Battaglie In Sintesi
11 Gennaio 1871
Generale e uomo politico, nato a Nouart (Ardennes) il 18 marzo 1823, morto a Châlong-sur-Marne il 4 gennaio 1883. Entrato a vent'anni nell'esercito col grado di sottotenente, fu inviato in Algeria. Prese poi parte alla campagna d'Italia (1859) e a Solferino comandò un reggimento col grado di tenente colonnello. Nel 1860-61 fu con la spedizione di Siria, durante la quale venne promosso colonnello. Poi fu nuovamente in Algeria, dove raggiunse il grado di generale. Caduto l'Impero, lo Chazny fu richiamato in patria, promosso al grado di comandante di divisione e destinato al comando del 16° corpo facente parte dell'armata della Loira, formata da truppe improvvisate col compito di sbloccare Parigi, ma più che altro con lo scopo di mostrare ai Tedeschi che la Francia intendeva difendersi fino all'estremo. Quando il D'Aurelles des Paladines, comandante dell'armata della Loira, ebbe perduto Orléans, il Gambetta volle che allo Chazny fosse affidato il comando della seconda armata della Loira. Con uomini male addestrati, comandanti inesperti, materiali insufficienti, nel cuore dell'inverno, lo Chazny seppe organizzare fierissime resistenze che obbligarono il comando supremo tedesco a impiegare grandi forze. La sua azione culminò nella suprema resistenza attorno a Le Mans (11-12 gennaio 1871). Eletto deputato all'assemblea che doveva decidere della pace, votò con la minoranza per la continuazione della guerra. Fu presidente del partito del centro. Ebbe poi il governo civile dell'Algeria e nel 1879 fu nominato ambasciatore di Francia a Pietroburgo.
Figlio unico (Stoccarda 1823 - ivi 1891) di Guglielmo I, salì al trono nel 1864. Combatté con l'Austria contro la Prussia (1866); subito dopo strinse con questa un'alleanza segreta rimasta in vigore nel 1870 durante la guerra franco-prussiana, e aderì allo Zollverein del 1867. Aveva sposato (1846) Olga di Russia, figlia dello zar Nicola I.
Dopo la battaglia di Orleans, dal 2 al 4 dicembre 1870, il generale Chanzy prese il comando dell'esercito della Loira e riunì le forze francesi verso Le Mans. Tre dei
suoi corpi furono poi ritirati per rinforzare l'esercito orientale. Dopo la battaglia di Coulmiers (9 novembre 1870), il I corpo bavarese si unì con il gruppo d'Armata
del Granduca di Mecklenburg. Lo stato maggiore francese a Versailles, nel frattempo, aveva deciso di posizionare il grosso delle forze francesi nella regione di Mans;
questa sfortunata decisione può essere spiegata, tra le altre cose, dalla serie combattimenti verificatisi nella regione intorno a Dreux. Il Granduca, quindi, diresse
il suo esercito verso Le Mans, ma invece di trovarvi truppe regolari, incontrò la resistenza di una serie di cecchini che, effettivamente, rallentarono la sua marcia,
mentre i reggimenti di fanteria raggruppati intorno alle Mans (XXI corpo d'armata e reclute dalla Bretagna) evitavano il combattimento. L'Esercito della Loira rimase
dal canto suo quasi tutto novembre al riparo intorno a Orléans, continuando l'addestramento dei suoi soldati. Così, entro la fine di novembre, l'esercito del Granduca
fu pienamente in grado di riprendere la sua avanzata verso sud e lungo la Valle della Loira: tanto da raggiungere la stessa valle giusto in tempo per prendere parte
alla battaglia di Orleans, mentre il XXI corpo francese continuava ad essere lasciato inattivo a Le Mans.
Alla fine della battaglia di Orleans e con la conseguente caduta di questa città (4 dicembre), il generale de Paladines fu rimosso dal suo comando e l'Armata della
Loira venne divisa in due per riformare l'Armata dell'Est di Bourbaki e la "seconda Armata della Loira" del generale Chanzy. Sebbene i prussiani avessero tentato di
inseguire il nemico, l'Armata della Loira riuscì a riformarsi per prendere la strada per Le Mans, trattenendo gli inseguitori prussiani con una serie di battaglie in
ripiegamento: prima a Meung (o più precisamente Nevoy vicino a Gien) il 7 dicembre, poi l'8 dicembre con un contrattacco su scala limitata a Beaugency. Tuttavia, si
trovò comunque costretta ad evacuare quest'ultimo sito, perché il IX corpo di von Manstein minacciava di tagliare qualsiasi ritirata ai francesi. Nei pressi di
Beaugency quindi, le truppe in fuga da Orleans si unirono all'esercito inviato a Le Mans, formando così un'armata da 100.000 uomini. Ma il disgelo, accompagnato da
piogge continue, impediva qualsiasi manovra su larga scala. I tedeschi sfruttarono questo periodo di blocco forzato per riorganizzare le proprie unità; l'Armata del
Granduca di Meclemburgo continuò a punzecchiare i francesi: occupò, dopo alcuni combattimenti, Blois il 13 dicembre, poi Vendôme il 17 dicembre, facendo diversi
prigionieri compresi molti cecchini.
A questo punto, però, dovette interrompere la sua avanzata, perché le sue truppe, decimate dalle scaramucce ed esauste per le lunghe attività, non erano più in grado
di proseguire. Così, fino alla fine di dicembre, il I corpo bavarese del generale von der Tann fu unito all'Armata del Granduca (solo per, dopo tre mesi di
combattimenti praticamente ininterrotti, essere distaccato all'assedio di Parigi). Alla fine di dicembre, i 150.000 combattenti del generale Chanzy si raggrupparono
intorno a Le Mans; essi continuavano il loro addestramento militare ed erano tutti equipaggiati, ma si trattava di un'armamento non corrispondente alle esigenze di
questo conflitto in termini tecnologici, la maggior parte dei fucili in dotazione ai francesi era ancora ad avancarica.
Inoltre, questa armata, che avrebbe dovuto effettuare un attacco coordinato per prendere il controllo di tutta la regione di Parigi, si era formata attorno ad un
nucleo costituito dal XVI, XVII e dal XXI corpo, a cui si erano aggiunte delle unità della I Armata della Loira, e diverse brigate di volontari; ma tra tutti questi
150.000 uomini, almeno un terzo di loro, ai primi di gennaio, non aveva alcuna esperienza di combattimento.
I prussiani decisero, il 1 gennaio 1871 di marciare contro Le Mans prima che la riorganizzazione di questa II Armata della Loira fosse completa, così da distruggere
definitivamente le forze nemiche in questo quadrante. Per questo, il 6 gennaio, si raggrupò la II Armata del principe Federico Carlo di Prussia nei pressi di Vendome.
All'inizio del mese di Gennaio del 1871 quest'armata, formata dal III corpo di von Alvensleben, dal X corpo di von Voigts-Rhetz, dal XIII corpo del Granduca Friedrich
Franz di Meclemburgo, dalla 18ma divisione di fanteria del IX corpo di von Manstein e da quattro divisioni di cavalleria (1°, 2°, 4° e 6°), contava su 58.000 fanti, 15
000 cavalieri e 324 pezzi d'artiglieria.
La marcia della II Armata prussiana avvenne sotto una pioggia continua, che rendeva fangoso e pesante il percorso e mutava la regione in un area favorevole alle
imboscate. Si fece quindi avanzare le colonne una accanto all'altra, che significava aprire un fronte di quasi 100 km, con al centro il 3° e il 9° corpo, a destra il
13° e a sinistra il 10° corpo, provenienti da Tours. Questa formazione avrebbe dovuto consentire l'accerchiamento del nemico in caso di scontro; ma il notevole
allungamento delle colonne tedesche comprometteva il coordinamento dei diversi corpi d'armata. Il 7 gennaio raggiunsero Sargé-sur-Braye e il 9 gennaio, Ardenay-sur-
Mérize. I primi scontri si ebbero vicino a Le Mans, sull'Huisne.
La sera del 10 gennaio il principe Federico Carlo stabilì il suo quartier generale presso il Castello di Ardenay, condividendo con il Capo di Stato Maggiore della II
Armata prussiana, il generale von Stiehle, di continuare i rapidi movimenti del III corpo dell'armata. L'attacco venne lanciato alle 9 del mattino dell'11 gennaio: il
X corpo d'armata prussiano (Voigts-Rhetz) dell'ala sinistra era a Grand Luce. Il IX corpo (von Manstein) seguiva da Saint'Hubert, appena a destra del III corpo che
era riunito con l'avanguardia della 18° divisione nella Champagne. Verso le 11 del mattino, la brigata Brandeburgo della 4° Divisione prese il controllo della
Champagné ed andò a posizionarsi a Le Mans, nella zona dopo la ferrovia. I prussiani, si trovarono contro una forte resistenza da parte del XVI corpo di Jaureguiberry
intorno alle fattorie di Landière du Tertre, e solo grazie all'intervento della 5° Divisione da sud, i francesi furono costretti ad allontanarsi dalle loro posizioni e
abbandonarono il sobborgo di Pontlieue, lasciando aperta Huisne (sud-est di Le Mans). Nel frattempo, la 20° divisione del generale Alexander von Kraatz-Koschlau
arivava da sud, attraverso Mulsanne, e rafforzava l'attacco prussiano. La 36° Brigata del IX corpo prese il villaggio di Champagne partendo dalle colline Auvours, poi
prese Villers. Così, alla fine della giornata, il generale Chanzy fu costretto a dare l'ordine di abbandonare la riva dell'Huisne: la sua ala sinistra doveva ripiegare
a nord verso Alençon, il centro e l'ala destra prendere posizione a ovest del Sarthe.
La svolta prussiana era chiara; ottenuta il giorno precedente con l'azione al centro, si allargò al sobborgo di Pontlieue, e con la presa di Yvré-l'Évêque fu
inequivocabile. La battaglia si concluse con combattimenti per strada fino a tarda notte nella città di Le Mans. Gli ultimi scontri per il controllo del ponte e la
barriera Pontlieue sono stati portati avanti guidati dalla 19° e dalla 5° divisione prussiana; dal 17° ed il 91° reggimento di fanteria per la grande-rue, mentre il
56° reggimento occupò la stazione. Sul monte che sovrasta la Huisne, Montfort si arrese al XIII corpo prussiano; la 17° e la 22° divisione irrompono prima a San
Corneille et La Croix, per poi forzare la resa del XXI corpo francese del capitano Jaures a Lombron. Infine la 35° Brigata del IX corpo d'Armata prussiano, coperto dal
XIII corpo d'armata, occupò la sponda settentrionale dell'Huisne prendendo posizione senza combattere lungo il torrente di Parence.
Il ritiro dei francesi a Le Mans si trasformò in rotta, l'ordine dell'Armata della Loira era spezzato e una moltitudine di soldati disertarono (anche se va notata la
grande differenza tra le defezione nelle milizie e quelle molto minori dell'esercito regolare). L'Armata della Loira era stata sconfitta.
La II Armata prussiana aveva perso, negli ultimi sette giorni, 200 ufficiali e 3.200 uomini, ma aveva fatto 20.000 prigionieri e catturato 17 cannoni nemici e 2 bandiere. Quasi un terzo dell'esercito della Loira aveva disertato, 29.000 soldati furono uccisi, feriti o fatti prigionieri. Il resto dell'esercito si ritirò verso Laval (in cui si radunò il 16 gennaio), lasciandosi alle spalle la maggior parte dei suoi vettovagliamenti e dell'artiglieria. Nella notte di 13 gennaio, la 20° divisione tedesca prese il campo Conlie, dove riservisti di Bretagna erano acquartierati. Dopo tali perdite, l'Armata della Loira non rappresentava più una minaccia per i prussiani. La prospettiva di liberare Parigi stava svanendo per i francesi, ma sembra che Chanzy non abbia neanche più preso in considerazione la riorganizzazione dell'esercito o il proseguimento della guerra: fino all'armistizio del 29 gennaio, l'Armata della Loira non ha più combattuto alcun combattimento.