Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia di Brunsberg

775

Il re franco

CARLOMAGNO, re dei Franchi e dei Longobardi, imperatore romano.

Nacque, ignoriamo dove, probabilmente il 2 aprile del 742. Era il primogenito di Pipino il Breve, re dei Franchi, e di Bertrada, figlia di Cariberto conte di Laon. Nulla sappiamo della giovinezza. Compare nella storia nel gennaio del 754, quando il padre lo inviò incontro al papa Stefano II, che dall'Italia si recava presso di lui a Ponthiou, per chiedere aiuto contro i Longobardi. Dal papa fu, col fratello minore Carlomanno, consacrato re il 28 luglio 754, nella basilica di Saint-Denis. Per gli anni seguenti, scarsi sono i ricordi del principe. Nel 760 e nel 762 interviene ad alcune donazioni monastiche di Pipino; nel 761-62 segue il padre nella guerra d'Aquitania; nel 763 ha dal padre la concessione di alcuni comitati. I papi nella corrispondenza con Pipino ne ricordano regolarmente i figli come re e colleghi; però nulla sappiamo di una qualche partecipazione di Carlo al governo. Venuto a morte, il 24 settembre 768, il re Pipino, Carlo e Carlomanno assunsero il governo del regno, accettando la divisione paterna: al primo l'Austrasia e la Neustria a nord dell'Oise, al secondo la Neustria a sud dell'Oise, la Borgogna, la Gozia, l'Alamannia, la Turingia; indivisa l'Aquitania. Carlo fu incoronato il 9 ottobre a Noyon. Le relazioni dei due re erano fin d'ora non buone. È possibile che Carlomanno non fosse soddisfatto della ripartizione, come dice Eginardo, che attribuisce al giovane principe sentimenti bellicosi, mentre Carlo avrebbe sopportato con mansuetudine e senza adirarsi l'invidia del fratello. Qualche motivo di discordia fu certo offerto dalla questione aquitanica. Approfittando dei cambiamenti del regno, verso il 769 scoppiò in quella regione una nuova insurrezione sotto un Hunald, forse padre del duca Waifer, ucciso negli anni precedenti nella repressione di re Pipino. I due re franchi, nel convegno di Duasdives (Poitou), decisero una concorde spedizione; ma poi Carlomanno si disinteressò delle cose e Carlo rimase solo. L'esercito di Carlo costrinse tuttavia Hunald ad abbandonare l'Aquitania e a rifugiarsi in Guascogna presso quel duca Lupo; l'avanzata franca superò assai presto la Dordogna e Lupo fu costretto a consegnare il ribelle. Anche gli affari d'Italia provocarono dissensi fra i due fratelli. Molto abilmente Carlomanno già nel 768 o nel 769 riuscì ad affermare la sua superiorità in Roma, appoggiando uno dei capipartito, il primicerio Cristoforo. Ma nel 770 anche Carlo accennò ad occuparsi dell'Italia; la regina madre Bertrada trattò con Desiderio, re dei Longobardi, per un duplice matrimonio franco-longobardo. Carlo avrebbe sposato una delle figlie di Desiderio; Adelchi, il principe ereditario longobardo, avrebbe sposato Gisela, sorella dei re franchi. L'opposizione vivacissima del papa Stefano III non impedì che il primo matrimonio avvenisse. Ma i rapporti dei due fratelli non migliorarono. Il 4 dicembre 771 Carlomanno improvvisamente morì. Carlo, da Valenciennes, dove aveva tenuto una dieta, invase gli stati del fratello, e a Corbény (Laon) fu riconosciuto dai vescovi e conti austrasici. La vedova di Carlomanno, con i due figli e un gruppo di fedeli, non riconobbe l'usurpazione e si rifugiò presso la corte longobarda. Le guerre contro i Sassoni. - L'attività militare di Carlo in Germania e le conquiste che ne derivarono hanno un'importanza di prim'ordine nella storia della civiltà europea. Nel sec. VIII il regno franco si sentiva minacciato dalle popolazioni sassoni; a sventare il pericolo non erano bastati gli effimeri successi di Pipino. Carlo volle invece risolvere definitivamente il problema della sicurezza al confine nord-orientale e in trent'anni di guerre occupò tutti i territorî dei Sassoni fra il Mare del Nord e l'Assia, l'Ems e l'Elba, oltre alla regione sulla destra dell'estuario dell'Elba, corrisponaente all'odierno Holstein meridionale. Anche in questo caso è difficile dire se l'opera di Carlo fu il metodico svolgimento di un unico piano - tale è l'affermazione di Eginardo - o invece la conseguenza di necessità imposte e create dagli avversarî. Già nel 772 Carlo combatté contro la tribù turbolenta degli Engri. Ma, assente Carlo dal Reno nel periodo 773-774 per gli avvenimenti d'Italia, i Sassoni ripresero liberamente le loro incursioni, specie in Turingia. Ritornato dall'Italia nell'autunno del 774, Carlo da Düren (fra Aquisgrana e Colonia) nell'estate nel 775 mosse verso nord-est: in una campagna di appena tre mesi sottomise gli Ostfali e gli Engri; punì, in seguito, i Vestfali che avevano massacrato i presidî franchi della linea del Weser, quindi si ritirò. Ma nel 776 la situazione si aggravò. Carlo con un grande esercito si avanzò sino alla Lippe; alle sorgenti del fiume tenne una dieta, a cui intervennero varî capi sassoni a promettere pace e a consegnare ostaggi. Forse allora avvennero i primi battesimi di Sassoni. Si ricostruì Eresburg e sulla Lippe fu fondata la città-forte di Karlesburg o Karlstadt. Ma la rottura dei patti, e nuovi eccidî di presidî franchi costrinsero Carlo a ricomparire in Sassonia già nel 777. A Paderborn tenne in quello stesso anno una grande dieta, in cui, con l'intervento di molti vescovi e abati, si presero importanti decisioni per la conversione dei nuovi sudditi; Carlo convinto di avere stabilita la pace potè scendere al confine spagnolo a preparare la spedizione del 778. Ma varî capi tribù sassoni, specie Vestfali, rifugiatisi presso i Dani, organizzarono una violenta ripresa d'armi. Widukind portò le sue tribù in territorio franco sino a Fulda e a Colonia, saccheggiando e distruggendo. Carlo, respinto a Saragozza, quando gli giunse la notizia degli avvenimenti di Germania, si portò con rapidità sul Reno. Gli anni seguenti, salvo il breve soggiorno in Italia nel 781, furono dedicati alla lotta contro i Sassoni; e furono anni di lotta asprissima. Quasi certamente appartiene al 785 il capitolare De partibus Saxoniae, contenente terribili provvedimenti. Il cristianesimo fu ora imposto come riconoscimento di sudditanza; fu condannato a morte chi rifiutasse il battesimo. Finalmente, nel 785 lo stesso Widukind e suo genero Abbi presero il battesimo: con ciò rimanevano ribelli solo i paesi situati fra l'estuario dell'Elba e quello del Weser, e la Nordalbingia, a nord dell'Elba. Si ebbero in seguito nuove insurrezioni, nuove spedizioni punitive contro i Sassoni, nel 792, 793, 795, 796, 797, 798, 799, ma solo nell'804 la pacificazione della Sassonia poté dirsi un fatto conpiuto, quando Carlo, traversato nuovamente il Reno con l'esercito, fece implacabilmente deportare tutti gli abitanti, e ripartire quei territorî tra i Franchi e gli Abodriti, loro alleati.

La genesi

Tratto da Storia universale, Volume 8, Cesare Cantù, Torino, 1841

Carlo era stato costretto a recider a mezzo l'impresa per osteggiare i rivoltosi Longobardi; contro i quali appena i Sassoni lo seppero impegnato, ghermirono le armi, cacciarono i predicatori, ripresero Ehresburg, devastarono la Turingia sino a Fitzlar, ove le ingiurie recate al loro Irmensul vendicarono sul tempio erettovi da san Bonifazio. Il re ordinò che tre corpi respingessero i Sassoni 775 dal Veser finchè non arrivasse egli medesimo, che poco tardò. Raccolto il campo di maggio presso la regia villa di Daren fra Aquisgrana e Colonia, si difilo contro Sigeburgo sulla Ruhr, e presolo d'assalto, vi pose guarnigione, poi muni Ehresburg, deliberato omai di sottoporre il paese senz'altre condizioni. Assicurate per tal modo le spalle, drizzossi al Veser

La battaglia

Carlo puntò al di là da Meingadelsheim, in un monte fu il castello di Brunsberg, il più fortificato, che avessero gli antichi Sassoni. Non abbiamo dettaglio dello scontro, ma sappiamo per certo che Carlo Magno prese l'iniziativo attaccandoli e imponendogli sanguinosa sconfitta. Inoltre pare che in quell'occasione il castello di Brunsberg fu distrutto, per poi essere nuovamnete distrutto, dopo una breve riedificazione, nel 1291.

Le conseguenze

Carlo lasciò parte del suo esercito sul Weser vicino a un luogo che gli storici chiamano Hadbec. Proprios lì ricevette omaggio da Brunone e da Assione, capi degli Engeriani e degli Ostfali, che diedero promessa di non contrastare la predicazione.