Battaglie In Sintesi
18 febbraio 1268
Otto von Lutterberg (morto il 16 febbraio 1270) fu il gran maestro dell'Ordine Livoniano dei Cavalieri Teutonici dal 1267 al 1270. Fu protagonista della battaglia di Rakovor, che ebbe luogo durante il suo comando dell'Ordine Livoniano, quando, il 18 febbraio 1268 le forze unite dei vassalli della corona danese, dei Cavalieri Livoniani e delle milizie locali estoni combatterono contro le forze combinate di Novgorod e Pskov. Secondo le cronache livoniane, Otto von Luttenberg non era presente durante la battaglia (essendo in quel momento a Semgallia) ma nel giugno dell'anno successivo guidò una spedizione di rappresaglia livoniana nelle terre di Pskov, quando le forze sotto il suo comando incendiarono il castello di Izborsk, una città intorno al castello di Pskov, e pose l'assedio al castello stesso. L'assedio terminò con una tregua stipulata dopo che i difensori ricevettero rinforzi da Novgorod. Von Luttenberg si recò quindi frettolosamente a Riga dove rapì e arrestò l'arcivescovo di Riga, Alfred Suerbeer, risolvendo così la lunga lotta per il potere con l'arcivescovo a favore dell'Ordine. Il vescovo fu rilasciato solo dopo aver promesso di non fare appello al Papa o opporsi all'Ordine in futuro. Otto von Luttenberg fu ucciso nel 1270 nella battaglia di Karuse combattuta contro il Granducato di Lituania. È sepolto nella chiesa del villaggio di Karuse, nell'attuale Estonia.
Il principe Dovmont fu costretto a lasciare il Granducato di Lituania durante la lotta per il trono dopo la morte di Mindaugas, primo granduca della Lituania (1263), e fu accolto a Pskov. Nel 1267, i Novgorodiani organizzarono una campagna contro la Lituania, ma a causa di disaccordi tra i comandanti, la campagna non ebbe luogo. Così, le truppe russe invasero i possedimenti danesi situati nel territorio della moderna Estonia e si avvicinarono al castello di Rakvere (Rakovor). Ma dopo l'improvvisa morte di sette componenti dell'armata, gli invasori si ritirarono e si rivolsero in aiuto al Granduca di Vladimir (o Rus' di Vladimir-Suzdal) Yaroslav Yaroslavich. A Novgorod iniziò quindi una grande produzione di armi d'assedio per la successiva campagna, ma vescovi dell'Ordine di Livonia e cavalieri da Riga, da Viljandi e da Yuriev arrivarono a Novgorod (tra il 1 marzo e il 31 dicembre 1267) per chiedere la pace, giurando di non aiutare i Rakoriani e i Reveliani. Tuttavia, durante il successivo raduno di truppe, la cronaca livoniana menziona che tra le forze alleate vi eranoelementi provenienti proprio da Viljandi e soldati di altre città (l' intera terra teutonica, secondo la cronaca russa). Il 23 gennaio iniziò la campagna con le truppe russe invasero Virumaa, che apparteneva ai danesi.
La battaglia di Rakovor ebbe luogo il 18 febbraio; l'esercito dell'Ordine Livoniano, che dal 1237 divenne noto come Ordine Teutonico, partì da Yuriev, e dopo essersi unito ai danesi, che avevano forze numericamente più significative, prese posizione sul fianco sinistro dell'armata, fronteggiando Svyatoslav, Dmitry e Dovmont. I danesi erano posizionati sulla destra, direttamente contro Mikhail Yaroslavich. Le forze tedesche e danesi si schierarono nella loro consueta formazione a cuneo, composta interamente dalla cavalleria pesante. Questa formazione aveva un notevole capacità di penetrazione sulle schiere nemiche, ma era scarsamente manovrabile e vulnerabile ad attacchi sui fianchi, a causa del conseguente fronte ridotto, cosa che già aveva portato, il 5 aprile 1242, alla sconfitta dei Cavalieri dell'Ordine nella Battaglia del Lago Peipus. Un cambio di tattica era quindi necessario: secondo la cronaca di Livonia, i teutonici frazionarono il blocco di cavalleria pesante in due fprmazioniorza d'assalto dei Cavalieri in due formazioni, una pronta per la carica da sfondamento e l'altra pronta ad enrare in azione per colpire qualsiasi tentativo di attacco nemico sul fianco della formazione principale, colpendo a sua volta sul fianco la formazione avversaria. La tattica diede grandi frutti: la formazione principale di cavalleria fece facilmente breccia nelle linee russe (composte in gran parte da milizie di Novgorod); ma proprio allora l'indisciplina segnò le sorti della battaglia: la formazione di cavalleria designata a vigilare e proteggere i fianchi della formazione principale, vide le milizie russe che andavano in rotta credendo che la battaglia fosse oramai vinta. Questi cavalieri quindi, abbandonarono le proprie posizioni e si misero a saccheggiare disordinatamente quanto i russi lasciavano durante la fuga. Nel giro di pochi minuti la formazione principale teutonica si ritrovò ancora una volta attaccata sui fianchi dalle restanti truppe di Pskov e Novgorod che non avevano ancora lasciato il campo proprio per vedere se c'era la possibilità di replicare quanto già aveva portato alla vittoria sul Peipus. E così fu: i cavalieri pesanti dell'Ordine vennero colpiti regolarmente ai fianchi o sorpresi alle spalle, senza possibilità di difendersi erano alla mercè dei miliziani russi, peggio armati ma più leggeri. La lotta tra russi e Crociati si fece allora terribile. Le Cronache di Novgorod riportano che: "Né i nostri padri né i nostri antenati sono mai stati testimoni di una lotta così crudele". I Principi russi ormai padroni del campo, incalzarono i Cavalieri fino a Rakovor.
Le truppe russe rimasero sotto le mura di Rakovor per ben tre giorni. Apparentemente, la perdita di un convoglio con dispositivi d'assedio nella battaglia impediva l'assedio stesso o un qualsiasi tentativo d'assalto alla città; fu quindi deciso in quel momento che, l'armata di Pskov di Dovmont marciasse attraverso Vironia per mettere a ferro e fuoco l'intera regione, compiendo saccheggi e catturando prigionieri. Nel 1269, l'Ordine intraprese una campagna di ritorsione, che si concluse con un inefficace assedio di 10 giorni di Pskov, con la ritirata dei cavalieri per l'avvicinarsi dell'esercito di Novgorod, guidato dal principe Yuri e con la stipula di un trattato di pace. A soli 8 anni dalla battaglia di Durba con le truppe della Lituania, i crociati subirono una nuova sconfitta, che fermò per 30 anni l'espansione tedesco-danese in quelle aree. Nella tradizione storiografica russa l'esercito è riconosciuto come vincitore indiscusso, tuttavia, nonostante il maggior numero di partecipanti, alla battaglia viene attribuita solo un'importanza secondaria rispetto alla Battaglia del lago Peipus. Ci sono una serie di ragioni per spiegare quanto detto: in primo luogo, personaggi famosi, come Alexander Nevsky non hanno presero parte alla battaglia di Rakovor; in secondo luogo, da un punto di vista militare, gli obiettivi della campagna come la cattura del castello di Wesenberg e l'imposizione di indennità non furono raggiunti. Infine, luogo esatto della battaglia e numero di vittime a tutt'oggi sono sconosciuti.