Battaglie In Sintesi
439
Successe a Vallia alla fine del 418. Sua prima attività fu l'esecuzione del foedus con l'Impero. Insoffente della posizione che il trattato gli conferiva cominciò fin dalla morte di Onorio (423) a tentare di estendere il suo dominio. Nel 425 i Visigoti assediarono Arles, ma furono costretti da Ezio ad abbandonare l'impresa. Respinto, Teodorico concluse una pace, che, secondo L. Schmidt, ma pare a torto, avrebbe riconosciuto piena indipendenza al regno visigotico. Teodorico, approfittando delle nuove convulsioni che agitavano l'Impero e la Gallia, nel 436 assediò Narbona; Litorio, luogotenente di Ezio, la liberò nel 437, batté Teodorico nel 438 e lo assediò nella stessa capitale Tolosa (439), ma sotto le mura di questa città si fece sconfiggere e si lasciò prendere prigioniero. Per cause di cui non siamo bene informati Teodorico accettò la pace propostagli da Ezio per mezzo di Avito (439). L'opinione che allora abbia avuto fine il foedus e sia stata riconosciuta la completa sovranità del regno visigotico è stata impugnata. Sia rimasto o no nominalmente alle dipendenze dell'Impero è certo tuttavia che Teodorico effettivamente in seguito si comportò da sovrano indipendente. Per rafforzare la sua posizione strinse alleanza con altri re barbarici: prima, circa il 442, con il re dei Vandali Genserico; poi, rottesi le relazioni nel 444 o 445 con i Vandali, al principio del 449 con il re degli Svevi Rechiario. Quando Attila penetrò nella Gallia Teodorico, sentendosi minacciato direttamente ed essendone stato pregato da Avito, si unì con le sue forze a Ezio, salvando Orléans. I Visigoti sostennero il peso principale nella battaglia contro gli Unni sul campus Mauriacus a occidente di Troyes, nella quale Teodorico cadde sul campo (451).
Istoria della citta' d'Avignone, e del contado venesino, Sebastiano Fantoni Castrucci, Venezia, 1678
Hauendo pure in quell'anno violati Teodorico Re Goto gli antichi trattati di pace già stabiliti
con Vallia suo predecessore , passò i suoi' termini,e cinse d'assedio Arles: vi accorse Ezio,
attaccò valorosamente il campo di Teodorico, e forzatolo, costrinse i Goti ad abbandonar fuggitivi tende,
e bagaglio. Ezio prudentemente non volle raccogliere tutto il frutto della vittoria, ma rimandato
cortesemente al Re Teodorico Arnolfo fuo Luogotenente fatto prigione, lo persuase con quella cortesia
a contenersi nell'antica pace. Contuttociò, volte c'hebbe le spalle Ezio, per non lasciar le frontiere
del Reno libere ai Franchi, cangiò consiglio, e s'inoltrò a tentar con assedio Narbona.
Spedì a tal nuova il Generale Littorio, Conte, suo Luogotenente, con le truppe ausiliari degli Hunni.
Investì Littorio le linee dei Goti, e mentre si combatteva, fece entrar nella città l'opportuno soccorso
di viuvri, di munizioni, e di genti. A questo punto, Teodorico sciolse l'assedio di Narbona e si ridusse in Tolosa.
Littorio si diede all'inseguimento di Teodorico fino ad una lega da Tolosa; e il Re
Goto si studiò d'evitare il sovrastante pericolo con le preghiere, valendosi dell'intercessione di
Sant'Orano Vescouo d'Auch, e d'altri Vescovi. Le sprezzò Littorio, e per ambizione di superar la
gloria d'Ezio, e per la fiducia c'havea indegnamente riposta nelle risposte dei Demonij, e nelle
predizioni degli Aruspici, volle provar la battaglia.
Istoria della citta' d'Avignone, e del contado venesino, Sebastiano Fantoni Castrucci, Venezia, 1678
In essa, veramente tanta strage si fè
dei Goti, che dubbio sarebbe stato, a qual parte piegar dovesse andare la vittoria, se con ardor temerario
gettandosi Littorio nel più folto de nemici, non fosse caduto nelle loro mani. La prigionia
del Capo fè cedere il Romano esercito, e Teodorico ritornò vittorioso in Tolosa, mentre Littorio vi entrò
cattivo.
Istoria della citta' d'Avignone, e del contado venesino, Sebastiano Fantoni Castrucci, Venezia, 1678
Il Patrizio Ezio non volle, per vendicarsi di Teodorico, allontanarsi dal Reno; chiesta però
la pace al Re Goto, conedendogli la Linguadoca la ottenne. Con quell'accordo durò dodici anni il
riposo della Gallia, dopo tante guerre, che non poco dovettero verisimilmence infestare Avignone,
e il Venesino, nelle cui vicinanze ne seguì gran parte.