Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Assedio di Copenhagen

11 febbraio 1659

Il re danese

FEDERICO III re di Danimarca e di Norvegia

Nacque nel 1604, figlio minore di Cristiano IV e di Anna Caterina di Brandeburgo; morì nel 1670. Dopo aver ricevuto una buona educazione, dalla quale ricavò salde conoscenze, e, fatto raro nei membri della sua famiglia, anche un vivo amore per la lettura e per le occupazioni scientifiche, visitò negli anni 1629-30 la Frisia e la Francia. Suo padre cercava di fargli avere importanti cariche ecclesiastiche nella Germania settentrionale, per favorire la sua politica: e così Federico nel 1623 fu nominato vescovo di Verden e nel 1634 arcivescovo di Brema. Ma la sua posizione qui era incerta, parte per le sue continue discordie con gli "stati" parte per gli eventi politici della Germania. La guerra della Danimarca con la Svezia del 1643-45 durante la quale egli comandò, ma senza energia, una parte dell'esercito nei ducati di Schleswig e di Holstein, gli tolse anche i principati, ai quali egli rinunziò definitivamente nel 1647. Nel 1647 suo padre gli affidò un nuovo compito, nominandolo luogotenente dei ducati di Holstein e Schleswig: ed egli, privato dei possessi in Germania, mostrò un interesse sempre più pronunciato per gli affari della Danimarca. Ma se da una parte la salute delicata e la mancanza di prole di suo fratello maggiore parevano aprirgli la strada verso il trono, d'altra parte la sua impopolarita fra i nobili rendeva questa prospettiva molto problematica. Nel 1643 aveva sposato l'orgogliosa e passionale Sofia Amalia di Brunswick-Lüneburg, donna ambiziosa ed energica, proveniente da un paese in cui prevalevano le tendenze assolutistiche, che esercitò un grande influsso sul marito: allora cominciò anch'egli a vagheggiare la dignità regia ereditaria, confermandolo in questo i suoi consiglieri tedeschi, ai quali il potere di un re elettivo danese appariva piccola cosa. La morte di suo fratello nel 1647 e del padre nel 1648 gli aprirono la via del trono. Dopo lunghe trattative con la nobiltà, Federico venne eletto re. Il suo regno fu diviso dagli anni di guerra 1657-60 in due periodi molto diversi. Nel primo, Federico si tenne in disparte, lasciando il potere al Rigsdag, pur cercando di allargare l'autorità regia dentro i limiti stabiliti. Nel 1650 egli così ottenne il diritto di successione e il diritto di primogenitura nella sua parte dei ducati di Schleswig e Holstein. Il suo tentativo di abbattere i cognati, il potente intendente di corte Corfitz Uhlfeldt e il luogotenente di Norvegia, Hannibal Sehested, finì nel 1651 con la fuga del primo e le dimissioni del secondo. La speranza di riacquistare i paesi perduti nel 1645, spinse nel 1657 Federico a dichiarare guerra alla Svezia. Il risultato fu, l'anno seguente, la pace umiliante di Roskilde, in cui le provincie di là dal Sund vennero cedute alla Svezia. Nello stesso anno la pace fu nuovamente rotta a opera della Svezia; con l'aiuto degli Olandesi fu respinto l'assalto su Copenaghen, ma alla conclusione della pace nel 1660, le provincie erano perdute. Durante la guerra il potere del re era cresciuto; nel 1658 egli divenne sovrano regnante nella sua parte dello Schleswig e ricevette in possesso ereditario l'isola di Bornholm, sgombrata dagli Svedesi. E finalmente, il contrasto sorto durante la guerra fra i nobili e i borghesi, contrasto manifestatosi nel Rigsdag di Copenaghen nel 1660, diede al re l'occasione di estendere ancora di più il suo potere. Spinto sempre avanti da ufficiali e consiglieri tedeschi e dalla regina, si decise, sostenuto dal clero e dal ceto borghese, ad abbattere la potenza della nobiltà. Il 18 ottobre 1660 gli fu riconsegnata l'obbligazione ch'egli aveva rilasciato ai nobili nel salire al trono e il 15 novembre gli fu prestato omaggio come a un re sovrano. Federico incaricò gli stati di preparare una nuova costituzione e introdusse nel 1661 l'assolutismo, che ricevette nel 1665 il suo definitivo compimento nel Königsgesetz (Legge del re).
Si pose rimedio alla disastrosa situazione finanziaria; l'amministrazione centrale fu riorganizzata e nell'amministrazione locale i feudi vennero sostituiti dagli uffici e il feudatario, militare e civile, dal funzionario permanente stipendiato e solamente civile. Il commercio e l'industria vennero protetti dal monopolio. Il timore che aveva Federico dell'antica nobiltà lo indusse a trattarla duramente e a dar la preferenza negl'incarichi pubblici a gentiluomini oriundi dalla borghesia o agl'immigrati dalla Germania. Le inclinazioni scientifiche di Federico si erano dimostrate col suo interesse per i problemi religiosi, con l'aiuto concesso alla scienza delle antichità nordiche, col suo fervido studio delle scienze naturali; era un ammiratore di Tycho Brahe, e insieme con il suo medico italiano e chimico Francesco Borsi, si occupava di alchimia. La sua grande collezione di libri diede origine alla biblioteca reale. Federico era di carattere chiuso e dipedente, ma sapeva nascondere i suoi sentimenti con la perfetta padronanza di sé stesso. Parlava poco e scriveva ancora meno, rifletteva a lungo; ma era facilmente influenzabile. La popolarità, che egli aveva acquistato durante l'assedio di Copenaghen, svanì presto, quando egli, da re assoluto, si tenne distante dal suo popolo.

La genesi

Durante la Seconda guerra del nord (1655-1660) combattuta fra Confederazione polacco-lituana, Impero svedese e Regno russo per il predominio del Mar Baltico, l'esercito svedese sotto Carlo X Gustavo di Svezia, dopo aver invaso la terraferma danese dello Jutland, attraversò rapidamente lo stretto ghiacciato e occupò la maggior parte dell'isola danese di Zelanda, con l'invasione che iniziò ufficialmente l'11 febbraio 1658. I danesi decidono così di chiedere la pace, un trattato preliminare, il Trattato di Taastrup , venne così firmato il 18 febbraio 1658, mentre con il trattato finale, il Trattato di Roskilde, firmato il 26 febbraio 1658, si garantivano alla Svezia importanti guadagni territoriali. Il re svedese, tuttavia, non si accontentò della sua sbalorditiva vittoria, e al Consiglio privato tenutosi a Gottorp il 7 luglio, Carlo Gustavo X decise di cancellare il suo scomodo rivale dalla mappa dell'Europa. Senza alcun preavviso, in barba al trattato internazionale, ordinò alle sue truppe di attaccare il regno di Danimarca- Norvegia una seconda volta. Gli eserciti svedesi non avevano mai lasciato la Danimarca, anche dopo la pace e avevano già occupato tutta la Danimarca tranne la capitale Copenaghen. Dopo un assalto fallito, Copenaghen fu messa sotto assedio nella speranza di rompere le sue difese per fame. Nell'ottobre 1658, tuttavia, una flotta di soccorso olandese guidata dal tenente ammiraglio Jacob van Wassenaer Obdam sconfisse la flotta svedese nella battaglia dello stretto e sollevò la città dal blocco marittimo in modo che i rifornimenti e un esercito ausiliario potessero raggiungere la capitale. Gli olandesi erano un alleato della Danimarca sin dalle guerre anglo-olandesi e temevano che il controllo svedese del Baltico avrebbe rovinato il loro redditizio commercio in quest'area.

Le forze in campo

Dopo che i cittadini di Copenaghen avevano resistito a circa sei mesi di assedio, di bombardamenti e di attacchi, gli svedesi tentarono di prendere la città con un grande assalto, poiché un assedio prolungato non offriva più alcuna speranza di successo, ora che le rotte marittime erano state aperte dagli olandesi. Gli assediati erano stati avvertiti dalle spie, quindi avevano pianificato bene le loro difese e avevano accumulato armi e munizioni. Le mura di Copenaghen erano irte da circa 300 pezzi di cannoni, mortai e altra artiglieria, mentre una diversa miscela di armi, che andava da moschetti e archibugi fino alle spade morningstar, alle falci, e perfino all'acqua bollente e catrame erano stati preparati per l'assalto. Artigiani, studenti e altri civili furono divisi in nove compagnie, e a ciascuna di queste compagnie fu assegnata una parte del muro da difendere. I soldati professionisti erano di stanza alle opere di campo esterno, Kastellet (la cittadella) e Slotsholmen (l'isolotto del castello). L'esercito svedese da par suo era composto da circa 9.000 soldati professionisti, mentre i difensori danesi, un misto di professionisti, milizia e civili grezzi, erano probabilmente di egual numero.

L'assalto

Gli svedesi iniziarono l'assalto sferrando un attacco diversivo a Christianshavn e Slotsholmen la sera del 9 febbraio. Furono respinti e si lasciarono alle spalle uno dei loro ponti d'assalto, che i danesi catturarono immediatamente. Dopo un breve studio, gli assediati scoprirono che i ponti d'assalto svedesi erano lunghi 36 piedi, e quindi si sono resi conto che potevano rendere questi ponti inutili liberando dal ghiaccio i fossati che così sarebbero stati irragiungibili dagli stessi ponti svedesi. Così i fossati e le spiagge vennero liberati dal ghiaccio, e le zone libere dal ghiaccio furono ampliate a 44 piedi con l'aiuto di 600 marinai olandesi. Il ghiaccio era spesso e il lavoro fu svolto in condizioni dure con abbondanti nevicate che partirono dalle 4 di quel pomeriggio fino alla sera del 10 febbraio. Le spie riferirono che l'esercito svedese si era trasferito dal loro campo, Carlstad, a Brønshøj e aveva preso posizione dietro Valby Hill; così quando gli svedesi iniziarono il loro assalto verso mezzanotte della stessa sera, incontrarono una forte resistenza. Gli assalti principali furono effettuati contro Christianshavn e Vestervold, ma il ghiaccio sminuzzato e le armi piazzate sui muri fecero pagare agli aggressori densamente ammassati un terribile tributo di vite. Tuttavia, gli svedesi riuscirono a farsi strada fino in cima al muro e lì scoppiarono feroci combattimenti corpo a corpo. Quando gli svedesi si resero conto che gli assalti alla parte occidentale del muro erano in difficoltà, si decise di effettuare un attacco di supporto a Østerport. Gli svedesi si avvicinarono molto a Nyboder ed erano quasi in procinto di attraversare il fossato, quando caddero vittima di un'imboscata ben condotta per cui dovettero ritirarsi con pesanti perdite. Verso le cinque del mattino gli svedesi si arresero e si ritirarono. Avevano subito gravi perdite. Prima delle mura furono contati 600 corpi e molti altri erano morti nell'acqua gelida e non furono mai trovati. Inoltre c'erano molti feriti. I danesi avevano subito circa 14 morti.

Le conseguenze

Gli olandesi nella primavera del 1659 inviarono una seconda flotta e un esercito sotto il vice ammiraglio De Ruyter per rafforzare ulteriormente la città e tagliare le linee di rifornimento svedesi in modo che l'assedio potesse essere revocato del tutto. Dopo che Nyborg fu presa da una forza olandese-danese, le isole danesi furono abbandonate dagli svedesi. I negoziati furono aperti e il Trattato di Copenaghen fu firmato il 27 maggio 1660 e segnò la conclusione della Seconda Guerra del Nord tra la Svezia e l'alleanza della Danimarca e l'area polacco-lituana. In contemporanea venne siglato il Trattato di Roskilde, pose fine a una generazione di guerre e stabilì gli attuali confini di Danimarca, Norvegia e Svezia.