Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Wogastisburg

631

Il condottiero franco

DAGOBERTO I, re dei Franchi.

Figlio di Clotario II, nato verso il 600 e morto nel 638. Quando i grandi d'Austrasia, malcontenti dell'unificazione del regno, vollero avere un re a sé, Clotario incaricò Dagoberto di governare una piccola zona austrasica, con l'assistenza di Arnolfo vescovo di Metz e di Pipino maestro di palazzo. Presto però Dagoberto contese col padre per ottenere le parti territoriali tolte all'Austrasia. Nel 629 successe al padre anche in Neustria: al fratello Cariberto diede in compenso l'Aquitania. Nel 632 assegnò all'Austrasia come re il figlio Sigeberto che aveva tre anni e riservò la Neustria a Clodoveo II. Verso il 632 combatté con poca fortuna gli Slavi Vendi e altra guerra sostenne a sud coi Vasconi. Molto lodato è il suo governo nei primi anni di regno per la saggia amministrazione e la rigida giustizia, diventate leggendarie e proverbiali, ma manca ogni possibilità di controllare le lodi della tradizione. Pare che fosse avido di ricchezze, sì da cercare i beni dal padre concessi alle chiese; la vita privata fu corrottissima: sposò e ripudiò successivamente varie donne, Gomatrude, Nantechilde, Walfgunde, Berchilde, Raguetrude, oltre alle quali ebbe non poche concubine.

La genesi

Storia dei Francesi; recata in italiano dal cavaliere Luigi Rossi, Jean Charles Leonard Simonde de Sismondi, Volume, 2 Milano 1822

Come l'impero di Clotario II, quello di Dagoberto si estendeva dai Pirenei sino alle sponde dell'Elba, dall'Oceano occidentale sino alla Boemia e all'Ungaria occupata dai Venedi e dagli Avari. Sì vasta monarchia dava ai popoli limitrofi gran tema unita al rispetto. Fu più d'una volta permesso a Dagoberto dai Lombardi d'Italia l'immischiarsi nei loro affari interni; il ricevere, fra le altre cose, lezione della loro Regina Gondeberga sua parente, che avea innalzato al trono Rotario duca di Brescia; il quale poscia la pagò di nera ingratitudine. Per l'alleanza di Dagoberto, fu coronato Re de Visigoti in Ispagna Sisenando, in luogo di Suintilla. Fu quegli scortato sino a Saragozza da due duchi Borgognoni luogotenenti del Re franco; e quell'assistenza gli costò duecentomila scudi d'oro.

I luogotenenti di Dagoberto della frontiera più orientale dell'Impero franco ebbero a patire qualche disastro. Il commercio del Danubio, per cui Samo era salito al trono de' Venedi chiamava in quelle contrade un numero sempre crescente d'avventurieri francesi. Le loro carovane aprendo una comunicazione tra il Levante e l'Occidente si caricavano delle manifatture della Grecia, e delle droghe dell'India, cui poi spandevano nella Germania e nella Gallia: erano esse pronte e parate a respingere valorosamente i ladroni Sciti e Sarmati che ben di sovente in numerose bande le aspettavano al varco. Ma stante che il Danubio separa il paese dei Venedi da quello degli Avari loro nemici, avvenne in una spedizione militare de' primi contro i secondi, che una numerosa e ricca carovana de' mercadanti franchi fosse assalita dai Venedi, spogliata di tutte le ricchezze, e in parte trucidata. Allora Dagoberto spedì al Re Samo un Franco nomato Sicario, perche gli chiedesse satisfazione; e costui non ottenendo subito la giustizia, che credeva essergli dovuta, rimbrottò insolentemente il Re de' Venedi, perchè osasse disubbidire al Re de' Franchi suo Signore. Samo soggiunse esser egli bensì l'amico ed alleato di Dagoberto, ma servidore non mai; al che Sicario con arroganza rispose, non poter un Re cristiano servo di Dio esser "l'amico e l'alleato di cani, di miscredenti e d'idolatri". "Badate bene", ripigliò Samo, "che questi cani non vi provino, che sanno mordere i cattivi servitori di Dio".

Allora Dagoberto fece assalire il paese dei Venedi dai Lombardi, dagli Alemanni e dagli Austrasi ad un'ora. Non ardì Ariovaldo, che regnava in quel tempo sui Lombardi, senz' essere soggetto a Dagoberto, di mancare a' suoi eccitamenti; s'avanzò per la strada del Friuli; il Duca degli Alemanni Crodeberto marciò sulla diritta del Danubio; gli Austrasii sulla sinistra.

La battaglia

Storia dei Francesi; recata in italiano dal cavaliere Luigi Rossi, Jean Charles Leonard Simonde de Sismondi, Volume, 2 Milano 1822

Samo aveva serbato tutte le sue forze per combattere questi ultimi ; quindi i Lombardi e gli Alemanni si partirono dal paese dei Venedi con un gran numero di cattivi. Però in un luogo detto Vogastiburgo l'esercito di Samo si scontrò cogli Austrasii. Tre giorni durò la battaglia; finalmente i Franchi furono sbaragliati perdendo moltissima gente; quelli che riuscirono a scampare lasciarono ai nemici tutte le loro bagaglie.

Le conseguenze

Storia dei Francesi; recata in italiano dal cavaliere Luigi Rossi, Jean Charles Leonard Simonde de Sismondi, Volume, 2 Milano 1822

Allora i Venedi anche essi penetraron in più volte cosi nella Turingia, cui devastarono, come in altre province della Germania. Dervano duca degli Urbii, popolo di razza schiavona, che sin'a quel dì avea obbedito ai Franchi, si valse di quest'occasione per iscuotere il loro giogo e porsi sotto la protezione del Re Samo.