Battaglie In Sintesi
734
Figlio di Pipino, detto di Heristall, e di Alpaide sua prima consorte (o concubina), nacque verso il 689. Quando nel 714 Pipino morì, gli succedettero nel maggiordomato Arnolfo e Ugo nell'Austrasia, Teobaldo nella Neustria, suoi nipoti. Il governo però era nelle mani della vedova Pleltrude. Il regno franco attraversò un momento di crisi: ché i Neustriani si ribellarono, mentre Frisoni, Turingi, Alamanni, Sassoni, Aquitani minacciavano i confini. Carlo, che per qualche tempo fu prigioniero di Pleltrude, seppe salvare la monarchia franca dallo sfacelo: riuniti gli Austrasiani, combatté e vinse i Neustriani ad Amblève e a Vincy (717) e costrinse poi Pleltrude a riconoscere la sua autorità. Quando i Neustriani cercarono appoggio dal duca di Aquitania, Carlo li vinse di nuovo a Soissons (719). Egli riuscì così a salvare l'unità del regno; lasciò sul trono il merovingio Clotario IV, poi dal 721 Teodorico IV, con autorità nominale; anzi, morto Teodorico nel 737, lasciò il trono vacante. Ogni potere era nelle sue mani e i cronisti lo chiamano già principe dei Franchi, re di fatto se non di nome. Chiesa e amministrazione furono completamente nelle sue mani; è vero però che dei criterî suoi in fatto di governo molto si discute fra i critici moderni. Dedicò tutte le sue cure a consolidare e ad estendere con una serie di campagne vittoriose contro Sassoni e Frisoni (719-738), Alamanni (730) e Bavari (725-728) i confini dello stato. Il duca di Aquitania fu costretto a riconoscere la sua sovranità. Delineatasi, dopo il 720, la minaccia dell'invasione araba in Settimania e in Provenza, Carlo discese ripetutamente a ricacciare i nemici, che nel 725 arrivarono sino ad Autun e nel 732 comparvero sino a Poitiers. Quivi appunto li batté Carlo in una grande battaglia, il 17 ottobre 732 (a Moussais-la-Bataille), arginandone il dilagare, ma senza riuscire a togliere loro la Settimania e la valle del Rodano. Nel 737 riuscì a strappare loro Avignone; ma nel 739 dovette fare appello all'aiuto di re Liutprando e dei Longobardi. Per sua iniziativa i grandi missionarî Pirmin, Willibrod, Wynfrith (S. Bonifacio) incominciarono l'opera di cristianizzazione della Germania settentrionale. Richiesto dal papa di aiuto contro il re Liutprando (739), rifiutò. Morì il 22 ottobre 741 a Quiercy-sur-Oise, lasciando il maggiordomato e il principato dei Franchi ai due figli Carlomanno e Pipino, natigli dalla moglie Chrotrude, mentre dalla concubina Svanahild ebbe un figlio naturale, Grifone. L'origine del suo soprannome di Martello è dubbia. Carlo M. costituì un grande regno franco, la potenza più forte sorta sulle rovine dell'Impero di Roma, introdusse nella vita dell'Europa occidentale cristiana i popoli di Germania sino al Weser e al Danubio; difese validamente la cristianità contro gli Arabi.
Nel 714 Villibrordo( vescovo anglosassone, vissuto fra il VII e l'VIII secolo e considerato l'apostolo della Frisia) e i suoi alleati annunciavano e propagavano il Vangelo nelle diverse regioni della Frisia, costruendo molte chiese. Ma da quell'anno per i tre o quattro anni successivi, iniziò tutta una confusione che non poteva che nuocere alla Chiesa di Frisia e agli sforzi del Villibrordo. In quell'anno infatti Grimoaldo(maggiordomo dei regni di Neustria e di Borgogna) fu ucciso da Rangarius, un certo Frisio, con Radbodo( duca (o re) dei Frisoni sino al 719) che, come si dice, non era affatto all'oscuro di questo fatto, sebbene questa circostanza possa essere difficilmente dimostrata. Nello stesso anno morì anche Pipino; sua moglie Pletrude divenne la tutrice del nipote Teodoaldo, che, dopo la morte dello zio Drogone ed il padre Grimoaldo, era già maggiordomo di Neustria e Burgundia ed aveva ricevuto in eredità dal nonno anche l'Austrasia e quindi il titolo di Maggiordomo di tutti i regni Franchi; inoltre prese sotto la sua protezione il giovane re merovingio Dagoberto III, che aveva intenzione di nominare Ragenfrido maggiordomo di Neustria. Fece anche imprigionare a Colonia, il figliastro, Carlo Martello, che aspirava ad essere maggiordomo d'Austrasia. Di lì sorse la contesa tra i Franchi, in cui Radbodo, sperando che gli sarebbe stato possibile usarla a suo vantaggio, quando specialmente Raganfrido dei Frisoni cercava aiuto contro Plettrude, raccolse le sue forze, espulse gli evangelizzatori dal regno, distrusse il chiese, e rinserì l'antico culto degli idoli. Immediatamente recuperò anche il valico di Dorestadt, e poi si recò a Colonia Agrippina, per unire le sue forze con Raganfrido. Fu lì, però, che Carlo Martello fermò il suo infido nemico e, il re dei Frisii, tornò in patria senza fare molto, anche se carico di bottino. Da lì si precipitò più volte in Austrasia, devastando terre e distruggendo monasteri e chiese, finché nell'anno 717, Carlo, Raganfrido e altri nemici, dopo averli sconfitti, condussero il suo esercito fino a Radbodo. Radbodo tornò e Villibrordo tornò dal monastero di Efternach, nel quale si era ritirato nell'anno 714, e fino alla sua morte lavorò tranquillamente in Frisia, e poté portare a termine l'opera che aveva iniziato con uno spirito pio senza alcun timore. Radbodo, completamente sconfitto dai franchi, morì nell'anno 719 e il suo successore, Poppone, un pacificatore, non portò ostacoli alla propagazione del Vangelo. Attenti però a pensare che la guerra fosse cessata del tutto; perché c'erano ancora molti tra i Frisoni, che, istigati dallo spirito di Radbodo, pensavano che non si dovesse osservare alcuna pace con i distruttori degli antichi dei, che nessuna fede dovesse essere ottenuta dagli sporchi conquistatori, e pensavano di dover resistere a qualsiasi tirannia dei Franchi. Così, mentre Carlo Martello era impegnato nella guerra agli Arabi, sotto il comando di Poppone, i Frisoni si ribellarono di nuovo.
Ricevuta la notizia di questo evento, Carlo adornò la flotta e penetrò nell'interno della Frisia fino al Mar di Mezzo (Middenzee), cuore e sede dei Frisoni. Non abbiamo grndi dettagli se non che l'azione franca ebbe luogo sia via canali fluviali e marini che via terrestre. Si sa per certo che fu una furiosa battaglia, ma i franchi ne emersero vittoriosi, dopo aver ucciso lo stesso Poppone e molti nobili.
Da quel momento in poi le forze dei Frisii furono completamente sconfitte e divennero tributari del regno franco, con la sola eccezione delle tribù che vivevano nella Frisia settentrionale (attuale Germania).