Battaglie In Sintesi
maggio 612
Figlio secondogenito (n. 587 - m. Metz 613) di Childeberto II. Nella divisione dell'eredità paterna (595) ebbe il regno di Borgogna, l'Alsazia e altri territorî con Orléans capitale. Spodestò e uccise (613) il fratello maggiore Teodoberto II, re d'Austrasia, e combatté a lungo contro Clotario II, ma la morte gli impedì di tentare la conquista del regno di Neustria.
Tratto da: Storia dei francesi di J.C.L. Simondo de' Sismondi recata in italiano da Luigi Rosi, Milano, 1822
I tre principi(Teodoberto II, Teodorico II e Clotario II) erano usciti alfine dall'infanzia ed erano nell' età conveniente
doversi guadagnar l'animo della soldatesca che non avea pressocchè altro in conto se non il valore ; ed era da supporne
in tre sovrani costituiti nell'età dalli ventidue anni alli venti. cinque, che non avevano per anco avuto tempo
di disgustare la nazione coi loro vizi, o di travagliarla coi loro delitti. Clotario II, avregnachè ridotto ad un
regno non molto esteso, poteva essere un nemico formidabile, perchè tutte le province staccate dalla Neustria bramavano
di passare sotto la dominazione di lui. Tierri(Teodorico II) promise a Clotario, in ricompensa del suo aiuto, la restituzione
del ducato di Dentelin, che dovuto cedere all'Austrasia, pare si estendessé tra l'Aisne e l'Oisa sino alle porle stesse di Soissons.
Il re Tierrì, dice Fredegario, il diciasettesimo anno del suo regno, nel mese di marzo assembrò un esercito a Langres da tutte le province
e direttolo per Andelot, dopo essersi impadronito del castello di Nez, si condusse alla città di Toul. Là Teudeberto essendo venuto al
suo incontro coll'esercito, attaccarono il fatto d'arme in quella pianura. Tierrì trionfo su Teudeberto e ne sbaragliò le truppe; i Franchi
vi perdettero un gran numero di valorosi guerrieri. Teodeberto, volte le spalle, traversò il territorio di Metz, passò la Franca Contea e non
cessando di fuggire giunse a Colonia. Tierri, lo seguiva da vicino colle sue squadre: avvicinandosi a Magonza gli si fè incontro un sant'uomo
vescovo di quella città, l'apostolico Leonesio, il quale odiava la pazzia di Teudeberto e bramava il vantaggio di Tierrì, e gli disse:
"conduci a fine quello che hai intrapreso, perocchè l'utile tuo vuole che tu rimonti alla fonte di questo male. Porgi orecchio ad una favola
popolare. Il lupo salito un di sulla montagna allorché i suoi lupicini cominciavano a cacciare, li chiamò su quella vetta e disse loro; fin
dove può arrivare l'occhio vostro, volgendolo d'ogni intorno in questa pianura, voi non avete altri amici che pochi esseri della vostra specie.
Terminate dunque quello che avete incominciato."
Pare che l'apologo, se ha alcun senso, voglia insegnare ai lupicini a rispettar la vita del fratello, solo essere della loro specie. Leonardo
però non lo intendeva così, ed altrimenti lo interpretò Tierrì, il quale fu persuaso che il re degli uomini coinc quello delle foreste hanuó nè amici 612
nè fratelli.
Tratto da: Storia dei francesi di J.C.L. Simondo de' Sismondi recata in italiano da Luigi Rosi, Milano, 1822
Tierri, segue Fredegario, traversate le Ardenne, giunse a Tolbiac col suo esercito: Teudeberto coi Sassoni, i Turingi e il restante
della nazione d'oltre Reno, che aveva potuto raccogliere, marciò contro Tierrì, e lo assalì di nuovo a Tolbiac. Si asserisce che nè i
Franchi , nè verun'altra antica nazione non abbiano mai combattuto più ferocemente. Infatti tale fu la strage da amendue le parti, che le
schiere serrandosi per combattere non lasciavano spazio ai morti di cadere per terra, sicchè restavano in piedi come se' vivessero ancora.
Tierrì col quale era Iddio, rimase vincitore di Teudeberto, il cui esercito fu míetuto dal ferro da Tolbiac a Colonia. In alcuni luoghi
il terreno era tutto coperto di cadaveri. Il medesimo giorno Tierrì giunse a Colonia e vi trovò i tesori di Teudeberto, il quale fuggiva
con poca gente di là dal Reno, ed egli lo fece seguire da Bertario, che lo aggiunse e condusse spogliato degli abiti reali a Tierrì.
Tratto da: Storia dei francesi di J.C.L. Simondo de' Sismondi recata in italiano da Luigi Rosi, Milano, 1822
Questi donò a Bertarío le spoglie di lui, gli arredi reali ed il cavallo, e mandò Teudeberto carico di ferri a Sciallon(Chalon). Fredegario
non ci dice che ne sia addivenuto: un re prigioniero è per lui cessato di vivere. La cronaca di santa Benigna riferisce che
Brunechilde lo fece da principio ordinar prete e poscia uccidere. Per comandamento di Tierrì un soldato afferrò pel piede un figliuolo
di Teudeberto ancora fanciullo per nome Meroreo, e lo percosse ad una pietra finchè gli si schizzarono fuori le cervella dalla
testa infranta.
Dopo la battaglia di Tolbiac e la strage di Teudeberto e della sua famiglia, tutto il regno di Austrasia si sottomise a Tierri.
In quel regno i grandi affettayano più d'indipendenza che in ogni altro , ed il potere dei prefetti del palazzo era più che in ogni
aliro stabilito. Teudeberto non aveva posto ostacolo alle loro usurpazioni, e benchè giunto a ventisei anni non era per anco uscito di
tutela ; l'età avea falto maggiorinente conoscere la sua incapacità , e l' uccisione della moglie Bilichilde , solo alto per avventura
del suo regno prodotto dal proprio volere, l'avea lasciato più privo ancora di consiglio. A Quintrio prefetto del palazzo sul principio
del suo regno, gli Austrasiani aveano dato per sucGessore Guadolfo, che forse, cadde nella battaglia di Tolbiac. Morto questo, Radone
governò il l'eame.