Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Soissons

978

Il condottiero franco

LOTARIO re di Francia

Figlio primogenito di Luigi IV d'Oltremare e di Gerberga sorella di Ottone I imperatore, nacque nel 941. Successe al padre a 13 anni e fu consacrato re a Reims il 12 novembre 954. Regnò sotto la protezione di Ugo il Grande duca di Francia fino alla morte di Ugo avvenuta nel 956, poi con l'assistenza dei due figli del duca, Ugo ed Eude. Il primo, Ugo Capeto, fu fatto duca di Francia, il secondo duca di Borgogna. Nuovamente fra il re debole di mezzi e il vassallo potentissimo incominciarono i contrasti, sebbene li temperasse l'influsso dell'imperatore Ottone I zio di ambedue. Nuovamente poi il re aspirò, come il padre, a ricuperare la Lorena e alla morte di Ottone I incoraggiò i feudatari lorenesi a ribellarsi al nuovo imperatore Ottone II; poté così nell'978 occupare, per poco, però, Aquisgrana. Allora avvenne la reazione tedesca; l'imperatore nel 979 invase la Francia, prese Laon e si avanzò sotto Parigi. Lotario si rassegnò a chiedere pace e a rinunciare alla Lorena. Ma quando all'impero salì Ottone III, il re di Francia cercò di nuovo d'intrigare appoggiando i suoi avversari e impadronendosi nel 984 di Verdun. Riuscì però alla triste conseguenza di determinare l'intesa fra Ugo Capeto e i partigiani dell'imperatore, ma non ne vide i frutti, essendo morto il 2 marzo 986, mentre continuava le sue conquiste in Lorena.

La genesi

Storia del Medio Evo, particolarmente d'Italia dal crollo dell'occidentale impero alla caduta della casa sveva, Francesco Bertolini, Milano 1866

Ad Ottone I succedette il figliuolo Ottone II, già fino dal 967 socio al padre nell'impero. Del regno di lui, durato dieci anni, i primi selle occupò parte in Germania e parte in Francia, gli ultimi tre in Italia, dove pure morì. In Germania fu occupato da una ribellione di Enrico II duca di Baviera e cugino suo, alla quale ebbero parte i duchi di Boemia e di Polonia. Ma, riuscito impotente il duca Enrico ad estendere il moto di ribellione negli altri ducali tedeschi, soccombé alle forze prevalenti dell'imperatore; il quale gli tolse il ducato, e lo consegnò al fedele duca di Svevia, dopo d'averne divelta la marca orientale, cui diè a Leopoldo di Babenberg, (976), e la Carinzia, cui inalzò a ducato.

In Francia fu costretto Ottone ad intervenire per la invasione della bassa Lotaringia operata da quel re Lotario. Era questi un nipote del carlovingio Carlo il Semplice, cui una fazione di nobili avea esaltato al trono di Francia (893) per contrapporlo ad Odone, creato re dai parigini in luogo di Carlo il Grosso. Ma la dinastia dei Carlovingi sollevata dalla tomba ad altro non riusci che a rendere la suprema sua caduta più ignominiosa. Già Carlo il Semplice, sia per infrenare la crescente prepotenza dei grandi, sia per coprire a settentrione il regno dalle invasioni de' Normanni, avea dovuto cedere definitivamente a Rollo, un duce normanno, il territorio posto fra la Bretagna e il fiume Eure, dandogli in moglie la propria figlia Gisela (911). Cosi ebbe origine il ducato di Normandia, e Rollo, primo signore di esso, fattosi cristiano, mutò il suo nome in quello di Roberto. E dopo di avere Carlo il Semplice tenuto per 29 anni nominalmente il regno, senza ottenere obbedienza da alcuno, fu deposto al fine (922) dai grandi, i quali esaltarono in luogo di lui Roberto di Parigi, fratello di Odone (questi era morto fino dall'anno 898). E venuto a morte Roberto nell'anno seguente, gli diedero a successore Rodolfo di Borgogna, genero suo (923). Esaltato dai grandi, a fine di raffermarsi sul vacillante seggio, dovè Rodolfo fare a questi larghe concessioni di privilegi e di beni, per le quali restò annichilita la regia potestà. Tentò rialzarla Lodovico, figliuolo di Carlo il Semplice; il quale, dopo la deposizione del padre riparatosi in Ingbilterra, era stato da questo paese richiamato alla morte di Rodolfo (936) e inalzato al trono: per questa sua fuga e venuta dall'isola britannica ei fu 'appellato Lodovico d'Oltremare.

E le discordie sorte fra i grandi del regno, e l'aiuto che ebbe dal re d'Inghilterra e da Guglielmo I duca di Normandia (succeduto al padre Roberto , morlo nel 931), gli procacciarono di fatto tanta autorità nel regno, quanta non ne avea avuta mai alcuno de' suoi precessori dalla deposizione di Carlo il Grosso in poi. Ma questa autorità non fu durevole; perocchè, suscitatasi contro l'ira dei Normanni, per aver tentato di spogliare del ducato di Normandia il fanciullo Riccardo figlio del duca Guglielmo (questi era stato assassinato da Arnolfo duca di Fiandra l'anno 942), fu assalito e fatto prigione da essi, e per riavere la libertà, dovè dare loro in ostaggio il figliuol suo Carlomanno. Di questo fatto trassero occasione i grandi per rialzare il capo contro il re. Il quale trovossi in cosi mali termini ridotto, da dover in fin di vita accattare pel figliuol suo Lotario la protezione di Ugo detto il Bianco, figlio d Rodolfo e nipote di Odone di Parigi, che era il più polente de' suoi nemici (possedeva i ducali di Francia e di Borgogna) (956). Ed è questi quel re Lotario, che indusse l'imperatore Ottone Il a rivolgere le armi contro la Francia.

Ottone volendo cioè ricondurre in obbedienza del germanico regno la bassa Lotaringia, che erasene soltratta, avea investito di quel ducato Carlo fratello di re Lotario. Per questo fatto il sentimento nazionale dei Francesi restò vivamente offeso. E re Lotario, costretto a dimenticare, che l'apostata era suo fratello, irruppe nella Lotaringia a capo di forte esercito, e in breve tempo la occupò. Allora Ottone II mosse contro lui; e rioccupata la Lotaringia, invase Francia stessa occupandone le città di Laon, Soissons e di Parigi. Ma indugiatosi troppo nell'interno di Francia, fu colto alla Mosa dal re Lotario.

La battaglia

L'esercito di Ottone si stava già accampando per la notte, ma dovette cambiare idea, su consiglio del generale, conte delle Ardenne Godefroy de Verdun, che fece attraversare il grosso della sua truppa senza aspettare il resto della retroguardia con i carriaggi, le salmerie e soprattutto il bottino. Quando calò la notte, la retroguardia, appesantita dal bottino, non aveva ancora attraversato il fiume. Essendo questo in piena, si decise di accamparsi sulla sponda occidentale per attraversarla durante il giorno successivo. Ma all'alba, la cavalleria di Lotario piombò su di loro, sbaragliando i ritardatari. Cercando la salvezza con la fuga, la maggior parte degli uomini morì annegando nel fiume. La retroguardia dell'esercito di Ottone venne così completamente distrutta, "e perisce più per l'onda che per la spada" sostiene Balderic, cronista dell'epoca. L'esercito di Lotario e di Ugo Capeto, a discapito dell'accordo di ritiro negoziato, recuperò così il bottino di Ottone. Secondo una tradizione del posto, questo disastro sarebbe avvenuto tra il fiume, l'abbazia di Saint-Médard e il villaggio di Saint-Waast. Inoltre, questa sponda del fiume vennne chiamata "Le Champ boillant" a causa della grande ebollizione dell'acqua e della turbolenza infernale che portò via i serventi e i soldati tedeschi.

Le conseguenze

Storia del Medio Evo, particolarmente d'Italia dal crollo dell'occidentale impero alla caduta della casa sveva, Francesco Bertolini, Milano 1866

Ciò nullameno la Lotaringia rimase unita a Germania, e Lotario stesso per segreto accordo, la cedè ad Ottone definitivamente (980). In capo a sei anni (986) da questa cessione morì Lotario, lasciando un solo figliuolo per nome Lodovico detto il Pigro.