Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia del fiume Nedao

454

Il re dei Gepidi

Ardarico

Re dei Gepidi (m. 453); legato con vincolo di fedeltà ad Attila, re degli Unni, partecipò (451) all'invasione della Gallia, stroncata da Ezio. Morto Attila, iniziò il movimento d'indipendenza dei popoli germanici soggetti agli Unni.

La genesi

Teoderico, re dei Goti e degl'Italiani, Gottardo Garollo, Firenze 1879

Erano in quel tempo i Gepidi il più potente fra i popoli gotici, ed il re loro Ardarico era stato il più valoroso ed il più onorato tra i vassalli di Attila. Per la morte di questo fu rotto il vincolo che aveva tenuto a lui legato Ardarico coi Gepidi: finch'egli visse, non era stato un disonore pei Gepidi il servirlo; lui morto, sarebbe stata infamia per loro l'ubbidire agl'inetti suoi figli. Quale più propizia occasione a scuotere l'odiato giogo che l'inettezza e la discordia dei successori del grande condottiere? Ardarico vide il momento, la colse e s'acquistò inestimabile merito nella storia degli antichi Germani: egli fu un secondo e più fortunato Arminio. I Goti e gli altri Germani non risposero prontamente al magnanimo appello; ma timidi, ed avviliti fors'anche dal lungo servaggio, se ne stettero in disparte, per aspettare al sicuro l'esito della lotta ; anzi alcuni di loro fecero peggio, accorrendo a rinforzare l'esercito dei figli d' Attila, i quali pel comun danno e pericolo s'erano messi d'accordo ed avevano affidato il supremo comando della guerra contro i Gepidi ribelli al maggiore fra loro, per nome Ellak. Unni e Gepidi s'incontrarono sui campi attraversati dal fiume Netad, al nord della Pannonia, e non tardarono a fare giornata.

La battaglia

Teoderico, re dei Goti e degl'Italiani, Gottardo Garollo, Firenze 1879

In quella battaglia, che è stata una delle più importanti dai Germani per la loro indipendenza combattute, e l'una e l'altra parte si mostrò pari in valore ed in forze, gli Unni sentendosi superiori pel numero ed i Gepidi per la giustizia della propria causa. Furono varii gli assalti, rimase a lungo indecisa la fortuna dei combattenti; ma finalmente cadde Ellak e la sua morte segnò la disfatta degli Unni e la vittoria dei Gepidi; giacchè quelli, stanchi per la lunga lotta ed avviliti per la perdita del capo, abbandonarono il campo, lasciandovi un numero grandissimo di morti e di feriti. Ardarico non si accontentò della vittoria; egli volle trarne tutti i vantaggi possibili. Non bastava che gli Unni fossero stati vinti, essi doveano anche essere scacciati dalla parte centrale dei loro dominî, dalle pianure al sud de' monti Sarmatici; perchè, sino a tanto che vi fossero rimasti, avrebbero sempre potuto rimettersi dalle perdite e dallo scoraggiamento per la prima sconfitta e quindi ridivenire pericolosi alla indipendenza germanica. Inoltre i Gepidi erano il più numeroso fra i popoli gotici, avevano perciò più degli altri bisogno di una regione da abitare ampia e fertile molto, e tale appunto era quella della Tisia. Quindi Ardarico, non appena ebbe ristorate le sue schiere, levò le tende dalle rive del Netad e, facendo tener dietro all'esercito tutta la moltitudine imbelle, mosse contro i campi militari degli Unni. Questi, non sentendosi in stato di misurarsi una seconda volta coi loro vincitori, sgombrarono subito quelle terre e sí ritrassero al sud ed al sud-est verso il Danubio ed i monti della Dacia (Transilvania) sempre incalzati dai Gepidi, i quali ben presto mostrarono essere loro intenzione d'impadronirsi della Dacia tutta.

Le conseguenze

Teoderico, re dei Goti e degl'Italiani, Gottardo Garollo, Firenze 1879

JORDANIS, fa ascendere a 30,000 i caduti da parte degli Unni; nulla dice intorno alle perdite sofferte dai Gepidi. La strepitosa vittoria dei Gepidi fu la causa del totale disfacimento della confederazione attilana e della indipendenza di tutti i popoli germanici, che ne facevano parte.