Ars Bellica

Battaglie In Sintesi

Battaglia del fiume Bolia

469

Il re dei Suebi

Hunimund

Fu un capo variamente descritto da Giordane come dux e come rex - dei Suebi Hunimund combatté con Ardarico contro gli Unni nella battaglia di Nedao nel 454. In seguito fondò un piccolo regno di breve durata nell'antico insediamento dei Marcomanni e dei Quadi. Nel 469, Hunimund con gli alleati Sciri combatterono gli Ostrogoti di Valamiro e Teodemiro nella battaglia di Bolia. Gli Ostrogoti vinsero, e presero il controllo del territorio degli Sciri e dei Quadi. Hunimund fuggì sui monti Harz dove guidò una piccola banda di predoni; accompagnato da alcuni barbari, attaccò la città di Batavis, e, mentre quasi tutti gli abitanti erano occupati nella mietitura, mise a morte quaranta uomini della città che erano rimasti di guardia. Hunimund guidò un gruppo di razziatori svevi che rubò mandrie di bestiame di proprietà dei Goti dalla Dalmazia; sulla via di casa, nei pressi del lago Balaton, fu attaccato mentre dormiva dagli uomini di Teodemiro. Hunimund e altri si arresero e furono fatti prigionieri. Tuttavia, Teodemiro adottò Hunimund come suo figlio e liberò lui e i suoi uomini. Dimenticando il suo dovere verso il "padre", Hunimund e i suoi mossero di nuovo guerra ai Goti; Valamiro li attaccò ma venne ucciso cadendo da cavallo. Insieme ad un altro re Sciro, Alarico, si unì poi ai Sarmati e ad altre tribù per invadere la Pannonia, dove fu nuovamente sconfitto da Teodemiro in una sanguinosa battaglia.

La genesi

Nella battaglia del Nedao del 454 i popoli germanici si liberarono dal dominio degli Unni sotto il re Gepido Ardarico nell'area del Danubio centrale. Gli Ostrogoti si erano schierati dalla parte degli Unni durante quello scontro, ma ricevettero anch'essi la loro libertà. Parte degli Ostrogoti si stabilì quindi in Pannonia sotto i re Valamiro, Teodomiro e Vidimirino. Negli anni che seguirono, questi ostrogoti pannonici combatterono contro i tentativi di restaurazione degli Unni e di altri barbari che si erano anch'essi liberati dal dominio unno sul Nedao. Nel 468, il re Valamiro respinse un attacco unno sotto la guida di Dengizich. A quel tempo, il re dei Suebi Cunimondo, il cui impero confinava con quello degli Ostrogoti a nord, fece un'incursione in Dalmazia attraverso la terra dei Goti e apparentemente depredò le loro mandrie di bestiame. Il re Teodomiro mise i Suebi al lago Balaton e fece prigioniero Hunimund. Lo rilasciò, tuttavia, dopo essere diventato suo figlio adottivo. Poco dopo, nel 468 o all'inizio del 469, gli Sciri invasero la terra dei Goti dal Tibisco. Presumibilmente furono incitati a farlo dallo stesso Hunimund, tuttavia, a quanto pare, gli Sciri avevano già sofferto per gli sforzi di espansione dei Goti, al punto che anche l'imperatore Leone diede loro aiuto con delle armi da usare contro i Goti. Nello scontroche seguì, il re Valamiro cadde combattendo contro gli Sciri, ma i Goti vinsero comunque e Teodemiro quindi assunse da allora in poi il dominio anche della parte del regno di Valamiro. Nello stesso anno, il re dei Suebi Hunimund, insieme ad altri re, strinse un'alleanza contro gli Ostrogoti e li attaccò. Contmeporaneamente un esercito romano d'Oriente marciò per volere dell'imperatore Leone alle spalle dei Goti, poiché questo apparentemente avrebbe portato alla definitiva distruzione dei Goti pannonici.

La battaglia

Il re di Suebi Hunimund unì il suo esercito con quello di un re di nome Alarico, un altro re di Suebi o Eruli. Inoltre, lo seguirono anche gli Sciri sotto Edika e suo figlio Hunulf e i Sarmati dei re Beuka e Babai nonchè inutà di Gepid e Rugi. Con questa forza, numericamente superiore, avanzò contro gli Ostrogoti, che per giunta avevano alle spalle un esercito romano d'Oriente. Scoppiò così la battaglia sulla Bolia. Il luogo della battaglia è oggi sconosciuto, forse era l'Eipel(Ipoly), un fiume di confine slovacco - ungherese. Tuttavia, quel che è certo è che i Goti sconfissero la coalizione nemica, dopodichè, anche l'esercito romano d'Oriente si ritirò. Edika cadde in battaglia, mentre Hunimund riuscì a fuggire.

Le conseguenze

I Goti uscirono vittoriosi dalla battaglia e consolidarono la loro posizione in Pannonia. L'imperatore Leone rinunciò al tentativo di sradicarli e fece ritornare in patria Teodorico, figlio di Teodomiro, che fino ad allora aveva vissuto come ostaggio a Costantinopoli. Tuttavia, i Goti pannonici avevano ottenuto una vittoria relativamente a poco lungo termine, dal momento che non avevano ancora creato una loro struttura stabile all'interno dei confini dell'impero. Una ragione potrebbe essere stata che i Goti erano diventati in gran parte guerrieri professionisti e dipendevano quindi da tributi o pagamenti di stipendio o da incursioni. Apparentemente, nonostante le vittorie, ciò non poteva più essere garantito in misura sufficiente in Pannonia. Ma anche tra i perdenti della battaglia apparvero segni di disgregazione: Odoacre, un figlio del caduto re sciro Edika, si trasferì a ovest con Sciri Eruli e Rugi, ed in seguito, supportato anche dai Turcilingi, divenne re d'Italia. Il de dei Rugi Flacciteo, da poco salito al potere, e che non aveva combattuto sui Bolia, tentò di sottrarsi all'influenza degli Ostrogoti e volle marciare col suo popolo verso l'Italia; ma gli Ostrogoti stessi impedirono al suo esercito di proseguire. I Rugi dovettero seguire, negli anni successivi una politica filogotica. Nell'inverno del 469/70 o 470/71 i Goti attaccarono Hunimund, che poi migrò con parti dei Suebi ad ovest, dove si alleò con gli Alamanni. In tal modo, Hunimund apparentemente perse la sua regalità. Presumibilmente è lo stesso condottiero che, insieme agli Alamanni, governò la città di Passau tra il 476 e il 480. Le parti dei Suebi che rimase in Pannonia inizialmente fu sotto sovranità gotica. Dopo il ritorno di Teodorico da Costantinopoli nel 469/70, vennero attaccati immediatamente i Sarmati che avevano preso Singidunums. Una volta sconfitti i Sarmati, il loro re, Babai, che era sopravvissuto alla battaglia dei Bolia, cadde. Gli Ostrogoti lasciarono la Pannonia già nel 473, con Teodomiro e suo figlio Teodorico in marcia verso i Balcani con la maggior parte dei loro, e Vidimiro che invase l'Italia per poi unirsi ai Visigoti.