Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Hausbergen

8 marzo 1262

Il comandante di Strasburgo

Reinbold Liebenzeller

Reinbold Liebenzeller è stato un cavaliere del XIII secolo, meglio conosciuto per aver guidato le truppe della città libera di Strasburgo contro quelle del vescovo Walter Geroldseck che vinsero la battaglia Hausbergen. Celebre divenne il suo discorso pronunciato, l'8 marzo 1262, un discorso di cui sono rimaste famose le parole: "Combattete oggi con coraggio e senza paura per l'onore della nostra città e per perpetuare la nostra libertà e quella dei nostri figli e discendenti". Nonostante il valore Reinbold Liebenzeller venne a lungo dimenticato nella storiografia di Strasburgo, in particolare a causa dell'ombra che su di lui gettò Rodolfo I d'Asburgo (intervenuto al fianco dei cittadini), ma anche per dei semplice fraintendimento sul suo ruolo.

La genesi

I rapporti, già tesi tra i cittadini di Strasburgo con il loro vescovo, presero una svolta particolare nel 1260. Appena insediato sul trono episcopale, Walter de Geroldseck lanciò, in tedesco, un manifesto di rimostranze contro la borghesia, una vera e propria dichiarazione di guerra. Egli volle ripristinare in toto i suoi diritti temporali anche in qualità di conte di Strasburgo. Per fare ciò, minaccia di utilizzare tutti i mezzi di costrizione che gli sono stati conferiti dalla sua autorità episcopale, primi fra tutti la scomunica. Gli scontri tra vescovo e città quindi, si moltiplicarono e la resa dei conti divenne inevitabile. Costretto dai tumulti cittadini a ritirarsi a Dachstein, il vescovo lì attese rinforzi: 1.500 uomini dal vescovo di Treviri, ma anche uomini inviati dagli abati di San Gallo, di Murbach, e soprattutto dal conte Rodolfo d'Asburgo. Forte d iqueste milizie, fece una dimostrazione di forza davanti alla città (dimostrazione che in seguito si volse a suo svantaggio). Scelse poi di mettere Strasburgo sotto embargo. Gli abitanti di Strasburgo cercarono invano di rompere questo blocco; ma solo nel 1261 si ebbe un punto di svolta. Durante una tregua per i raccolti, Rodolfo d'Asburgo cambiò schieramento, dando i propri favori ai cittadini e decise di radunare le sue truppe proprio al centro della città. Gli abitanti di Strasburgo lo nominano gonfalonniere del loro esercito il 18 settembre settembre 1261. Nel Natale dello stesso anno, gli armati di Strasburgo con il loro nuovo alleato marciarono in direzione di Dachstein non consentì di risolvere il conflitto, in quanto il vescovo esitava a confrontarsi in campo aperto con l'armata di Rodolfo. Si vendicò, tuttavia, saccheggiando i possedimenti dell'Asburgo in Alta-Alsazia.

La battaglia

Nella primavera del 1262 l'Alsazia era messa a ferro e fuoco. Il dubbio si insediò su entrambi i fronti; e lo scontro in campo aperto sembrava ormai l'unica soluzione logica al conflitto. Questo scontro avrà luogo in località Oberhausbergen l'8 marzo 1262. Metà della guarnigione di Strasburgo, guidata da Reinbold Liebenzeller, si arrese a Mundolsheim (sita all'estremità settentrionale della collina di Hausbergen), e in quell'occasione venne abbattuto il campanile, temendo potesse essere utilizzato come postazione di vedetta per rinforzare l'embargo stabilito dal vescovo. Appena quest'ultimo venne avvertito di questi fatti, decise di partire con il suo esercito: 300 cavalieri e 6000 fanti. Liebenzeller inviò messaggeri a Strasburgo per chiedere aiuto. Lui stesso scalò la collina di Hausbergen e lì attese le truppe di rinforzo, guidate dal suo collega Niclaus Zorn. Quando queste furono in vista, Liebenzeller riprese a marciare lungo il crinale, mentre Zorn lo seguiva da più in basso. Arrivato all'estremità meridionale della collina, aggirò il villaggio di Oberhausbergen. Ma il vescovo, che nel frattempo lo stava osservando, credeva che stesse cercando di tornare a Strasburgo e riteneva di poterlo schiacciare con la sua cavalleria. Gli strasburghesi non erano però in rotta e si schierarono per affrontare in buon ordine gli uomini del vescovo. La battaglia iniziò con una sfida individuale da parte del cavaliere Marco di Eckwersheim dell'esercito di Strasburgo. Questa venne accettata da un cavaliere dell'esercito episcopale chiamato Beckelar. Entrambe le parti furono disarcionate ma Eckwersheim fu salvato dai suoi compagni e Beckelar fu ucciso. Subito dopo, le cavallerie delle due parti si scontrarono. Gli strasburghesi, in inferiorità numerica, stavano avendo la peggio nella lotta quando Liebenzeller guidò la milizia, armata di lance e asce danesi. A questi fu ordinato di attaccare i cavalli e cavalieri. Nel frattempo, Zorn aveva condotto 300 balestrieri a lato del fronte di battaglia per ingaggiare l'avanzata della fanteria del vescovo ed impedirgli di interferire nella mischia di cavalleria. Il tiro degli arcieri fu tale che la fanteria si rifiutò di avanzare ulteriormente e la cavalleria episcopale fu sopraffatta. Sessanta cavalieri furono uccisi e altri 73 catturati. Il vescovo era impegnato nella lotta, uccidendo due cavalli sotto di lui prima di fuggire dal campo con un terzo. Il fratello del vescovo, Hermann, giaceva tra i morti. Il vescovo si ritirò a Molsheim, abbandonando le sue prerogative sulla città. Morì nel febbraio 1263.

Le conseguenze

La pace, conclusa tra la città e il nuovo vescovo Henri de Géroldseck, cugino del defunto, conferma, il 21 aprile 1263, la piena indipendenza del Consiglio; le pretese ducali passate e future del Vescovo di Strasburgo sono dichiarate nulle e inammissibili. D'ora in poi, Strasburgo è una città libera dall'Impero e il suo futuro è affidato al suo unico Consiglio. È uno degli esempi del particolarismo alsaziano dell'epoca, seguito pochi anni dopo dalla creazione di un'altra originalità alsaziana: la Decapolis, ossia l'unione di dieci città imperiali alsaziane. Contrariamente a quanto pensano molti alsaziani, Strasburgo non era una di loro.