Battaglie In Sintesi
716
Figlio di Pipino, detto di Heristall, e di Alpaide sua prima consorte (o concubina), nacque verso il 689. Quando nel 714 Pipino morì, gli succedettero nel maggiordomato Arnolfo e Ugo nell'Austrasia, Teobaldo nella Neustria, suoi nipoti. Il governo però era nelle mani della vedova Pleltrude. Il regno franco attraversò un momento di crisi: ché i Neustriani si ribellarono, mentre Frisoni, Turingi, Alamanni, Sassoni, Aquitani minacciavano i confini. Carlo, che per qualche tempo fu prigioniero di Pleltrude, seppe salvare la monarchia franca dallo sfacelo: riuniti gli Austrasiani, combatté e vinse i Neustriani ad Amblève e a Vincy (717) e costrinse poi Pleltrude a riconoscere la sua autorità. Quando i Neustriani cercarono appoggio dal duca di Aquitania, Carlo li vinse di nuovo a Soissons (719). Egli riuscì così a salvare l'unità del regno; lasciò sul trono il merovingio Clotario IV, poi dal 721 Teodorico IV, con autorità nominale; anzi, morto Teodorico nel 737, lasciò il trono vacante. Ogni potere era nelle sue mani e i cronisti lo chiamano già principe dei Franchi, re di fatto se non di nome. Chiesa e amministrazione furono completamente nelle sue mani; è vero però che dei criterî suoi in fatto di governo molto si discute fra i critici moderni. Dedicò tutte le sue cure a consolidare e ad estendere con una serie di campagne vittoriose contro Sassoni e Frisoni (719-738), Alamanni (730) e Bavari (725-728) i confini dello stato. Il duca di Aquitania fu costretto a riconoscere la sua sovranità. Delineatasi, dopo il 720, la minaccia dell'invasione araba in Settimania e in Provenza, Carlo discese ripetutamente a ricacciare i nemici, che nel 725 arrivarono sino ad Autun e nel 732 comparvero sino a Poitiers. Quivi appunto li batté Carlo in una grande battaglia, il 17 ottobre 732 (a Moussais-la-Bataille), arginandone il dilagare, ma senza riuscire a togliere loro la Settimania e la valle del Rodano. Nel 737 riuscì a strappare loro Avignone; ma nel 739 dovette fare appello all'aiuto di re Liutprando e dei Longobardi. Per sua iniziativa i grandi missionarî Pirmin, Willibrod, Wynfrith (S. Bonifacio) incominciarono l'opera di cristianizzazione della Germania settentrionale. Richiesto dal papa di aiuto contro il re Liutprando (739), rifiutò. Morì il 22 ottobre 741 a Quiercy-sur-Oise, lasciando il maggiordomato e il principato dei Franchi ai due figli Carlomanno e Pipino, natigli dalla moglie Chrotrude, mentre dalla concubina Svanahild ebbe un figlio naturale, Grifone. L'origine del suo soprannome di Martello è dubbia. Carlo Martello costituì un grande regno franco, la potenza più forte sorta sulle rovine dell'Impero di Roma, introdusse nella vita dell'Europa occidentale cristiana i popoli di Germania sino al Weser e al Danubio; difese validamente la cristianità contro gli Arabi.
Tratto da Storia del popolo tedesco dalle origini sino al 1846 per Eduardo Duller, Vol. Primo, Torino, 1853
Allora i Franchii occidentali avevano altresi i toro propri maggiordomi, che per ta loro soperchievole signoria mettevano quelle contrade in guerre ed in iscompiglio, ed erano cotanto
in odio, che i grandi chiamarono in aiuto contro i loro signori. Pipino-d'Heristallo dalla Francia orientale. E quando egli fu venuto, si fece l'anno 687, all'acque della Somma presso
il villaggio di Testri una grande battaglia tra i Franchi d'Occidente e d'Oriente. Pipino riportò la vittoria, e per la vittoria potè tutto nella Francia occidentale.
Dopo di lui il suo figliuol Carlo levò il capo, anche con maggior sicurtà. La sua matrigna l'aveva tenuto prigione in Colonia, perchè la dignità di maggiordomo rimanésse al suo nipote.
Se non che i Franchi occidentali non volleró tollerare più oltre di esser nella dipendenza degli Orientali e li assaltarono; anche i Frisi li aiutarono lietamente. Allora il giovine Carlo
udì dal suo carcere la distretta de' suoi compatrioti e fuggi di prigione. Come i Franchi orientali lo videro, si schierarono lietamente intorno al figliuolo di Pipino ed egli portò loro innanzi la bandiera contro
i loro nemici. Sebbene egli non riportò subito la vittoria, non - si pèrdè perciò d'animo, e non passò guari che sconfisse i Franchi oceidentali così pienamente che il loro re fuggi in Aquitania; paese
posto tra il fiume della Loira e i monti Pirenei, e quivi si collegò col duca, che vi signoreggiava, contro il giovine eroe.
Tratto da Storia del popolo tedesco dalle origini sino al 1846 per Eduardo Duller, Vol. Primo, Torino, 1853
Ma Carlo li vinse ambidue gloriosamente non lungi da Soissons(719), e i Franchi occidentali e i Burgundi lo riconobbero come maggiordomo.
Tratto da Storia del popolo tedesco dalle origini sino al 1846 per Eduardo Duller, Vol. Primo, Torino, 1853
Egli usò prudentemente la fortuna; bene si lasciò chiamare da' suoi Franchi orientali principe e duca, ma tuttavia si guardò dal porsi in capo la sanguinosa corona dei Merovingi, e
lasciò piuttosto agli impossenti re la vana dignità e un vuoto nome; perch'egli penetrò la gelosia de'grandi e non li voleva maggiormente irritare,
ma piuttosto guadagnarseli, mentr'egli poi difendeva il popolo dalla loro oppressione, e ne ribadiva verso sè sempre più fortemente l'amore.