Battaglie In Sintesi
15 novembre 487
Re dei Rugi dal 475 era il figlio di Flacciteo, re dei Rugi e fondatore del regno dei Rugi. Suo fratello era Ferderichus. Feleteo era sposato con la ostrogota e ariana Gisa. Dopo la morte di suo padre, probabilmente nel 475, Feleteo gli succedette come re dei Rugi. Il loro territorio all'epoca era nella Bassa Austria, nella provincia romana del Noricum, ribattezzata, a seguito della loro presenza, Rugiland. Nel 476 Feleteo sostenne Odoacre e i suoi alleati sciri ed eruli nel rovesciamento dell'imperatore romano Romolo Augusto. Feleteo era uno stretto confidente, come il padre, di Severino del Norico, il quale divenne de facto il portavoce dei romani autoctoni. Dopo che l'imperatore romano d'Oriente Zenone tentò di far scoppiare un conflitto tra i Rugi ed Odoacre, Feleteo giustiziò suo nipote Fredericus, che sosteneva Odoacre. Odoacre successivamente invase il regno dei Rugi, sconfiggendoli completamente in una battaglia nei pressi dell'attuale Vienna. Feleteo e sua moglie furono catturati e giustiziati a Ravenna nel 487.
Il motivo di questa guerra con tutte l'altre particolarità non è passato a nostra notizia, perchè o l'Italia non ebbe allora storici, o se gli ebbe, si sono perdute le loro fatiche. Tuttavia dirò che per quanto si ricava da Eugippio nella vita di san Severino, scritta nell'anno di Cristo 511, i Rugi abitavano di là dal Danubio in faccia al Norico e a quelle contrade che oggidi sono l'Austria e parte dell'Ungheria. Conluttociò aveano molte castella e popolazioni tributarie nel co istesso, e fors'anche si ste vano verso l'Illirico, confinando perciò coi paesi sottoposti all'imperio romano. E perciocchè i Rugi faceano spesse scorrerie nel territorio romano, e gli davano il guasto: Odoacre si mise in punto per gastigare la loro insolenza. Scrive Paolo diacono, che si era accesa una grande nimicizia tra Odoacre re d'Italia e Feleteo, appellato anche Fava re dei Rugi, il quale in que'giorni abitava nella ripa ulterior del Danubio, dividendo esso fiume la signoria dei Rugi dal Norico.
Pertanto avendo Odoacre radunate le genti sottoposte al suo dominio, cioè Turcilingi, Eruli e una parte di Rugi, che da gran tempo gli ubbidiva, siccome ancora i popoli dell'Italia, passò nel paese dei Rugi, e diede loro una spaventosa rotta coll'esterminio di quella nazione, e con uccidere (dopo averlo menato suo prigioniero) il re loro Feleteo. Devastato poi tutto il lor paese, se ne tornò in Italia, conducendo seco una gran quantità di prigioni.
Quindi avvenne che i Longobardi sentendo spopolato il paese dei Rugi, vennero da li a poco a farsene padroni, e a stabilirvi la loro abitazione. A noi nondimeno parrà poco probabile che Odoacre passasse il Danubio ed entrasse nel Rugiland. Più facile è che seguisse di qua dal Danubio nel Norico la sconfitta totale di quella barbarica nazione, parte nondimeno della quale troveremo fra poco tuttavia in Italia. Nella suddetta vita di san Severino ', si legge l'esortazione fatta da quel santo vecchio prima di morire al suddetto re dei Rugi Fava e a Gisa moglie sua crudelissima, minacciando loro delle disgrazie, se non mutavano vita. Aggiugne Eugippio che Federigo, fratello d'esso re Fava ossia Fabano, dopo la morte di quel gran servo di Dio spogliò il di lui monistero, e restò poi ucciso da Federigo figliuolo di Fava. Ed essendo stata in appresso mossa guerra da Otacharo (lo stesso è che Odoacre) i Rugi restarono sconfitti, messo in fuga Federigo, Fava preso con Gisa sua moglie, ed amendue condotti prigionieri in Italia. Seguita a dire Eugippio, che il suddetto Federigo figliuolo del re de'Rugi da lì a qualche tempo se ne ritornò al suo paese; e perchè probabilmente diede sospetto d'altre novità, Odoacre spedi incontanente colà Onulfo suo fratello con un potente esercito d'armati : il che fu cagione che di nuovo Federigo prendesse la fuga. Ma non volendo Odoacre impegnarsi a tener le sue forze in quelle parti, con lasciare allo scoperto l'Italia, ordinò al fratello di ritornarsene, e di condur seco tutti i Romani che abitavano in quelle contrade, acciocchè non restassero esposti alle vendette dei barbari. Convenne perciò a quella gente di abbandonar le loro case e chiese, e tutto il paese; e in tal congiuntura fu anche trasportato in Italia il corpo di san Severino, che finalmente su collocato nel castello Lucullano tra Napoli e Pozzuoli, cioè in quel medesimo, dove Odoacre avea relegato Augustolo già imperadore. Per conto poi del soprannominato Federigo, egli ricorse a Teoderico Amalo re dei Goti, che allora dimorava in Città Nuova nella provincia della Mesia