Battaglie In Sintesi
561
Sigeberto I, figlio di Clotario I (nipote, quindi, di Clodoveo) e di Ingonda, nato nel 537, divenuto re di Metz alla morte di suo padre (561). Il suo regno fu caratterizzato dalle campagne più volte condotte contro gli Avari e dalla lotta, in alleanza col fratello Gontrano, contro l'altro fratello Chilperico re di Soissons. Si dice generalmente che questa lotta si riallacci alla lite fra Brunechilde (Brunehaut), principessa visigota sposa di Sigeberto (566), e Fredegonda, concubina di Chilperico, la quale ultima si era sbarazzata di Galsuinta, sorella di Brunechilde. Ma la lotta era dovuta piuttosto alle ambizioni dei principi, spinti anch'essi, come tutti i grandi, dal desiderio di avere delle terre. In questa lotta si trova anche il germe dell'opposizione che si affermò poi fra la Neustria e l'Austrasia. La guerra scoppiò nel 573, e fu caratterizzata, da ambo le parti, da atroci episodî; nel 575, mentre Chilperico era assediato a Cambrai, Sigeberto venne ucciso da due sicarî di Fredegonda con pugnali avvelenati. Fu sepolto nell'abbazia di San Medardo a Soissons. Dalla sua unione con Brunechilde, cantata dal poeta Fortunato in un epitalamio, nacquero: Ingonda, andata sposa a Sant'Ermenegildo, re dei Visigoti; Codesinda, fidanzata prima ad Autari, re dei Longobardi, e poi a Reccaredo, re dei Visigoti; infine Childeberto II, che gli succedette nel trono, sotto la sorveglianza di Brunechilde. Sigeberto strinse relazioni con l'imperatore di Costantinopoli, Giustino II.
Di sopra abbiam detto che gli Unni Avari andarono a fare una visita ai Franchi , probabilmente verso la Turingia. Di questo fatto, ma con altre più importanti circostanze ci lasciò memoria anche Gregorio Turonense. Narra egli che nell'anno 561, oppure nel susseguente, gli Unni fecero un'irruzione nelle Gallie, sotto il qual nome abusivamente adoperato è probabile ch'egli intendesse il dominio dei re Franchi, steso per buona parte ancora della Germania.
Contro di questi barbari procedette colla sua armata il re Sigeberto, e fatta giornata con loro, li ruppe e mise in fuga. Non andò molto che per mezzo d'ambasciatori segui fra loro pace ed amicizia.
Secondo il medesimo autore tornarono dipoi gli Unni (cioè nell'anno presente, come ci avverte Menandro Protettore ) con pensiero di sar nelle Gallie cioè n' paesi di Germania sottoposti al re d'Austrasia Sigeberto. Questi andò loro incontro con un esercito composto di una gran moltitudine d'uomini forti. Ma nel volere attaccar battaglia saltò addosso ai Franchi tal paura, parendo lor di vedere delle fantasime che diedero alle gambe. Il buon Gregorio Turonense attribuisce ciò all'arti magiche degli Unni. Mentre fuggiva la sua armata, il re Sigeberto ritiratosi in un luogo forte, fu quivi serrato dagli Unni. Ma siccome egli era persona galante ed astuta, con dei regali si cavò fuori d'impaccio, anzi trattò e conchiuse in tale occasione con quei barbari una pace perpetua; e il re degli Unni, chiamato Cagano, anche egli inviò dipoi parecchi doni ad esso re Sigiberto.