Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Vinchy

21(o 19) marzo 717

Il condottiero franco

CARLO MARTELLO - Maestro di palazzo e principe dei Franchi.

Figlio di Pipino, detto di Heristall, e di Alpaide sua prima consorte (o concubina), nacque verso il 689. Quando nel 714 Pipino morì, gli succedettero nel maggiordomato Arnolfo e Ugo nell'Austrasia, Teobaldo nella Neustria, suoi nipoti. Il governo però era nelle mani della vedova Pleltrude. Il regno franco attraversò un momento di crisi: ché i Neustriani si ribellarono, mentre Frisoni, Turingi, Alamanni, Sassoni, Aquitani minacciavano i confini. Carlo, che per qualche tempo fu prigioniero di Pleltrude, seppe salvare la monarchia franca dallo sfacelo: riuniti gli Austrasiani, combatté e vinse i Neustriani ad Amblève e a Vincy (717) e costrinse poi Pleltrude a riconoscere la sua autorità. Quando i Neustriani cercarono appoggio dal duca di Aquitania, Carlo li vinse di nuovo a Soissons (719). Egli riuscì così a salvare l'unità del regno; lasciò sul trono il merovingio Clotario IV, poi dal 721 Teodorico IV, con autorità nominale; anzi, morto Teodorico nel 737, lasciò il trono vacante. Ogni potere era nelle sue mani e i cronisti lo chiamano già principe dei Franchi, re di fatto se non di nome. Chiesa e amministrazione furono completamente nelle sue mani; è vero però che dei criterî suoi in fatto di governo molto si discute fra i critici moderni. Dedicò tutte le sue cure a consolidare e ad estendere con una serie di campagne vittoriose contro Sassoni e Frisoni (719-738), Alamanni (730) e Bavari (725-728) i confini dello stato. Il duca di Aquitania fu costretto a riconoscere la sua sovranità. Delineatasi, dopo il 720, la minaccia dell'invasione araba in Settimania e in Provenza, Carlo discese ripetutamente a ricacciare i nemici, che nel 725 arrivarono sino ad Autun e nel 732 comparvero sino a Poitiers. Quivi appunto li batté Carlo in una grande battaglia, il 17 ottobre 732 (a Moussais-la-Bataille), arginandone il dilagare, ma senza riuscire a togliere loro la Settimania e la valle del Rodano. Nel 737 riuscì a strappare loro Avignone; ma nel 739 dovette fare appello all'aiuto di re Liutprando e dei Longobardi. Per sua iniziativa i grandi missionarî Pirmin, Willibrod, Wynfrith (S. Bonifacio) incominciarono l'opera di cristianizzazione della Germania settentrionale. Richiesto dal papa di aiuto contro il re Liutprando (739), rifiutò. Morì il 22 ottobre 741 a Quiercy-sur-Oise, lasciando il maggiordomato e il principato dei Franchi ai due figli Carlomanno e Pipino, natigli dalla moglie Chrotrude, mentre dalla concubina Svanahild ebbe un figlio naturale, Grifone. L'origine del suo soprannome di Martello è dubbia. Carlo Martello costituì un grande regno franco, la potenza più forte sorta sulle rovine dell'Impero di Roma, introdusse nella vita dell'Europa occidentale cristiana i popoli di Germania sino al Weser e al Danubio; difese validamente la cristianità contro gli Arabi.

La genesi

Storia di Francia in compendio dallo stabilimento della Monarchia francese nella Gallie, fino a giorni nostri, di Gabriele Daniello, Trad dal francese di Alessandro Pompeo Berti, Volumi 1-3, Venezia, 1737

I Signori, e Baroni Francesi innalzando al Tróno Daniello, gli ferono prendere il nome di Chilperico, ed obbligarono Rainfredi Maestro del Palazzo a porlo alla testa delle loro Armate. Segli fa torto da' nostri Storici a metterlo nel Catalogo de' Re Francesi chiamati comunemente gli Oziosi, poichè egli si portò sempre da bravo, e spiritoso Principe, finchè la sua disgrazia, e la violenza del suo nemico non gli tolsero la libertà di operare. In tanto Ragenfrido manteneva continuamente il Duca di Frisia nel suo proprio partito. La Frisia stendevasi allora sino alla imboccatura della Scalda(Schelda) lungo il mare. Questo Duca assalì Carlo da quella parte, e si stese per il Reno fino alle vicinanze di Colonia, mentre dall'altra parte Chilperico disponevasi ad entrare per la foresta delle Ardenne nell'Austrasia. Seguì tra Carlo, e i Frisoni un fiero combattimento. Alcuni dicono che la rotta fosse di Carlo; altri dicono, che si spargesse molto sangue dall'una, e dall'altra parte, e che la Battaglia finì col venir della notte, lasciando la vittoria incerta. Chilperico, ed il Duca di Frisa , unitisi insieme, andarono guastando tutto il paese sino a Colonia. Plectrude era la Padrona di questa città, ove si era sino allora mantenuta contro i due Partiti. Temendo di restar ivi assediata, si accordò con Chilperico mediante una grossa somma di denari; il quale non potendo più sussistere in un Paese da lui rovinato, tornò nella Neustria, ove si ritirò per la foresta delle Ardenne. Carlo dopo la sopra mentovata Battaglia non teneva più la campagna, se non con alcuni piccioli campi volanti, per dar fastidio e strapazzare il nemico nella sua ritirata. Postoffi pertanto ad Amblef, Casa del Rè assai vicina alla Badia di Stavelo, ove Chilperico venne ad accamparsi a i piedi di una Montagna. Egli, che non sapeva essergli Carlo così vicino, stava con molta quiete, e le guardie facevansi con una gran negligenza. Carlo si approfittò della occasione; e avendo fatto sonare da ogni parte a battaglia, dettegli addosso fieramente da più parti col suo picciolo corpo di Armata. Lo spavento, e la inaspettata sorpresa fecero vedere a' nemici, che un Drappello di gente fosse un'Armata intiera, e si posero a fuggire per ogni parte, nè si fermarono finocchè non furono usciti dalla foresta; sicchè i soldati di Carlo si arricchirono delle spoglie del Campo nemico. Una tale Vittoria gli diede grande riputazione, e diede nuovo coraggio agli Austrasiani, che si mossero in folla ad ingrossare l'Armata sua, sicchè al principio della Campagna seguente si trovò in istato di portare la guerra nel Regno di Chilperico. Si stese fino a Cambrai, ove Chilperico gli venne incontro, e si trovarono accampati assai vicino l'uno all'altro in un luogo detto Vincy(Vinchy), che forse è il Villaggio detto oggi Inchy, tre Leghe distante da Cambrai tra Arras, e questa Città. Carlo mandò un' Araldo a Chilperico, a proporgli qualche aggiustamento: ma le sue proposte furono rigettate, e con disprezzo.

La battaglia

Storia di Francia in compendio dallo stabilimento della Monarchia francese nella Gallie, fino a giorni nostri, di Gabriele Daniello, Trad dal francese di Alessandro Pompeo Berti, Volumi 1-3, Venezia, 1737

Si venne a Battaglia in una Domenica di Quaresima a dicénnove di Marzo. Il combattimento fu ostinatissimo, e sanguinoso, ma la Vittoria fu di Carlo, il quale dopo una gran strage fatta de' nemici, venne predando, e saccheggiando fino a Parigi; e di là ritornando indietro su' proprj passi marciò drittamente a Colonia per assediarvi Plectrude.

Le conseguenze

Storia di Francia in compendio dallo stabilimento della Monarchia francese nella Gallie, fino a giorni nostri, di Gabriele Daniello, Trad dal francese di Alessandro Pompeo Berti, Volumi 1-3, Venezia, 1737

Il pericolo, in cui essa trovavasi, la fè risolvere a trattare con Carlo di arrendersi: ma mentre si negoziava, Carlo col favore di una sedizione nata al di dentro, s'impossessò della Piazza, e di tutti i tesori ammassativi dal Duca Pipino. Conosciuta egli forse l'inclinazione degli Austrasiani, e volendo pigliar tempo per stabilire la sua autorità, propose loro il creare di un Rè di Austrasia; onde innalzò sul Trono un Principe della Famiglia de' Merovigi, di cui gli antichi Storici non ci dicono il Padre, nè in qual grado di parentela unito fosse agli ultimi Re dell'Austrasia. Chiamossi questi Clotario. Fecesi tale ristabilimento dopo trentasette anni d'interregno dalla morte di Dagoberto, che, come abbiam veduto, regnò in Austrasia per alcun tempo, dopo il suo ritorno di Scozia, o d'Ibernia.