Battaglie In Sintesi
25 giugno 841
Terzo figlio di Ludovico il Pio e di Irmengarda, nato nell'804, è il principe durante il cui regno la parte orientale dell'impero carolingio si costituisce in un regno distinto corrispondente alla distribuzione territoriale delle tribù germaniche. Di qui il suo appellativo. La sua storia è legata con quella delle lotte di Ludovico il Pio coi suoi figli e delle guerre fra questi per il possesso dell'impero. Con la ordinatio imperii di Aquisgrana (luglio 817) Ludovico aveva avuto assegnata dal padre la Baviera con le terre confinanti a sud-est. Ma avendo Ludovico il Pio modificato (dieta di Worms, 829), a favore del figlio di secondo letto, Carlo il Calvo, la divisione fatta, Ludovico prese le armi contro di lui insieme ai fratelli Lotario e Pipino. Riconciliatisi i figli col padre, un nuovo tentativo di favorire Carlo (831) provocò una seconda ribellione. Ludovico il Pio fu deposto (Colmar, 833), e Lotario, Pipino e Ludovico si divisero l'impero, toccando a quest'ultimo, oltre la Baviera, l'Alemannia, l'Alsazia, la maggior parte della Franconia, la Sassonia e la Turingia. Però la gelosia contro Lotario, che pretendeva di esercitare sui fratelli la sua autorità d'imperatore, strinse fra loro Pipino e Ludovico, che ristabilirono sul trono il padre (834) e ne ebbero riconfermate le assegnazioni di Colmar. Morto Pipino (838) e avendo fatto Ludovico il Pio un nuovo piano di divisione molto sfavorevole a Ludovico, questi mosse nuovamente guerra al padre, che però morì poco dopo (840). Ma allora Ludovico si unì a Carlo il Calvo contro Lotario, che fu vinto nella decisiva battaglia di Fontenay. Lotario cercò allora di sollevare contro Ludovico i Sassoni, uniti nella cosiddetta lega di Stellinga, per cui Ludovico rinnovò l'alleanza con Carlo (Strasburgo, 842) costringendo Lotario alla pace di Verdun (843). Per essa Ludovico manteneva tutti i suoi possessi alla destra del Reno, cui aggiungeva, alla sua sinistra, le diocesi di Worms, Spira, Magonza. Non cessarono però le lotte. Un'altra volta Ludovico e Carlo si univano contro Lotario, e dopo la morte di questi (855) arsero lotte fra Ludovico e Carlo, sospese dalla breve pace di Coblenza (860) e riaccese dopo che Carlo il Calvo aveva cercato d'impadronirsi, alla morte di Lotario II, figlio di Lotario (869), della di lui eredità. Col trattato di Meersen (22 agosto 870) Ludovico poté venire in possesso della parte tedesca della Lotaringia (arcivescovati di Colonia e di Treviri, vescovati di Utrecht, Strasburgo e Basilea), oltre che della Frisia, facendo così sempre meglio coincidere i confini del suo regno con le demarcazioni delle zone linguistiche. Alla morte poi di Ludovico II (875), che aveva espresso il desiderio che Ludovico il Germanico dovesse succedergli nella corona imperiale, di cui invece si era impadronito Carlo il Calvo, Ludovico prese nuovamente le armi contro il fratello; ma fu sorpreso dalla morte a Francoforte (18 agosto 876) ed ebbe sepoltura nel chiostro di Lorsch. Ludovico aveva dovuto sostenere lunghe lotte anche con le popolazioni confinanti del sud-est, Bulgari, Boemi, Serbi, Moravi, e difendere il paese dalle incursioni dei Normanni nelle terre del Reno e della Frisia. Ludovico appare una personalità energica, consapevole delle sue mire. Certo egli diventò l'anello di congiunzione delle tribù germaniche che sotto di lui si riunirono in uno stato. Fu accessibile anche agl'interessi superiori dello spirito, se il monaco Olfredo di Weissenburg gli dedicò la sua storia rimata dei Vangeli, e se egli stesso, come pare, inserì nel libro di preghiere della regina Emma la memorabile poesia dell'incendio universale, che mostra come egli s'interessasse dei monumenti dell'antico paganesimo germanico. Dalla moglie Emma, Ludovico ebbe tre figli: Carlomanno, Ludovico e Carlo, fra i quali egli, adottando il principio franco della divisione, aveva, fin dall'865, ripartito i suoi dominî.
Secondo l'accordo di Worms del 28 maggio 839 (o 30 maggio 839 a seconda della fonte), la divisione dell'impero carolingio diede a Lotario I tutti i territori che si trovano ad est della Mosa,
tranne la Baviera che rimase a Ludovico il Germanico. Suo fratellastro, Carlo il Calvo, riceveva invece, tutto il territorio a ovest dello stesso fiume Mosa, comprese la Provenza, Lione, Toul e Ginevra.
Questa decisione, che privava Pipino II del suo regno d'Aquitania, provocò la rivolta dei suoi sostenitori contro suo nonno, Ludovico I il Pio. Quest'ultimo, decise quindi di riunire un grande esercito, e di
affrontarli. Ma durante la marcia, venne a sapere che l'altro suo figlio, Ludovico il Germanico, anche lui insoddisfatto, aveva invaso la Turingia. Ludovico quindi, si pose, con una parte delle truppe,
all'inseguimento del figlio ribelle, ma si ammalò nei pressi di Salz. Vedendo arrivare la fine, inviò la sua corona e la sua spada a Lotario a condizione che: "rimanga fedele a Giuditta e a Carlo e che
lasciasse al fratello minore la parte del regno che, davanti a Dio e ai grandi, gli aveva attribuito". E in punto di morte mormorò su Ludovico il Germanico:
"Lo perdono, ma digli che Dio, vendicatore dei padri, punisce con rabbia i figli ribelli". Il 20 giugno 840, Ludovico il Pio morì nei pressi di Ingelheim, su un'isola nel mezzo del Reno.
Il 24 luglio 840 a Strasburgo, il nuovo imperatore Lotario I, negando tutti i giuramenti, affermò che tutti i territori di Ludovico passavano sotto il suo controllo,
rifiutandosi di dare anche a Carlo il Calvo la sua quota territoriale, nonostante le suppliche della sua stessa madre Giuditta. Inoltre, Lotario annunciò che sarebbe andato a prendere possesso
dell'intero impero e quindi incoraggiava suo nipote Pipino II ad unirsi a lui.
Come reazione alle mosse di Lotario, Ludovico il Germanico, rivendicando anche tutto ciò che il padre gli aveva concesso nell'831 e nell'833, decise quindi di allearsi con Carlo per recuperare insieme i loro
averi.
Con queste minacce di guerra, le alleanze andavano decidendosi. I conti Ermenaud (Ermenoldo) d'Auxerre, Arnoul de Sens, figlio illegittimo di Ludovico il Pio, e il vescovo Audri d'Autun
si schierarono con Lotario. Allo stesso modo il conte di Parigi, Girard II che sposò Berthe, sorella di Ermengarda di Tours, moglie di Lotario, andò nel campo di suo cognato. Da parte sua Carlo
poteva contare su Guerin de Provence (o Garin o Warin), Aubert d'Avallon e il vescovo Thibaut de Langres.
Dopo aver tentato senza successo di sottomettere suo fratello, Ludovico il Germanico, Lotario attaccò Carlo. All'inizio dell'ottobre 840 tornò in Francia e minacciò di morte tutti i signori che
non fossero venuti a rendergli omaggio. Nel frattempo, Carlo, essendo partito il 10 agosto 840 dall'Aquitania, dove era stato trattenuto dai disordini guidati da Pipino II, tornò al palazzo Quierzy
con una piccola scorta. A Quierzy, Carlo radunò un esercito da utilizzare contro Lotario che aveva già raggiunto la Loira.
Nel novembre 840, i due eserciti si fronteggiano nei pressi di Orleans, accampandosi a sei leghe di distanza gli uni dagli altri. L'inverno si avvicina e, dopo molte trattative, Carlo e Lotario decisero
di stipulare una tregua al termine della quale, Lotario manteneva i territori appena sottratti a Carlo, mentre quest'ultimo manteneva per se il regno di Aquitania ampliato
dalla Settimania e da dieci contee situate tra la Senna e la Loira. Si riunirono l'8 maggio dell'anno successivo ad Attigny per definire le condizioni di applicazione dell'accordo, ma
Lotario non parteciperà a questo incontro.
Il fatto che Lotario non si presentasse come previsto ad Attigny venne considerato come una dichiarazione di guerra, ed i preparativi per la stessa presero rapidamente forma in entrambi i campi. Nel marzo 841,
i Burgundi fedeli a Guérin si unirono al loro re. In maggio, fu Ludovico il Germanico, con le sue truppe, si unì ai burgundi nei pressi di Châlons-sur-Marne.
Sull'altro fronte, in giugno, Pipino II e la sua armata d'Aquitania incontrano Lotario ad Auxerre.
Da entrambe le parti, gli eserciti erano pronti alla battaglia a partire dal 21 giugno; tradizione vuole, che Carlo stabilì il suo accampamento a Thury, sulla collina di Roichat.
La questione della consistenza delle truppe mobilitate dai Carolingi è da sempre stata molto discussa: si va dalle poche migliaia di combattenti ai 35.000 cavalieri seguiti da una massa di fanti
e ausiliari fino al numero di 100.000 uomini. Il numero sembrerebbe enorme per l'epoca, a maggior ragione quando notiamo che Ludovico il Pio alla fine del suo regno ebbe qualche difficoltà a riunire abbastanza
combattenti per mantenere la difesa dell'impero ai confini.
Una stima più moderata, per una battaglia di questa importanza, ci viene fornita dall'unico contemporaneo che ha fornito un resoconto, Nithard.
Questo ci dice che quando attraversò la Senna, in piena, il 31 marzo 841, Carlo "riempì 28 navi di uomini armati". Considerando che queste navi erano
grandi barche a fondo piatto, ognuna di loro non poteva trasportare più di dieci uomini con le loro cavalcature. Questa truppa, completata da
rinforzi dalla Borgogna e dall'Aquitania, è quindi stimabile in un totale di 400 cavalieri.
Poiché secondo Nithard i guerrieri di Ludovico erano meno numerosi, si possono stimare in 700 cavalieri, circa, le forze degli alleati, e quelle di Lotario a meno ancora.
È anche improbabile che la fanteria abbia preso parte alla battaglia visto il tempo impiegato per arrivare sulla scena.
Di fronte a quest'armata, l'esercito di Lotario e Pipino doveva essere circa dello stesso ordine numerico.
Quindi, essendo il numero dei combattenti presenti dell'ordine di 1.500 cavalieri, il numero dei caduti può essere stimato in uno o duecento.
Fatto certo è che Lotario e Pipino II avevano inziato lo scontro con grande impeto e sembrava che la vittoria potesse essere loro quando all'improvviso,
l'arrivo di Guérin, duca di Provenza, alla testa di un esercito di stessi provenzali capovolse la situazione. Nel mezzo dello scontro però, se quasi tutti
avevano già scelto il proprio campo, vi era qualcuno che attendeva gli sviluppi dello scontro per schierarsi: è il caso del marchese Bernardo di Settimania,
che attendeva l'esito dello scontro prima di dirigersi verso il vincitore.
Alla fine, lo scontro si concluse con una clamorosa vittoria di Carlo il Calvo e del suo fratellastro Ludovico il Germanico, dopo ore di impatti cavallereschi caratterizzati da estrema violenza:
"Possiamo intuire che ci fu un solo combattimento di cavalleria e che, da entrambe le parti, furono ingaggiati pochi uomini", come indicato da Ferdinand Lot.
In linea di massima, dopo la sconfitta, Lotario si riconciliò con gli avversari sulla tomba di Saint Germain ad Auxerre, ma alla fine anche questa mossa si rivelò falsa: il conflitto infatti riprese il 14 febbraio 842, sotto una bufera di neve davanti ai bastioni di Strasburgo, Carlo e Ludovico si scambiarono dinanzi ai loro eserciti giuramenti (che sono le più antiche tracce conosciute del preromanico e del tudesco) destinati a rafforzare la loro alleanza contro Lotario. Gli alleati ottennero un'altra vittoria a ovest di Coblenza, dopo la quale Lotario dovette fuggire da Aix-la-Chapelle nel marzo 842, per rifugiarsi a Lione. I successivi accordi di pace vennero firmati su un'isola della Saona vicino a Mâcon, il 15 giugno 842, con un trattato di spartizione territoriale firmato a Verdun all'inizio dell'agosto 843; confermato a Yutz nell'844 e a Meerssen nell'847. Il trattato stipulò quanto segue: Carlo il Calvo ricevette la parte occidentale del Regno dei franchi, chiamata Francia intorno al 1200; Lotario, su cui ricadde il titolo imperiale, ricevette i territori del Regno dei franchi Medio(o centrale), con l'Italia e la Frisia; Ludovico il Germanico ricevette la parte orientale del Regno dei franchi(comunemente chiamata Germania, nucleo del futuro Sacro Romano Impero).