Battaglie In Sintesi
752-759
Nel 741, poco prima della sua morte, Carlo Martello divise il regno tra i due suoi figli legittimi, Carlomanno e Pipino. A quest'ultimo toccò la Borgogna, la Neustria e la Provenza. I due fratelli portarono insieme il titolo di "maiores palatii" o "duces et principes Francorum" e si dedicarono principalmente alle operazioni militari, tra le quali sono da ricordare quella contro il loro fratellastro Grifone, che fecero prigioniero (741), quelle contro Unaldo duca d'Aquitania (742-745), e le altre contro Odilone di Baviera, che si sottomise nel 744, e i Sassoni (743-44). Nel 747 Carlomanno abdica, e Pipino diviene il solo arbitro del regno: a completare la sua autorità non manca ormai che il solo titolo di re. Allora egli, esente da ogni preoccupazione esteriore, poiché s'era liberato di Grifone e degli ultimi nemici rimasti nelle due spedizioni germaniche del 748-49, invia un'ambasciata a papa Zaccaria chiedendo il suo parere. Avuta una risposta favorevole, convoca a Soissons nel novembre 751 un'assemblea del popolo franco, dalla quale si fa eleggere re. Il merovingio Childerico III, che Pipino stesso e Carlomanno avevano elevato al trono nel 743, è deposto e rinchiuso in un monastero. La tradizione vuole che Pipino sia stato consacrato per mano di S. Bonifacio; ma non molto tempo dopo egli doveva ricevere un attestato ancora più grande del favore della Chiesa romana. lnfatti il nuovo papa Stefano II (III) (v.) aveva deciso d'invocare l'aiuto di Pipino contro i Longobardi, e a tale scopo s'era messo in viaggio per la Francia. Il papa e Pipino s'incontrarono a Ponthion il 6 gennaio 754 e si giurarono mutua assistenza: nella primavera Pipino convocò delle assemblee, nelle quali fu decisa la spedizione in Italia, e da parte sua il papa, qualche mese più tardi, unse e consacrò solennemente il re, con la regina Bertrada e i figli, e lo insignì della dignità di "patrizio dei Romani" (Saint-Denis, 28 luglio 734). La dinastia carolingia era così legittimata agli occhi della cristianità. Pipino mantenne la sua parola: sceso in Italia due volte, nel 754 e nel 756, batté Astolfo re dei Longobardi e donò alla Chiesa i territorî ch'essa reclamava, dando così inizio al dominio temporale del papato. Ultime guerre di Pipino furono quella contro i Sassoni (758) e quella contro l'Aquitania, che durò dal 760 al 768 e terminò con la morte del duca Waifer e l'incorporazione del paese nel regno franco. Pipino morì a'Saint-Denis il 24 settembre 768 all'età di cinquantaquattro anni; autore anche di varie riforme istituzionali ed ecclesiastiche, egli è da considerarsi il vero fondatore della potenza franca, elevata poi da Carlomagno al suo massimo fastigio.
La conquista franca della Settimania inizi a partire dal 752. La regione era stata, fino a quel momento, nelle mani dei comandanti militari andalusi e della nobiltà locale di stirpe gotica e
gallo-romana, che aveva concluso diversi accordi militari e politici per opporsi all'espansione del dominio franco. Il governo omayyade crollò nel
750 e i territori omayyadi in Europa furono governati autonomamente da Yusuf ibn 'Abd al-Rahman al-Fihri con i suoi sostenitori.
Nel 752, dopo aver ottenuto il riconoscimento del Papa e la dignità di Re dei Franchi(e deposto l'ultimo re merovingio), Pipino il Breve si sentì libero
di concentrare tutte le sue forze per sottomettere la Settimania e la Provenza. In precedenza suo padre Carlo Martello non era riuscito a conquistare l'intera
regione e lasciò una profonda cicatrice nel territorio, devastando le varie città che non erano riuscite a sostenerlo. Mentre i magnati gotici non avevano sostenuto i franchi
in precedenza, le cose ora stavano cambiando: Nîmes, Agde e Béziers gli furono consegnate dal conte visigoto Ansemundus. Anche Mauguio si
arrese.
Il conte Miló era colui che all'epoca regnava nella città di Narbona come vassallo degli andalusi, ma quando Ansemundus consegnò diverse città a Pipino, Miló non vi si unì,
probabilmente scoraggiato dalla forte guarnigione musulmana di stanza nella città.
Il re franco Pipino, quindi, iniziò ad assediare la città gotico-andalusa di Narbona nel 752 con l'intenzione di prenderla senza indugio. Tuttavia, subì un duro colpo
quando il suo principale alleato locale, il visigoto Ansemundus, fu ucciso da una fazione gota rivale durante le operazioni di assedio nel 754. La morte
del conte fu seguita da una rivolta a Nîmes che fu sedata da Pipino, che impose un governatore franco di sua scelta. Inoltre, pare che il duca rivale d'Aquitania Waifer, venne avvistato
alla guida di un esercito di baschi contro la retroguardia del re carolingio impegnata nell'assedio di Narbonne. In ogni caso, la guarnigione e gli abitanti
narbonesi riuscirono a resistere all'assedio di Pipino grazie ai rifornimenti forniti via mare dalla marina andalusa.
Ma nel 759, Narbona non ricevette più rinforzi da Al-Andalus, piena com'era di lotte interne. Yusuf ibn 'Abd al-Rahman al-Fihri, wali di al-Andalus, dovette
reprimere una ribellione a Saragozza nel 756 e dovette immediatamente dirigersi a sud per combattere Abd ar-Rahman I, che lo sconfisse. Così, la parte nord-orientale dellla penisola iberica e
il resto della Septimania rimasero senza alcun comandante in carica. Alla fine, i difensori di Narbona si arresero alle forze dei franchi dopo aver ucciso
la guarnigione andalusa e aver aperto le porte della roccaforte alle forze del re carolingio. In precedenza, il re Pipino aveva promesso di
sostenere e rispettare le leggi gotiche e probabilmente il proprio governo, guadagnandosi così la fedeltà della nobiltà gotica di Settimania.
Dopo la conquista di Narbona, i saraceni si ritirarono in territoro andaluso, dopo ben 40 anni di occupazione, mentre il re carolingio Pipino andava rinforzandosi. Il governo della città fu assegnato al conte visigoto Miló, che era fuggito dalla città cinque anni prima quando era stata assediata, e si era ritirato a Trausse (Aude). La sottomissione della Settimania permise al re franco di distogliere la sua attenzione sul suo unico avversario, il sovrano indipendente dell'Aquitania Waifer. Sulla scia della sottomissione di Narbona, Pipino prese Roussillon, e poi diresse i suoi sforzi contro Tolosa, Rouergue e Albigeois in Aquitania portandosi verso lo scontro decisivo per l'Aquitania