Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Grandson

2 marzo 1476

Il duca di Borgogna

CARLO il Temerario, duca di Borgogna

Nacque a Digione il 10 novembre 1433 da Filippo il Buono, della casa di Valois, e da Isabella di Portogallo. Fu educato in gran parte nei Paesi Bassi e vi ricevette un'istruzione molto curata. Forte di fisico, pio, serio, casto e lavoratore, aveva alcuni difetti particolarmente gravi per un futuro capo di stato, e che si accentuarono con gli anni: un orgoglio morboso, un'ostinazione estrema, la tendenza a farsi vincere dalla collera, la mancanza di senso della realtà in contrasto con la finezza politica di suo padre. Fin dal 1439 lo si era sposato con Caterina di Francia, figlia del re Carlo VII, che morì nel 1446; poi nel 1454 con Isabella, figlia di Carlo I duca di Borbone (morta nel 1465). Nel 1443 o poco dopo, suo padre cercò di acquistare Genova con l'intenzione d'installarvelo. Ma dopo la morte del cancelliere Rolin, nel 1462, Filippo il Buono cadde sotto l'influenza dei signori di Croy. Per quanto uno di essi, Antonio, fosse il padrino di Carlo, vi era fra loro e il principe, almeno dopo il 1456, una grave inimicizia: ed i Croy riuscirono con i loro intrighi a mettere in discordia il conte di Charolais - tale era il titolo di Carlo - con suo padre e l'obbligarono a lasciare la corte nel 1462. Luigi XI, re di Francia, che si era assicurato, pagandoli, l'aiuto dei signori di Croy, cercò di trar profitto fin dal 1463 da questo allontanamento di Carlo per riacquistare le città della Somme. Ma nel 1465 Carlo ritornò in favore e i signori di Croy furono cacciati. Il conte di Charolais "luogotenente generale del suo signore e padre" esercitò da allora effettivamente il potere. La sua politica andava orientandosi interamente contro gli sforzi fatti dal re di Francia per spezzare la potenza della casa di Borgogna; e per quanto Carlo si fosse molto legato con Luigi nel tempo in cui questi, allora Delfino, venuto in discordia con suo padre, si era rifugiato nel castello di Genappe, nel Brabante, la lotta fra la Borgogna e la Francia si doveva ora acuire per l'odio personale fra i capi dei due stati. Organizzatasi in Francia la Lega del pubblico bene, per combattere l'assolutismo di Luigi XI, Carlo se ne mise a capo; Luigi XI cercò a sua volta di colpire la casa di Borgogna col sostenere gli abitanti di Liegi rivoltatisi contro il loro vescovo Luigi di Borbone, agente della politica borgognona. La vittoria a Monthléry degli aderenti alla lega, i trattati conclusi a Conflans e a Saint-Maur (1465) obbligarono il re a restituire al duca di Borgogna le città della Somme, a cedergli varî territorî nella Piccardia e nel territorio di Boulogne; di più egli dovette abbandonare gli abitanti di Liegi, che il conte di Charolais costrinse a riconoscere l'esercizio effettivo della sua sovranità. E quando scoppiarono altri sollevamenti nel principato Carlo saccheggiò e distrusse (agosto 1466) la città di Dinant, uno dei centri principali della rivolta: Liegi si sottomise immediatamente. In, questo frattempo morì a Bruges Filippo il Buono (15 giugno 1467). La successione di Carlo fu segnalata da alcuni torbidi a Gand e nel Brabante; ma soprattutto grave fu la nuova ribellione di Liegi: Luigi XI ne fece prendere possesso dal balì di Lione. Una spedizione militare ebbe tuttavia ragione degl'insorti, che il 28 ottobre 1467 furono sconfitti a Brusthem. Carlo si preparò allora a marciare contro Luigi XI. Il suo matrimonio con Margherita di York, sorella del re Edoardo IV, celebrato a Bruges il 3 luglio 1468, gli procurò l'alleanza con l'Inghilterra. La minaccia di una nuova invasione della Francia spinse Luigi XI a entrare in trattative col suo avversario; ma durante i negoziati a Péronne giunse la notizia di una nuova rivolta dei Liegesi. Carlo, accusando Luigi XI di averla fomentata, l'obbligò a firmare un trattato gravosissimo (14 ottobre 1468) e a muovere insieme con lui contro i Liegesi. Il 30 ottobre Liegi fu presa dopo una disperata resistenza: la città fu rasa al suolo, eccettuate le chiese, e solo nel 1475 il duca ne permise la ricostruzione. Questa violenta repressione terrorizzò tutti; e fin dall'8 gennaio 1469 Carlo poté, senza incontrare resistenza, togliere i privilegi agli abitanti di Gand, per punirli dei disordini del 1467. Pareva ora che il duca avesse riportato vittoria completa. Luigi XI, che non cessava di essergli avverso, spingeva Warwick a ristabilire sul trono d'Inghilterra Enrico VI della casa di Lancaster, per privare Carlo del suo alleato, ma fin dal 1471 l'appoggio avuto dal duca permise a Edoardo di rientrare in possesso del potere. Luigi XI, che nello stesso anno aveva attaccato la Piccardia e la Borgogna, si trovava minacciato di nuovo: Carlo invadeva infatti a sua volta il Nord della Francia e formava una nuova lega di principi contro il re. Ma tutti i suoi sforzi militari fallirono; egli non poté neanche impossessarsi di Beauvais. Invece nel 1473 con una campagna ben condotta completò l'unificazione dei Paesi Bassi, impossessandosi cioè della Gheldria e assumendone il titolo di duca. I disegni di Carlo erano tuttavia assai più vasti. Egli intendeva di unire il territorio dei Paesi "del di là" (la Borgogna e la Franca Contea) ai Paesi "del di qua" (Paesi Bassi). A questo scopo, fin dal 9 maggio 1469 riacquistava, col trattato di Saint-Omer, da Sigismondo duca del Tirolo, i diritti sull'Alsazia e in modo particolare il langraviato dell'Alta Alsazia; il 15 ottobre 1473 completava questo acquisto, imponendo la sua alleanza al duca Renato II di Lorena. Se non che un sollevamento delle città dell'Alsazia rovesciò nel 1474 il dominio della Borgogna; mentre gíà l'anno prima si era costituita contro Carlo la cosiddetta Bassa Unione (vescovi e città di Basilea e di Strasburgo, le città di Colmar, di Mulhouse e di Selestat, il margravio di Baden). In questo momento appare più che mai evidente che Carlo manca del senso della realtà politica. Egli crede di poter ormai far tutto, grazie al suo eccellente esercito permanente (organizzato nel 1471), alla sua artiglieria - la migliore di quei tempi - e ai suoi mercenarî italiani. (Il Campobasso è al suo servizio fin dal 1473 ed egli cerca, senza riuscirvi, di attrarre presso di sé il generale veneziano Bartolomeo Colleoni). Aspira al titolo di re dei Romani e di vicario dell'Impero; offre all'imperatore Federico III per il figlio di lui, Massimiliano, la mano di sua figlia Maria. E fra duca e imperatore s'intavolano negoziati a Treviri; ma Federico III, lavorato sottomano da Luigi XI e spaventato dalla potenza del duca, all'improvviso lascia la città (30 settembre-25 novembre 1473). Tuttavia Carlo persiste nel suo progetto di metter piede in Germania: e poiché fra l'arcivescovo di Colonia, Ruprecht von der Pfalz, e il suo capitolo e le città soggette a lui è sorto un conflitto, egli prende la parte dell'arcivescovo, mentre l'imperatore sta per gli avversarî di questo. Ed ecco il duca logorarsi invano nell'assedio della città di Neuss, che dura più di un anno (1474-1475). L'alleanza di Federico III con Luigi XI lo cosiringe a togliere l'assedio e ad invadere la Francia durante l'estate del 1475, d'accordo col re d'Inghilterra. Ma quando quest'ultimo acconsente, con il trattato di Picquigny (29 agosto), a ritirarsi, Carlo deve anch'egli accondiscendere ad una tregua (conclusa a Souleuvres il 13 settembre). Lo scacco della sua spedizione in Germania, la rivolta dell'Alsazia, la riconciliazione ottenuta da Luigi XI, nel 1474, fra Sigismondo d'Asburgo e gli Svizzeri (Ewige Richtung), allarmati dell'imperialismo borgognone, l'unione di Costanza conclusa, nel 1474, fra Sigismondo, gli Svizzeri e la Bassa Unione, l'alleanza conclusa da Renato II di Lorena con Luigi XI, nel 1474, e la sua adesione alla Bassa Unione nel 1475, fanno orientare la politica di Carlo verso l'Alto Reno. Il conflitto più forte è con gli Svizzeri. Per agire contro di essi, conta sulle sue alleanze in Italia: su quella conclusa con Venezia (giugno 1472); su quella con Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano (trattato di Moncalieri del 30 gennaio 1475); su quella con la duchessa di Savoia (giugno 1473). Ma sono alleanze da cui non ricaverà aiuti effettivi. Il 10 maggio 1475 Renato II di Lorena gli dichiara la guerra; il 30 novembre Carlo gli prende la capitale Nancy, nonostante i soccorsi inviati dagli Svizzeri, poi, dal gennaio 1476, marcia contro questi ultimi. S'impadronisce del castello di Granson sul lago di Neuchâtel e fa impiccare i soldati della guarnigione; ma il 2 marzo viene attaccato presso la città dagli Svizzeri e dai contingenti della Bassa Unione. Completa disfatta. Sempre ostinato, ripiega su Losanna, riorganizza alla meglio il suo esercito; alla fine di maggio volge verso Berna e assedia il castello di Morat. Ma il 22 giugno il suo esercito formato da mercenarî lombardi, tedeschi e inglesi, insieme con le truppe di Borgogna e dei Paesi Bassi, è schiacciato definitivamente dai Confederati e dalle forze della Bassa Unione. Il disastro è completo. Il duca di Milano si riaccosta a Luigi XI; Campobasso tradisce e non si oppone alla riconquista della Lorena fatta da Renato II, che il 7 ottobre rientra a Nancy. In un ultimo impulso di collera Carlo lascia la Franca Contea, dov'egli ancora tiene unite alcune forze, e si getta sulla città perduta. Ma è sconfitto; e nel combattimento (5 gennaio 1477) perde anche la vita. Fu sepolto, in un sarcofago bronzeo accanto a quello della figlia Maria di Borgogna, in una cappella della chiesa di Notre-Dame a Bruges. Notevole l'azione di governo di Carlo, sebbene, particolarmente nella politica interna, egli non facesse se non proseguire le direttive del padre. Politica interna assolutista e centralizzatrice, soprattutto nei Paesi Bassi. Egli generalizza le istituzioni territoriali, create dai suoi predecessori: così appena conquistata la Gheldria vi crea un consiglio sul modello di quelli che in Fiandra, in Brabante e nelle altre provincie dirigevano l'amministrazione generale e rendevano giustizia d'appello. Ma soprattutto perfeziona le istituzioni centrali. L'ordinamento di Thionville del 1473 divide in due sezioni il grande consiglio ducale: l'una conserva il nome antico e si occupa degli affari politici; l'altra, installata in permanenza a Malines (il Parlamento di Malines), costituisce l'ultima suprema giurisdizione alla quale sono sottomesse tutte le corti dei Paesi "del di qua". La stessa centralizzazione anche nelle finanze: una Camera dei conti unica a Malines sostituisce le tre Camere di Lilla, di Bruxelles e dell'Aia (1479). Ricchi gli stati di Carlo: i dominî gli fornivano assai notevoli rendite; egli vi aggiungeva all'occasione i prestiti contratti presso le città e i banchieri (soprattutto i Portinari, rappresentanti dei Medici a Bruges). Ma le continue guerre da lui condotte esigevano risorse sempre crescenti: l'imposta - l'aide (aiuto) - acquistava sempre più il carattere di una imposta regolare ed essenziale. Per facilitare le deliberazioni degli stati provinciali, che avevano il diritto di consentire all'aide, Carlo prese l'abitudine di convocare in Stati generali i loro rappresentanti. Ma il modo brutale col quale Carlo voleva imporre le sue decisioni, l'atteggiamento autoritario dei suoi funzionarî - spesso stranieri -, le continue guerre così dannose per l'andamento degli affari e il terribile peso delle imposte provocarono nei Paesi Bassi un'opposizione sempre crescente. Nel 1476 gli Stati generali riuniti a Gand rifiutarono al duca l'imposizione di un "aiuto", necessario per reclutare nuove truppe. Non ci si deve dunque meravigliare se nel 1477, il giorno dopo la morte di Carlo, mentre Luigi XI conquistava la Borgogna, nei Paesi Bassi si facesse palese una forte reazione contro la politica e le istituzioni borgognone.

La genesi

L'espressione guerre di Borgogna, già utilizzata dai contemporanei (kriegen von Burgunnen), indica gli scontri che fra il 1474 e il 1477 videro opposti la Confederazione degli otto cantoni e il duca borgognone Carlo il Temerario. La combinazione di una serie di vicende che non potevano essere previste portò a un coinvolgimento della Confederazione degli otto cantoni nella politica europea. A partire dal 1468, il duca austriaco Sigismondo di Asburgo aveva avviato la ricerca di un potente alleato e protettore per meglio difendersi dai confederati Dopo il rifiuto del re di Francia Luigi XI, Sigismondo si rivolse al suo rivale, il duca di Borgogna Carlo il Temerario, che promise il suo aiuto ottenendo quale contropartita i possedimenti dell'Austria anteriore in Alsazia (1469). In tal modo, il ducato di Borgogna divenne vicino diretto della Confederazione, con la quale aveva intrattenuto fino ad allora relazioni di cordiale distanza. La politica economica del balivo borgognone Peter von Hagenbach, che aveva vietato ai territori dati in pegno il commercio di cereali con le città imperiali del Reno superiore, costrinse tuttavia le potenze circostanti ad applicare delle contromisure. Basilea e Strasburgo chiesero aiuto a Berna, a sua volta alleata di Mulhouse, città oppressa dallo stesso von Hagenbach. Allo stesso tempo Berna temeva che il nuovo vicino, la Borgogna, potesse bloccare le vie commerciali che conducevano alle fiere di Ginevra attraverso l'Altopiano. Lo stesso Sigismondo aveva intanto motivi di insoddisfazione nei confronti del suo alleato borgognone: Carlo il Temerario voleva infatti mantenere la pace con i Confederati e non intendeva muovere loro guerra su ordine dell'Austria. Così il 30 luglio 1474 il duca austriaco si accordò a Costanza con inviati confederati per un progetto di accordo che ponesse fine alle annose ostilità fra gli Asburgo e i confederati Luigi XI, avversario di Carlo, fu designato da entrambe le parti quale arbitro per risolvere le questioni controverse; il trattato, chiamato in seguito Pace perpetua (1474), venne ratificato nel 1475. Ancora a Costanza, nel 1474, gli otto cantoni confederati, Soletta e le quattro città imperiali del Reno superiore (Strasburgo, Basilea, Colmar e Schlettstadt) stabilirono un'alleanza decennale con i vescovi di Strasburgo e Basilea. Infine Sigismondo e le quattro città imperiali, assieme ai loro vescovi, vi formarono la Bassa Unione (1474); in seguito le città imperiali alsaziane aiutarono il duca a liberare i territori dati in pegno alla Borgogna. Quasi allo stesso tempo, ma senza che vi si possa ravvisare un rapporto con i colloqui di Costanza, Peter von Hagenbach fu imprigionato a Breisach am Rhein a seguito di una rivolta delle sue truppe; le quattro città imperiali, a lui ostili, lo giustiziarono il 9 maggio 1474. Nell'agosto dello stesso anno fu vendicato dal fratello, che con il sostegno di mercenari borgognoni e lombardi devastò l'Alsazia superiore. La lega antiborgognona - nelle fonti contemporanee magna liga Alamaniae o teütscher pund - rispose con una campagna militare nella Franca Contea, su cui Berna aveva posto le sue mire; la spedizione si concluse nel 1474 con la disfatta dei Borgognoni nella battaglia di Héricourt. Carlo il Temerario, impegnato nell'assedio della cittadina basso renana di Neuss (presso Düsseldorf) dall'agosto del 1474 al giugno del 1475, continuava in realtà a volere mantenere la pace con i Confederati Ma intanto a Berna il partito interventista di Niklaus von Diesbach ebbe il sopravvento sui moderati di Adrian I von Bubenberg, cacciato dai Consigli; a seguito di questi sviluppi Berna e Friburgo, appoggiati da Lucerna, inviarono nella primavera e nell'autunno del 1475 bande armate contro il Paese di Vaud, che apparteneva in gran parte alla Savoia, alleata di Borgogna. In breve tempo le milizie irregolari conquistarono 16 città e 43 fortezze e la popolazione dovette giurare sudditanza ai nuovi signori. Gli altri cantoni confederati disapprovarono tale azione, arrivando nell'estate del 1475 perfino a stringere un'alleanza particolare e di breve termine contro Berna, che continuava la sua devastante avanzata verso ovest. Fino alla conclusione delle guerre di Borgogna, i cantoni confedersati difesero la posizione per cui erano entrati in guerra con la Borgogna non come "principali interessati" (houptsecher), ma solo in virtù del loro dovere di soccorso. Contemporaneamente alla campagna di autunno nel Paese di Vaud, e dopo aver sconfitto le truppe savoiarde nella battaglia di Planta presso Conthey (1475), gli alto Vallesani, sulla base del trattato perpetuo di comborghesia con Berna, conquistarono il basso Vallese savoiardo fino alla gola di Saint-Maurice, avvalendosi dell'aiuto di mercenari della regione di Saanen, del Simmental, di Friburgo e Soletta. Il basso Vallese fu da allora sottoposto alla signoria del vescovo di Sion e alle sette decanie dell'alto Vallese. All'inizio del 1476 il duca borgognone scese in campo contro Friburgo e Berna per rispondere alle spedizioni vodesi; i suoi alleati confederati e alsaziani vennero in soccorso all'ultimo momento. Carlo il Temerario lasciò la Lotaringia, valicò il passo di Jougne con il grosso del suo esercito (12.000 uomini) e conquistò Yverdon e poi la città e la fortezza di Grandson; l'intera guarnigione bernese morì per annegamento o impiccagione. Carlo allestì l'accampamento a nord di Grandson, vicino al fiume Arnon, e a sua difesa dispose due avanguardie. La prima occupò la fortezza di Vaumarcus e bloccò l'asse principale che conduceva a Neuchâtel, la seconda si insediò più a nord, sulla via che si sviluppa lungo il pendio. Gli altri cantoni, che si erano opposti alle operazioni bernesi del 1475 nel Paese di Vaud, inviarono i rinforzi in ritardo, il che impedì loro di riconquistare la città e la fortezza di Grandson L'esercito confederato, composto da ca. 18.000 uomini di contingenti degli otto cantoni e di numerosi Paesi alleati, si accampò a Bevaix e diede l'assalto alla fortezza di Vaumarcus. Alla testa di ca. 20.000 uomini, Carlo lasciò l'accampamento di Grandson e il 2 marzo dispose le truppe nei pressi di Concise, in una posizione sfavorevole. Ripresa la marcia nelle due direzioni, i Confederati si fermarono ai margini della foresta e attesero il grosso delle truppe.

La battaglia

Ne nacque una scaramuccia. Dato che la cavalleria borgognona non riusciva ad avere la meglio sull'avanguardia nemica, Carlo decise di far retrocedere le sue truppe su un terreno più favorevole. La manovra, delicata, fu effettuata nel momento in cui sopraggiunse il grosso degli eserciti confederati: il panico assalì le truppe borgognone, che si diedero alla fuga. Le perdite furono minime su entrambi i fronti. I Confederati, che non disponevano di un numero sufficiente di cavalieri per inseguire il nemico, saccheggiarono l'accampamento del duca di Borgogna, ricavandone un ricco bottino.

Le conseguenze

Anche il tentativo di rivincita con l'assedio di Morat si concluse con un fallimento; il suo esercito mercenario fu annientato nella battaglia di Morat (22/6/1476). Il terzo tentativo gli costò la vita: fu ucciso da sconosciuti dopo la battaglia di Nancy (5/1/1477), in cui i Confederati erano corsi in aiuto del duca di Lotaringia, loro alleato. Gli avvenimenti degli anni 1474-77 costituirono un punto di svolta nella storia europea e svizzera: significarono la caduta del regno borgognone, tra Francia e Impero, favorirono l'affermazione della supremazia degli Asburgo in Europa e consolidarono la posizione della monarchia francese Per un breve tempo, infine, permisero alla Confederazione di assurgere a potenza militare europea. Le guerre di Borgogna ebbero notevoli ripercussioni sulla struttura sociale confederato Le vittorie di Grandson e Morat spinsero i principi europei ad assicurarsi gli elvetici quali mercenari (Servizio mercenario); arruolatori e mercenari che percepivano una pensione divennero così figure abituali della politica svizzera. La cronaca della città di Zurigo registrava lapidariamente come nel Paese giungesse parecchio denaro. Molti servi abbandonarono i loro padroni e tentarono la sorte quali soldati mercenari. Già il bernese Diebold Schilling il Vecchio malediceva il "cattivo e maledetto bottino" delle guerre di Borgogna, che avrebbe alterato l'ordine esistente; allo stesso tempo, tuttavia, difendeva le Pensioni francese, che potevano contribuire al bene pubblico. I successi delle città belligeranti mutarono anche l'equilibrio di forze fra cantoni cittadini e rurali. Friburgo, a cui la Savoia rinunciò definitivamente nel 1477, e Soletta avevano partecipato alle guerre di Borgogna e speravano pertanto di venire integrati nella Confederazone. Tuttavia contro la supremazia cittadina si ribellarono i cantoni interni, e in diverse insurrezioni si espresse lo scontento verso la politica delle città (spedizione della Folle vita del 1477, affare Amstalden del 1478). La crisi si aggravò nel 1477 a causa del trattato perpetuo di comborghesia delle città confederati con Soletta e Friburgo e si risolse soltanto grazie alla convenzione di Stans (1481).