speranza per la corona inglese e tornò nella Normandia che suo marito aveva conquistato e che nel 1151 ella cedette a Enrico. Morì nel 1167.
Durante la prima metà del XII secolo, Rainulfo di Gernon, secondo Conte di Chester, andò in conflitto con il re Stefano d'Inghilterra dal momento che lo stesso re
aveva dato la contea di Northumbria al principe Enrico, figlio del re Davide I di Scozia, così come indicato nel trattato di Durham del 1136 e nel rinnovo dello
stesso del 1139. Rainulfo però si oppose a questi accordi, rivendicando il possesso della terra che suo padre era stato così costretto a cedere al re Enrico I
d'Inghilterra; e fu assai deciso nel ribellarsi per poter riprendere il possesso delle sue terre.
Alla fine del settembre 1140, Rainulfo pianificò di attaccare il principe Enrico di Scozia quando era sulla via del ritorno a casa, proveniente dalla corte de re
Steafno in Inghilterra. Ma Matilde di Boulogne, figlia del precedente re inglese Enrico, venne a conoscenza del complotto ed essendo una donna d'onore, convinse il
marito a scortare il principe in Scozia. I piani di Rainulfo vennero così vanificati, quindi egli decise, come ripiego, di prendere d'assedio il Lincoln Castle, una
delle fortezze che rientrava nei possedimenti che erano stati deputati per Stefano stesso.
Aiutato dal fratellastro Guglielmo di Roumare, Rainulfo sviluppò il seguente stratagemma: le mogli dei due nobili vennero inviate a visitare la moglie del cavaliere
che guida la guarnigione stabilita ne castello di Stefano, che aveva il compito di proteggere la fortezza. Dopo un po', anche Rainulfo arrivò nel castello vestito con
abiti normali e scortato da tre cavalieri apparetemente disinteressati, con la scusa di essere in quel luogo per riscortare le nobildonne verso casa. Ma, appena
entrato, recupera tutte le armi che aveva nascoste fece antrare il fratellastro che attendeva fuori con dei rinforzi nel castello; quindi espellono la guarnigione
reale.
Informato del colpo al castello di Lincoln, re Stefano decise di scendere a patti con i due fratelli, al fine, da un lato, di lasciare in pace la contea di Lincoln e,
dall'altro, di non precipitare Rainulfo verso il partito di Matilde, sua avversaria poichè sempre figlia del precedente re inglese. Inoltre, era sicuro che nel caso in
cui il re di Scozia avesse infranto il trattato di pace di Durham, Rainulfo sarebbe stato una risorsa molto utile, in quanto avrebbe potuto essere usato contro di lui
paventando eventualmente le Terre del Nord come ricompensa. Così Stefano mise da parte il suo orgoglio, e Guglielmo di Roumare venne nominato conte di Lincoln, mentre
Rainulfo vennero conferiti poteri amministrativi e militari sulla contea di Lincoln, sulla città e sul castello di Derby .
Tuttavia, i cittadini di Lincoln scrissero al re a Londra per lamentarsi del trattamento di cortesia riservato ai due fratelli. Lo informano anche che questi ultimi
due non sono affatto in guardia e che, se fosse arrivato rapidamente, avrebbe potuto facilmente riprendersi il castello e catturare i due ribelli. Il re non potette
resistere a questa paventata opportunità, e alla tentazione di riprendere subito Lincoln, che era una delle città più importanti del suo regno.
Così, arrivò il 6 gennaio 1141 e come previsto trovò la città indifesa. Prese possesso della città e immediatamente assediò il castello. Ma sebbene fosse stato veloce,
non lo fu abbastanza per prendere Rainulfo mentre tornava nella sua contea di Chester. Comunque Stefano catturò 17 cavalieri e iniziò a usare le sue macchine d'assedio
contro il castello. La famiglia di Rainulfo, invece, così come suo fratello con la famiglia erano trincerati all'interno. Sembra, tuttavia, che il re abbia autorizzato
Guglielmo di Roumare e le mogli ad uscire dal castello per tornare alle proprie terre.
Dopodichè, il re ordinò di attaccare gli altri castelli di Rainulfo nella regione. Alain le Noir attaccò Belvoir, che il conte aveva recentemente acquisito; Alain il
nero prese i castelli di Howden e Ripon dove furono ristabiliti presidi con truppe fedeli al re. Quest'ultimo si unì quindi al re a Lincoln, con le truppe dello
Yorkshire, che mobilitò con l'aiuto di Guglielmo il grosso, conte di York.
Il conte Rainulfo si sentiva oltraggiato da questo ribaltamento subito dal re che non aveva mantenuto il suo impegno scritto. Poiché non può più fidarsi di Stefano,
Rainulfo decise di contattare il suocero, il conte Robert di Gloucester, capitano militare del partito di Matilde e si unisce alla loro causa. Grazie a questa
alleanza, raccolse una considerevole forza di sostegno angioino e anche dalla casa dei re gallesi Morgan ab Owain di Glomorgan e Cadwaladr ap Gruffudd di Gwynedd,
tutti sostenitori dell'ascesa al trono di Matilde. A questi uomini si aggiunse un'ulteriore forza di cavalleria, quelli che gli storici contemporanei hanno chiamato
dei "diseredati", ossia cavalieri che probabilmente si erano trovati dalla parte dei perdenti nelle recenti battaglie in Normandia e nel sud-ovest della Francia.
Mentre si raggruppavano queste forze, Rainulfo rimase per circa un mese intorno ai suoi castelli a Donington e Derby. Stefano venne avvertito di questo cambiamento in
atto, ma sebbene i suoi consiglieri lo avvertirono che sarebbe stato meglio, per la sua sicurezza, se avesse lasciato la città, il re non fece nulla. Anzi, molto più
preoccupato per la propria reputazione, decise che era meglio per lui guidare le sue truppe contro il nemico. Entrambe le parti sembravano quindi pronte a giocarsi il
destino del regno in un'unica battaglia.
L'esercito delle contee Chester e Gloucester si mosse da Lincoln il 1 febbraio 1141, ed arrivò sulla riva del fiume Witham Domenica 2 febbraio, giorno della Candelora.
Molti dei suoi baroni consigliarono a Stefano di non impegnarsi in battaglia quel giorno, soprattutto perché si era verificato un cattivo presagio. Infatti, fonti
contemporanee riferiscono che alla messa delle sette di quella mattina, il cero che il re ricevette e che teneva in processione si ruppe, cadde e si spense.
Poco più tardi, le truppe dei suoi nemici attraversano il Witham verso ovest rispetto alla città. Le truppe reali scesero quindi la Lincoln Hill, e subito, all'inizio della battaglia, una forza avanzata di cavalleria e fanteria venne inviata per ritardare l'attraversamento del fiume da parte dei ribelli, ma venne rapidamente messa in rotta. Le forze angioine entrarono quindi rapidamente in contatto con l'esercito reale, dopo essersi lancate alla carica. Visti questi avvenimenti, i Conti di York e Richmond, così come le forze bretoni di quest'ultimo, disertarono la battagli, di conseguenza, incoraggiarono i loro avversari che gradualmente iniziarno a circondare il re. Molto presto le forze del re si feceroo prendere dal panico e gli altri conti fuggono, lasciando il re solo con i suoi uomini, incapaci di fuggire mentre smontavano da cavallo per combattere.
Molti nobili furono catturati a seguito di questa battaglia: Gilbert de Gand, Baudouin Fitz, Gilbert de Clare, Roger de Montbray, Guglielmo II Peverel di Nottingham, Richard de Courcy, Bernard de Bailleul e Guillaume Fossard. Il conte Rainulfo e gli altri vincitori entrarono in città e la saccheggiarono come da tradizione dell'epoca, ma massacrarono anche tutti i membri della milizia locale favorevole al re. Il re venne portato a Gloucester per incontrare Matilde, dopodichè venne imprigionato nel castello di Bristol, che apparteneva al conte di Gloucester. Successivamente, venne deposto e recupererà la sua libertà solo grazie alla cattura del suo carceriere, Robert Gloucester in seguito alla battaglia di Winchester. Poco dopo la battaglia di Lincoln invece, Goffredo, conte d'Angiò e marito di Matilde fu informato della vittoria, così, decise di invadere immediamente la Normandia e, poiché Stefano era stato deposto in seguito alla sua sconfitta, i nobili del ducato non poterono far altro che arrendersi al suo potere e porgergli omaggio.