Battaglie In Sintesi
737
Figlio di Pipino, detto di Heristall, e di Alpaide sua prima consorte (o concubina), nacque verso il 689. Quando nel 714 Pipino morì, gli succedettero nel maggiordomato Arnolfo e Ugo nell'Austrasia, Teobaldo nella Neustria, suoi nipoti. Il governo però era nelle mani della vedova Pleltrude. Il regno franco attraversò un momento di crisi: ché i Neustriani si ribellarono, mentre Frisoni, Turingi, Alamanni, Sassoni, Aquitani minacciavano i confini. Carlo, che per qualche tempo fu prigioniero di Pleltrude, seppe salvare la monarchia franca dallo sfacelo: riuniti gli Austrasiani, combatté e vinse i Neustriani ad Amblève e a Vincy (717) e costrinse poi Pleltrude a riconoscere la sua autorità. Quando i Neustriani cercarono appoggio dal duca di Aquitania, Carlo li vinse di nuovo a Soissons (719). Egli riuscì così a salvare l'unità del regno; lasciò sul trono il merovingio Clotario IV, poi dal 721 Teodorico IV, con autorità nominale; anzi, morto Teodorico nel 737, lasciò il trono vacante. Ogni potere era nelle sue mani e i cronisti lo chiamano già principe dei Franchi, re di fatto se non di nome. Chiesa e amministrazione furono completamente nelle sue mani; è vero però che dei criterî suoi in fatto di governo molto si discute fra i critici moderni. Dedicò tutte le sue cure a consolidare e ad estendere con una serie di campagne vittoriose contro Sassoni e Frisoni (719-738), Alamanni (730) e Bavari (725-728) i confini dello stato. Il duca di Aquitania fu costretto a riconoscere la sua sovranità. Delineatasi, dopo il 720, la minaccia dell'invasione araba in Settimania e in Provenza, Carlo discese ripetutamente a ricacciare i nemici, che nel 725 arrivarono sino ad Autun e nel 732 comparvero sino a Poitiers. Quivi appunto li batté Carlo in una grande battaglia, il 17 ottobre 732 (a Moussais-la-Bataille), arginandone il dilagare, ma senza riuscire a togliere loro la Settimania e la valle del Rodano. Nel 737 riuscì a strappare loro Nimes; ma nel 739 dovette fare appello all'aiuto di re Liutprando e dei Longobardi. Per sua iniziativa i grandi missionarî Pirmin, Willibrod, Wynfrith (S. Bonifacio) incominciarono l'opera di cristianizzazione della Germania settentrionale. Richiesto dal papa di aiuto contro il re Liutprando (739), rifiutò. Morì il 22 ottobre 741 a Quiercy-sur-Oise, lasciando il maggiordomato e il principato dei Franchi ai due figli Carlomanno e Pipino, natigli dalla moglie Chrotrude, mentre dalla concubina Svanahild ebbe un figlio naturale, Grifone. L'origine del suo soprannome di Martello è dubbia. Carlo M. costituì un grande regno franco, la potenza più forte sorta sulle rovine dell'Impero di Roma, introdusse nella vita dell'Europa occidentale cristiana i popoli di Germania sino al Weser e al Danubio; difese validamente la cristianità contro gli Arabi.
Tratto da Storia universale scritta da Cesare Cantù: Epoche 8., 9., 10., 11, Volume 3, Torino 1820
La vittoria assicurò a Carlo Martello la Gallia meridionale, avendogli Eude in quel frangente falto omaggio dell'Aquitania e della Guascogna. Quando poi la
prima si ribellò dopo la morte di Eude, Carlo la privò dell'indipendenza; e dei 733 due figli di quello, Attone restò prigioniero, Unaldo ricevette quel
ducato dal maestro di palazzo, giurandogli fedeltà.
Appuntò allora Carlo le armi contro i Frisoni, il cui duca Poppone avea rinunziato e al cristianesimo e all'obbedienza; vinto, l'uccise in battaglia, e fece
terribile giustizia dei tempj e degli idoli gentileschi. La Borgogna fu essa pure sottoposta, e collocati dei conti Franchi a governar Lione e il restante paese.
Ma non sapendo quetarsi al giogo, i signori borgognoni sorsero a rivolta, e Mauronte lor capo se l'intese con Jusuf governatore arabo di Narbona, e gli consegnò
le importanti città di Arles e d'Avignone: onde per tradimento de' Franchi tornarono gli Arabi a minacciar le Gallie, ed assediarono persino Lione. Carlo
che combatteva i Sassoni, volò alla riscossa col fratello Childebrando, e ripresa Avignone, si diflò sopra Narbona, sede del dominio arabo nella Settimania.
Atima, governator di questa, gli oppose valoro?a resistenza, ed Ocba emir della Spagna inviò un grosso rinforzo alla guida di Omar ebn-Caled, che sbarcò
su quelle coste: ma Carlo gli assalì sulla Berre nella valle di Corbière; e tagliatili a pezzi, uccise lo stesso. Omar.
Non per questo scorati gli Arabi poco di poi rinnovarono gli attacchi contro la Provenza, favoriti ancora da Mauronte che tradì loro Marsiglia e le città del Rodano.
Tratto da Storia universale scritta da Cesare Cantù: Epoche 8., 9., 10., 11, Volume 3, Torino 1820
Carlo tornò, d'intesa con Liutprando re dei Longobardi, che vedevasi pur esso minacciato sulla costa ligure: l'accordo delle due nazioni ritolse a' Maomettani Arles ed Avignone, e li ristrinse nella Settimania;
e perchè più non potessero fermare il piede di qua dell'Aude, smantellò Agda, Bezieres e Nimes, e devastò il paese ad essi rimasto.
In un'altra fonte ci viene indicato quanto ordinò di fare Carlo una volta impossessatosi della città:
Tratto da Storia dei Francesi ; recata in italiano dal cavaliere Luigi Rossi, Volume 2, Di Jean Charles Leonard Simonde de Sismondi, Milano, 1822
Atterrate le mura di Nimes, d'Agde e di Beziers; nella prima fece dar il fuoco al circo, ma non fu quel monumento sontuoso distrutto dall'incendio, il quale non poteva arderne che le porte,
e alcune costruzioni sovrappostegli di legno. Ispianò Magelona, e mettendo a ferro e a fuoco tutte le castella, che potè prendere, si studiò di non lasciar nel paese Fortezza alcuna, di cui
i Mori potessero valersi contro di lui
Tratto da Storia universale scritta da Cesare Cantù: Epoche 8., 9., 10., 11, Volume 3, Torino 1820
Poc'anni passarono, ed Ocba aveva allestito nuove forze contro la Gallia: ma una sollevazione dei Bereberi lo costrinse a dar volta, e i dissidj de' Musulmani sospesero le incursioni.
Date di sè così insigni prove, Carlo Martello fu salutalo salvatore dell'Europa e del cristianesimo.